La costruzione di un amore - Ivano Fossati

"L'amore salva?
Ho viaggiato, per trovare la risposta, in ogni angolo dell'aldiqua.
Ho indagato il grande e il piccolo, la stella e la pietra, la luna e la formica, la nuvola e la foglia, ho visto dove ciascuna s'aggrappa per resistere: nessuna aveva la risposta totale, ma ognuna era un filo del racconto, perchè tutte le cose, di atomi e di cellule, se le ascolti bene sono un'unica storia. (...)
In 'Il mio cuore messo a nudo' Baudelaire scriveva: 'Che cosa è l'amore? Il bisogno di uscire da se stessi', l'estasi che tutti cerchiamo per redimerci dalla nostra fragilità.
Il nostro desiderio di infinito è soddisfatto dalla consistenza dei nostri amori, non da emozioni di superficie ma dalla spinta con cui, dal ripiegamento su noi stessi, ci apriamo al rischio del tu, all'avventura della vita.
Solo le relazioni, con il loro movimento ora faticoso ora gioioso, conducono alla definizione profonda di sé e alla fioritura dell'io. (...)
E l'amore è il motore di tutte le storie. (...)
E quale amore riesce a farsi storia?
Solo quello che non smette mai di avanzare, qualunque sia la tempesta che incontra. (...)    
Il segreto dell'amore che ho visto farsi storia è portare almeno una luce, un barlume, anche solo una scintilla dentro il buio ordinario. (...)

Che l'amore possa salvare, dunque non è più un mistero, (...) e se il mistero rimane, allora non resta che fargli spazio nella carne, come un bambino si fa strada nel grembo della madre, in un dialogo continuo non tessuto di parole ma di amore silenzioso, perchè  quando si accoglie il mistero le parole non servono più. "

Alessandro D'Avenia, insegnante di liceo classico a Milano, è da anni scrittore di successo, indagatore di sentimenti, soprattutto nel mondo giovanile nel rapporto con quello più adulto.
Il virgolettato che ha aperto questa "stanza" è stato tratto dal libro "Ogni storia è una storia d'amore" (ed. Mondadori, 2017), in cui l'autore racconta storie di coppie più o meno famose, nate e cresciute nel mondo della letteratura, del cinema, e della scienza. 
Amore, come costruzione nel temo di un rapporto di fiducia e amore.

"Compresi quanta strada avesse fatto 'La costruzione di un amore' nel 1986, quando tornai a esibirmi dal vivo: ero rimasto infatti lontano dai palchi per diverso tempo.
Durante il mio primo concerto fui accolto con molto calore dal mio pubblico.
Ma piuttosto inaspettatamente, quando attaccai questo brano ci fu un boato spaventoso, da far venir giù il teatro. Il più stupefatto ero proprio io.
Alla fine del concerto, mi chiesi il perchè di quel successo.
La radio non l'aveva mai trasmessa, i juke box nemmeno ...
eppure, fin da quando mi aggrappai alle prime note, la gente era impazzita.
Sembrava quasi che quella canzone mi avesse aspettato per tanto tempo, e che la gente lo sapesse."

E' lo stesso Ivano Fossati, nel libro "di acqua e di respiro", ed. Arcana, 2005, in cui il cantautore genovese conversa con Massimo Cotto riguardo la sua produzione discografica, che racconta dell'importanza di questo suo piccolo gioiello musicale, e ne approfondisce il senso:
"Il significato dell'amore come fuga e sollievo non è più accettato da nessuno, se non nei film.
L'amore è, fondamentalmente, grande fatica.
Prima di tutto perchè bisogna trovarlo, stanarlo, catturarlo.
Poi perchè bisogna incanalarlo, pilotarlo, viziarlo.
Infine perchè bisogna tenerlo che è sempre la parte più difficile.
L'amore è laboriosità, dedizione, impegno.
L'amore è un'impresa che ha bisogno di una costruzione.
Gli uomini e le donne, per quanto sostengano di divertirsi a collezionare più partner possibile, in realtà hanno un unico sogno in testa: un amore per tutta la vita, un amore che duri anche oltre. (...)
e vuole che il suo amore cresca sempre più bello e inconfondibile, e affinchè ciò avvenga, bisogna lavorare molto. (...)
Per questo ho intitolato il brano 'La costruzione dell'amore', perchè, per evitare che l'amore cada miseramente a terra, si cerca di costruirgli delle impalcature intorno che lo sostengano."

Questa canzone, pubblicata nel 1981, viene riproposta dal suo autore sette anni più tardi nell'album "La pianta del tè", in un periodo in cui Fossati si conferma interprete di rilievo, oltre che autore importante nel panorama del pop italiano già da parecchi anni.
A livello musicale, tra l'altro, è uno dei primi in Italia, a intercettare l'onda della 'world music' inventata con grandi consensi mondiali da Paul Simon, Peter Gabriel e più tardi da David Byrne.

"La costruzione dell'amore" rimarrà un punto fermo nei live del cantautore genovese, la magia della trama musicale valorizza il testo appassionato e maturo.
Introducendolo, nel libro "Cosa sarà. La ricerca del mistero nella canzone italiana" (ed. Itaca, 2009), Franz Coriasco scrive:
"Questa canzone è un piccolo 'Bignami'.
C'è dentro ciò che serve, ciò che aiuta e che spaventa dell'amore.
Un manuale le cui lezioni facilmente si dimenticano, specie in quest'era di araffamenti troppo facili e di conseguenza, anche, tremendamente effimeri; dove la fatica dell'ottenere finisce spesso col surclassare i piaceri della conquista. (...)
Sorprendente che una canzone così sia uscita dalla penna di un cantautore giusto al sorgere degli anni di panna e del famigerato 'edonismo reaganiano'.
Ma i grandi autori sanno sempre come smarcarsi dalle mode imperanti, cavalcando tutt'altre onde.
Così al consumismo e al mercimonio sentimentale, Fossati contrappone l'autenticità - se non addirittura una della verità ultime di questo sentimento - come per rendere giustizia ad un albero già cantato in mille modi, ma quasi sempre raccontandone i frutti e le fronde, più che le radici o la linfa che lo nutre."




Commenti

  1. Canzone immensa e meravigliosa, l'ho amata sin dalla sua uscita

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