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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Il costruttore di motoscafi / Il minatore di Frontale - Davide Van De Sfroos

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"Ora, cos'è il lavoro, per essere una cosa così definitiva e decisiva (ho detto che il lavoro è l'aspetto più concreto dell'amore a Cristo)? (...) Il lavoro è l'espressione totale della persona. Se quel che abbiamo detto prima è giusto, cioè in quanto l'uomo è rapporto con l'infinito, con l'eterno, col Mistero - si può dire così: 'rapporto col Mistero', per spiegare di più la realtà, la verità di quanto dico -, allora il lavoro veramente prende tutto e tutte le espressioni della persona. Si chiama lavoro tutto ciò che esprime la persona come rapporto con l'infinito. Perché il muratore o il minatore i gesti che fanno, mettendo su un mattone o zappando un sotterraneo, sono rapporto con Dio: per questo devono essere rispettati, devono essere oggetto di giustizia reale e di amore anche, e quindi di aiuto. Perché? Perché sono lavoratori e perciò sono esseri chiamati ad amare Cristo. Perché c'è un nesso tra amare Cristo e il lavoro? Perché il

Un'idea - Giorgio Gaber

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"Vorrei concludere questo passaggio (...) da una parola che mi è suggerita dal linguaggio biblico: invece che esperienza elementare, potremmo usare il linguaggio biblico che parla di "cuore"(...) Se non volete essere alienati, cioè non schiavi di nessuno, abituatevi a paragonare tutto ciò che io vi dirò e tutto ciò che gli altri vi diranno col vostro cuore. (...): Il cuore con cui dobbiamo abituarci a paragonare tutto se non vogliamo diventare vittime, alienati, è l'impeto vitale con cui l'essere umano si protende sulla realtà cercando di immedesimarsi con essa attraverso la realizzazione di un progetto che detti, imponga, alla realtà stessa l'immagine ideale che lo stimola dal dentro. (...)   Poniamo che siamo in un classe di liceo dove ci sia un professore di filosofia e che sia un idealista (...) e dica: vedete noi abbiamo l'impressione che questo sia un foglio di carta, come realtà oggettiva fuori di noi, ma se tu non lo conosci, non esiste, non esis

L'uomo a metà - Enzo Jannacci

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"Il Signore ci salva così, dal di dentro dei nostri 'perché'. Da lì si dischiude la speranza che non delude. Sulla croce, infatti, mentre prova l'estremo abbandono, non si lascia andare alla disperazione - questo è il limite - ma prega e si affida (...) Nell'abbandono si affida. Nell'abbandono continua ad amare i suoi che l'avevano lasciato solo. Nell'abbandono perdona i suoi crocifissori. Ecco che l'abisso dei tanti nostri mali viene immerso in un amore più grande, così che ogni nostra separazione si trasforma in comunione. Fratelli e sorelle, un amore così, tutto per noi, fino alla fine, l'amore di Gesù è capace di trasformare i nostri cuori di pietra in cuori di carne. E' l'amore di pietà, di tenerezza, di compassione. Lo stile di Dio è così. Cristo abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati. (...) Tanti hanno bisogno della nostra vicinanza, tanti abbandonati. Anch'io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvic