My city of ruins - Bruce Springsteen & The E Street Band

"La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità.
Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità.
La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di 'imballare' e dimenticare ciò che ha nutrito l'anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente 'salvatrici', incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memora dei nostri anziani, privandoci così dell'immunità necessaria per far fronte alle avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri 'ego' sempre preoccupati della nostra immagine; 
ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l'appartenenza come fratelli"

Venerdì 27 Marzo 2020
In una Piazza San Pietro, desolatamente deserta e sferzata dalla pioggia battente, milioni di persone davanti agli schermi televisivi si coinvolgono nel momento di preghiera straordinario indetto da Papa Francesco per dare un senso, attraverso la meditazione, allo sbandamento sociale causato all'esplosione dell' epidemia di Coronavirus.
Il Santo Padre richiama alla 'tempesta' sanitaria che si è abbattuta sulla popolazione mondiale.
Il Virus, come la guerra, come ogni violenza terroristica che coinvolge vite umane. 

11 Settembre 2001.
L'attacco terroristico alle Twin Towers.
 
Primavera inoltrata 2002.
Bruce Springsteen pubblica il suo nuovo album "The Rising" (Sollevarsi, Risorgere).
Ha cinquant'anni, Springsteen, da circa venticinque è il cantore dell'uomo americano.
Meno apocalittico di Dylan, il suo rock viscerale racconta la working class, i travagli dell'America in bilico tra periferia e metropoli. 

da "Inseguire quel sogno" autobiografia di Bruce Springsteen (Sironi editore, ed. 2011 a cura di Leonardo Colombati)
"Era il 2001. Venne l'11 Settembre.
Sono sicuro che, dovunque, tutti raccontino la stessa storia, più o meno: dov'ero io quell'11 settembre?
Davanti al televisore, come tutti, appunto.(...)
Qui, nella contea di Monmouth, dove vivo, abbiamo avuto 150 morti.
Conoscevo i loro mariti, le loro mogli, i loro figli ....
Nelle settimane successive, guidavi verso la spiaggia, passavi davanti alla chiesa e c'era un funerale ogni giorno.
Poi la gente ha iniziato a riunirsi, sono nate le associazioni, si sono fatti spettacoli di beneficenza.
Quanto a me, mi è sembrato di tornare alla crisi dei missili a Cuba, la stessa sensazione di vivere un momento di grande volatilità e instabilità, come se il mondo intero danzasse sul filo del rasoio.
Ne sono rimasto, ovviamente molto colpito."

Pochi giorni dopo l'attentato un uomo lo incontra e gli grida "We need you!" abbiamo bisogno di te!
Springsteen capisce che il popolo sbigottito ha bisogno di elaborare il lutto attraverso la sua musica e le sue parole.
A quel punto riunisce la sua band (non una semplice rock band ma un gruppo di veri amici) e realizza una serie di ritratti musicali che dal rock n' roll sconfinano nelle invocazioni gospel.
"'The rising' volevo che fosse un disco profondo ma anche eccitante, visto che avevo con me la E-Street Band, dopo tanto tempo.
Avevo scritto 'Into the fire' già la settimana dopo l'attentato per una maratona di Telethon,
poi scrissi 'You're missing' e una notte mi svegliai con un nuovo brano in mente 'The fuse'.
Così all'improvviso, avevo gli elementi per imbastire una storia, e quella storia era come se chiedesse di essere raccontata.
'My city of ruins', l'avevo scritta in precedenza, ma dopo la strage delle Torri aveva acquistato un significato nuovo." 

"My city of ruins" (La mia città di rovine) è una vera preghiera, una vera invocazione che chiede un aiuto per risollevarsi.

"C'è un cerchio rosso sangue sulla fredda terra scura
e la pioggia sta cadendo.
Le porte della chiesa si spalancano: posso sentire la musica dell'organo
ma i fedeli sono andati via.
la mia città è in rovina.

Le dolci campane della misericordia annegano tra gli alberi della sera
giovani all'angolo come foglie sparse,
le finestre sbarrate, le strade vuote.
Mentre mio fratello è in ginocchio
La mia città è in rovina.

Ci sono lacrime sul cuscino, amore, dove abbiamo dormito
e ti sei presa il mio cuore quando mi hai lasciato.
senza il tuo dolce bacio la mia anima è perduta. amica mia .
Dimmi come farò a ricominciare?
La mia città è in rovina

Con queste mani, io prego Signore
con queste mani prego che tu mi dia la forza, Signore
con queste mani prego che tu mi dia la fede, Signore
preghiamo per il nostro amore, Signore
preghiamo per chi non c'è più, Signore
preghiamo per questo mondo, Signore
preghiamo che Tu ci dia la fede, Signore

Forza, risolleviamoci!"


Questa canzone il Boss la canterà in tournée in Italia, richiesta dai suoi fans dopo il terremoto dell'Aquila, la canterà a New Orleans dopo il disastro di Katrina.
Sono sicuro che la ricanterebbe oggi in questi tribolati giorni.
Una canzone universale.

Ve la propongo in un video dal concerto di Barcellona nel 2002, dove è evidente che la sua arte non è solo esercizio di pura scrittura ma travolge anche il corpo, trasuda carnalità.



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