You got me singing - Leonard Cohen

1983
Lo scrittore francese André Frossard pubblica il volume "Non abbiate paura" una lunga conversazione con Papa Giovanni Paolo II.
Durante i botta e risposta il Santo Papa riguardo il tema della "finitezza" dell'umano fa questa riflessione:
 “C'è un'immagine che è alla base della Buona Novella. Lo ‘spirito’ è quella breccia, quella fenditura attraverso la quale l'essere umano in quanto ‘corpo’ ha il presentimento dell'infinito. In questo spirito umano aperto verso l'infinito lo Spirito Santo agisce tramite il Cristo crocifisso e risorto.
Sotto la sua influenza l'uomo nella sua interezza produce frutti di santità, di buone azioni, di salvezza.”
 
A quella breccia, a quella fenditura forse pensava anche Leonard Cohen, poeta canadese prestato alla musica, morto ultraottantenne nel 2016.
Cresciuto artisticamente nei primi anni ‘60 al Greenwich Village, fucina di tanti artisti e musicisti della beat generation, culla della carriera di Bob Dylan, un giorno ebbe a dire:
"C' è una crepa in ogni cosa e da lì passa la luce".
Origini ebree, una vita intensa passata tra amori di donne e la ricerca di "quella luce" esplicitata in tanti suoi testi delle sue canzoni, tante delle quali veri capolavori, colonne insostituibili della storia della musica contemporanea.
Ricordo solo alcuni titoli: Bird on wire, Suzanne, e la famosissima Halleluya.
Un vero duello tra l'amore più carnale e la coscienza di una trascendenza inevitabile con cui fare i conti.
Negli anni ‘90 si rinchiude in un monastero "metropolitano" buddista, senza però perdere le sue origini culturali ebraiche, ritorna negli ultimi decenni della sua vita alle tournée e ai dischi (gli ultimi tre a ridosso della sua morte).
E proprio in questi l'accento su come prepararsi al cambiamento dopo la vita terrena.
Dal suo penultimo album "Popular problems" ecco una canzone che si attaglia ai giorni che stiamo vivendo "You got me singing"
Con la sua voce profonda esclama:
"Mi hai fatto cantare, anche se tutto sembra cadere.
Mi hai fatto cantare l'inno dell'Halleluya.
Mi hai fatto cantare anche se il mondo non c' è più.
Mi hai fatto capire che mi piacerebbe andare avanti.
Mi hai fatto cantare l'inno dell'Halleluya."


Ecco: Halleluya.
In una delle sue ultime interviste Cohen afferma:
"La parola Halleluya è ricca ed evoca abbondanza: è una parola meravigliosa da cantare".
La testimonianza di quella breccia, quella fenditura indicata dal Santo Papa polacco.




Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri