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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Impressioni di settembre - Premiata Forneria Marconi

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"L'attesa è ciò che sempre rimane, quando i nostri tentativi, soprattutto quelli riusciti, si sono dimostrati insufficienti a conseguire il compimento di sé, la pienezza chi e ora in ogni istante, non domani o nell'aldilà. (...) Questa attesa è il dato inestirpabile con cui ciascuno di noi si trova a fare i conti in ogni momento del vivere, anche quando lo fugge. 'Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?' Con queste parole Cesare Pavese identificava il centro del suo e del nostro io, qualcosa che è di tutti noi: l'attesa. Essa appartiene alla nostra stoffa originale: siamo fatti come 'attesa di'. Noi non solo attendiamo: noi siamo attesa! (...) L'attesa è un dato. E' quello che ci ha ricordato Benedetto XVI:  'L'attesa, l'attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare, sociale. L'attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più i

Ave Maria no morro - Zucchero "Sugar" Fornaciari

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" I canti della tradizione brasiliana sono una raccolta di brani popolari e tradizionali che in modo semplice e altero, familiare e solenne si addentra nella nostra dimora umana desiderosa di bellezza e di significato. Viene da lontano questa bandiera musicale. E' portata nel Medio Evo dagli iberici in cerca di un mondo nuovo, modulato baroccamente da una diversità di razze, segnalando a tutti il motivo per il quale per il quale celebrare la vita e lottare per essa. Viene carica di memoria: ci porta il grido di tante generazioni che, con ritmi, cadenze e delicatezze afferma con forza 'io appartengo'. E viene entrando nella nostra dimora assetata di essere. Viene a toccare tutta la nostra realtà concreta e quotidiana, come una Presenza attraente, allo stesso tempo mobilitante e pacificante. E viene entrando nella nostra casa umana assetata di vita, una vita degna di questo nome. Viene a toccare in noi il punto in cui ci riconosciamo popolo. (...) Viene a toccarci e ris

Tutti cercano qualcosa - Fiorella Mannoia

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"'Andate da qualche parte di preciso, voi ragazzi, o viaggiate senza meta? 'Non capimmo la domanda eppure era una domanda maledettamente chiara'" Questo passaggio, tratto dal celebre romanzo di Jack Kerouac 'Sulla strada' può rappresentare una chiave di lettura del rapporto tra i giovani e la Chiesa cattolica, almeno nel nostro paese. (...) La domanda ultima è per sua natura non solo metafisica, se si vuole usare ancora questa categoria caduta in disuso, ma è domanda religiosa. La riprova sta nel fatto che il senso religioso è inestirpabile. Lo si può seppellire sotto mucchi di detriti, ma come fili d'erba a primavera, ritornerà a spuntare. (...) Il cuore dell'uomo non può rassegnarsi al divieto ultimamente nichilista rinunciando all'ipotesi che ogni possibile - tutto il possibile - sia realmente possibile. Lo suggerisce un'osservazione memorabile del profondo, quanto bizzarro, pensatore apolide George Stainer: 'Per me esiste la pressio

Gildo - Giorgio Gaber

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"In una parola: non si sfugge al dilemma dell' essere uomini. Chi pretende di sfuggire all'incertezza della fede dovrà fare i conti con l'incertezza dell'incredulità, la quale, dal canto suo, non potrà mai nemmeno dire con inoppugnabile certezza, se la fede non sia realmente verità. E' proprio nel rifiuto che si rende visibile l'irrefutabilità della fede. A questo punto potrà forse risultare opportuno ascoltare un racconto ebraico, riportatoci da Martin Buber, nel quale il dilemma dell'esistenza umana sopra enunciato affiora in tutta la sua evidenza. ' Uno degli illuministi, uomo assai erudito che aveva sentito parlare del rabbi Berditchev, andò a fargli visita, per disputare come al solito anche con lui, nell'intento di fare scempio delle retrive prove da lui apportate per dimostrare la verità della sua fede. (...) Il rabbino Levi Jizchak si volse però completamente a lui, rivolgendogli con tutta calma le seguenti parole: Figlio mio, i grandi

Poster - Claudio Baglioni

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"In 'Serotonina', opera dello scrittore francese Michel Houllebecq, ad un certo punto un personaggio dice: 'Non speravo niente, ero pienamente consapevole di non avere niente da sperare'. Frase che potrebbe aver pronunciato chiunque sulla Terra, nell'ultimo anno, soprattutto nei momenti più oscuri. Niente speranza, tutto buio, il destino è il nulla. Eppure subito dopo, il personaggio ritratto da Houllebecq fa capire che qualcosa in cui sperare, nascosto alla vista, c'è eccome. Un desiderio? Un'incertezza? In ogni caso un moto di ribellione alla prospettiva del niente. Il romanziere francese mi ha aiutato a sondare la misteriosa ferita dell'umanità contemporanea: quando l'io non si sente più chiamato per nome dal reale e il mondo è visto come un peso fastidioso o addirittura come un nemico da neutralizzare, allora si rivela in maniera brutale, ma anche struggente, la radice dell'impasse, la rinuncia progressiva dell'io. (...) C'è un

I shall be released - Bob Dylan & Joan Baez

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"Liberati dal giogo del male, battezzati nell'acqua profonda, noi giungiamo alla terra di prova, dove i cuori saran resi puri. (...) Tu sei l'acqua che sgorga dal sasso, sei la manna che sazia le fame, sei la nube che guida il cammino e sei legge che illumina i cuori. Su Te, roccia che t'alzi fra noi, troveremo difesa ed appoggio; e berremo alla fonte di vita, che ci lava dai nostri peccati" (...) Sono alcuni versetti dall' Inno dei Vespri del Tempo di Quaresima delle Trappiste di Vitorchiano. Mons. Luigi Giussani , nel libro " Tutta la terra desidera il Tuo volto " (Edit. San Paolo, 2000) così  commenta: "Il giogo del male è la prigionia, la strettoia in cui l'istintività e il nostro progetto ci schiacciano dentro le cose, così come ce le fanno percepire e apparire. L'istinto, il progetto nostro e l'immagine nostra delle cose ci trattengono dentro il rapporto con le cose come dentro una prigione: non è puro il nostro possesso, ci s

Atto di fede - Ligabue

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" Immergerci oggi, con tutta la nostra umanità, nell'abisso di misericordia del Crocifisso Risorto genera speranza. Una speranza solidale perché sgorga dalla solidarietà del Figlio di Dio con l'uomo. Eppure, spesso, oggi, molti di noi faticano a riconoscerLo, come duemila anni fa i due discepoli di Emmaus (...) Percossi dalla trama straordinaria di episodi legati a Gesù di Nazareth, ne discorriamo. Vi dedichiamo tempo ed energia. Ne analizziamo ogni particolare. Ma a tema della riflessione o del dialogo ci sono più le reazioni che questi fatti hanno provocato in noi, che l'evento in sé, con il suo oggettivo significato. Come i due, continuiamo, forse, a rielaborarne i dati. Ne parliamo con chi ci sta vicino. Forse la nostra fede è venata di delusione o smarrita come lo era la loro per il mancato lieto fine. (...) Perché l'uomo non sembra migliorare? (...) Dov'è la giustizia, dov'è la pace? (...) Sognavamo la pace come la possibilità di serena convivenza tr

Wake up dead man - U2

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"O Dio vieni a salvarmi! Signore vieni presto in mio aiuto! Questo grido non può nascere che nella coscienza di quello che siamo: cerchiamo il Suo volto, il Tuo volto, Dio d'Israele, il volto vero delle cose, in questa apparenza che finisce nella polvere, nella cenere, nella putredine della morte: noi cerchiamo il volto di Colui che rende tutte le cose nella loro verità e perciò rende tutte le cose permanenti e belle, utili e buone. Ma io annego nella distrazione. L'istante dopo che ho detto: 'Vieni con me', io ti tradisco; il momento dopo lo stupore, l'essere pieno di stupore di fronte alla verità delle cose (...) io commetto un errore, sono come un poveraccio. (...) Quanta tentazione di vergogna! Tentazione, perché la vergogna è come le sabbie mobili che ti mangiano; quanta tentazione di vergogna, per il tradimento che si traduce in una meschinità sempre più visibile man mano che il tempo va avanti, per una menzogna covata che protegge dentro di sé opere e in

Il viaggio - Claudio Chieffo

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"Le donne pensavano di trovare la salma da ungere, invece hanno trovato una tomba vuota. Erano andate a piangere un morto, invece hanno ascoltato un annuncio di vita. (...) E' la meraviglia di ascoltare quelle parole 'Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto!'. E poi quell'invito: 'Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete'. Accogliamo anche noi questo invito (...) andiamo in Galilea (...). Ma cosa significa 'andare in Galilea? Andare in Galilea significa, anzitutto, ricominciare. Per i discepoli è ritornare nel luogo dove per la prima volta il Signore li ha cercati e li ha chiamati a seguirlo. E' il luogo del primo incontro e il luogo del primo amore. (...) In questa Galilea impariamo lo stupore dell'amore infinito del Signore, che traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte. (...) Ricominciamo, dice, vi voglio nuovamente con me, nonostante e oltre tutti i fallimenti. (...) Andare in Galilea

The rising - Bruce Springsteen

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" Cosa innerva, cosa spinge e tende la vita dell'uomo se non la speranza? E in cosa consiste quest'infinita, straziante, incolmabile speranza se non nel raggiungere il senso, la ragione e il significato dell'esistenza medesima, cioè a dire la verità prima e ultima, la sua verità inamovibile e assoluta, insomma, la sua verità eterna? Tutta la storia dell'uomo, ove pure si presenti in forme distorte e blasfeme, s'è mossa e si muove su quest'asse e in questa direzione; e se precipita nell'abisso, è solo perché s'affatica ad andare contro se stessa e tenta, senza esiti che non siano disastri, di mutare l'immutabilità di quella direzione. Il destino dell'uomo è la speranza. Ma questa speranza, che è la verità, che è Dio, che è la nostra comunione in Lui , passa, si attua e si concretizza solo nella storia. Da qui la sacra fatalità, il sacro destino del dolore; il dolore d'essere limitati per una tensione che mira invece all'illimite. (..

Voi ch'amate lo Criatore - Mina

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" Si hanno dei dolori con i figli. Li si alleva e poi dopo. Lei sentiva tutto quello che avveniva nel suo corpo. Soprattutto la sofferenza. I figli non vi danno che tormento. Tutto quello che c'era nel suo corpo. Lei sentiva il corpo di lui come il suo. Era una madre. Era una madre. Sua madre delle opere dello Spirito e sua madre carnale. Sua madre nutrice. Aveva anche un crampo. Aveva soprattutto un crampo. Una crampo spaventoso. A causa di quella posizione. Di restare sempre nella posizione. Lei lo sentiva. Di essere forzato ad essere in quella tremenda posizione. Un crampo di tutto il corpo. E tutto il peso del suo corpo gravava sulle sue Quattro piaghe. Aveva dei crampi. lei sapeva quanto soffriva. Lei sentiva bene quanto male aveva. Lei aveva male alla sua testa e al suo fianco e alle sua Quattro Piaghe. E lui in se stesso diceva: Ecco mia madre. Che cosa ne ho fatto. Ecco cosa ho fatto di mia madre. Quella povera vecchia." L'8 maggio 1909 Charles Péguy sfila c