Se io fossi un angelo - Lucio Dalla

" Lucio era spesso immerso in una profonda dimensione religiosa - dice fra' Bernardo Boschi, il biblista domenicano storico amico e padre spirituale di Dalla - è questo che dava profondità alla sua capacità interpretativa. 
Aveva un'anima verticale che lo poteva portare direttamente verso Dio.
A volte si ritirava qui in convento, stava in una cella anche per due o tre giorni. Lucio amava molto il convento, ci trovava la pace.
Riscopriva Dio, di cui aveva una sete non soltanto umana e intellettuale, ma anche propriamente religiosa. Un fondo mistico che si è riflesso poi nelle sue canzoni dove sono molto presenti il mare, le rondini , gli angeli.
Questi slanci mistici se non hai dentro dei valori profondi, non riesci a trasmetterli agli altri.
Ecco, proprio questo aspetto era la sua forza"

Questo è un brano da un'intervista rilasciata nel chiostro della Basilica di San Domenico a Bologna, da fra' Bernardo Boschi, a Massimo Iondini, autore di un agile e succoso volumetto "Paola e Lucio", dove si racconta con molti ed interessanti aneddoti la storia della collaborazione tra Lucio Dalla e Paola Pallottino, binomio dal quale scaturirono una seria di canzoni rimaste nell'immaginario collettivo, una fra queste "4 Marzo 1943". Un libro da consigliare vivamente.
Quella della sincera fede religiosa di Lucio Dalla è un particolare della sua vita che è rimasto poco conosciuto e che lascia sempre un pò sorpresi.
Ho un ricordo personale: la mattina del primo marzo 2012, quando si seppe della sua morte improvvisa a Montreux, mentre era impegnato in una serie di concerti, lavoravo in una redazione del sito web di un settimanale. Subito scrissi un articolo sulla sua carriera, e diversi redattori si stupirono che quell' ometto peloso che sprigionava una capacità creativa inesauribile, a volte allegramente trasgressiva, tenesse gelosamente nascosto o comunque avesse trattenuto, quasi con umiltà, il fatto di essere un cattolico praticante a tutti gli effetti.

" Sono credente. Credo in Dio perchè è il mio Dio (... ) Sono cristiano. Sono cattolico. Credo fermamente in Dio e professo la mia fede sempre. La fede cristiana è il mio unico punto fermo, è l'unica certezza che ho"
Comincia così l'intervista fatta da Giampaolo Mattei, in quel libro insostituibile, quel pozzo di notizie sugli artisti, italiani e stranieri, e il rapporto col trascendente che è "Anima mia" (Piemme edizioni, 1998)
Una lunga intervista che si conclude con una osservazione di Dalla, che conferma la sua profondità di pensiero:
"Il vero miracolo è la comprensione delle persone. Mi ha sempre emozionato il fatto che quando Gesù guariva una persona, quella stava bene non perchè potesse camminare o mangiare, ma perchè finalmente aveva trovato qualcuno che si era identificato con lei, che l'aveva capita fino in fondo"

Nel brano che propongo, la versione ' cameristica' di un suo famoso successo , Dalla lo introduce con un breve monologo per spiegare le ragioni della composizione: pochi minuti gustosi, grazie alla sua ironia romagnola, ma di una tenerezza commovente, tutto da godere. 











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