The waiting - Tom Petty & Eddie Vedder

"Il tema che la musica rock abbia lo stesso effetto della religione è tutt’altro che blasfemo, è anzi la descrizione perfetta che la musica, certa musica, dalla classica al rock’n’roll (non la spazzatura che siamo abituati a sentire ogni giorno) è il soffio dello spirito di Dio.
Quante vite ha salvato la musica rock quando è stata espressa in modo sincero e onesto, quante possibilità di trovare un luogo invisibile ai più, dove trovare sé stessi, anzi, sfiorare quel respiro profondo che anima il cuore di tutti gli uomini, ma che solo le persone più sensibili, più sofferenti, quelle che per ragioni misteriose hanno sempre sentito il richiamo verso qualcosa di più grande che la vita tende a soffocare.
È un grande mistero il rock n’ roll, e se c'è un artista che in questo mistero si è immerso in modo totale, senza sconti, senza paura, quello è stato Tom Petty"

Così scrive Paolo Vites, grande narratore musicale, uno dei più attenti conoscitori del movimento rock, un cronista che racconta il rapporto tra la musica e il desiderio ultimo dell’uomo.

Ma chi era Tom Petty

Nasce in un paesino della California, nel 1950, e vive da bambino la nascita dell’era rock: scopre che la sua missione è di comunicare attraverso la sua creatività questo nuovo impeto musicale che rivoluzionerà non solo il mondo artistico ma (nel bene e nel male) il protagonismo sociale delle nuove generazioni.
Parte negli anni ‘70, fondando un suo gruppo, i Mudcrutch, rock preminentemente acustico nel solco del Southern rock, tipico californiano, fino ad affermarsi definitivamente formando una nuova band, gli Heartbreakers (i cuori spezzati).
Tom Petty, assorbe completamente la lezione dei Byrds, di Bob Dylan, di Johnny Cash, dei Beatles, (e rimane un po’all’ombra di quel cannibale della scena del nuovo rock, quella di Bruce Springsteen) ma non se ne fa un cruccio e vive la sua carriera come servizio, come un vero sacerdote di questa liturgia di note ed emozioni. Collabora con tutti i più grandi, anche di chi si considera allievo: tournée con Dylan, dischi con Cash.
Alla fine degli ‘80 fa parte di un gruppo fenomenale, che sotto mentite spoglie realizza un paio di lavori inventandosi divertenti e giocosi rock n’ roll men, i Traveling Wilburys. I loro veri nomi? Tom Petty, Bob Dylan, George Harrison, Jeff Linne e Roy Orbison (e scusate se è poco).
Sempre disponibile, umile e compreso nella sua musica di chitarre e ritmo, di ballate immerse nelle radici della sua terra d’origine, continuerà a cantare e creare fino a che in una mattina d’ottobre del 2017, dopo una serie di concerti a Los Angeles viene trovato senza vita nella sua camera d’albergo. Il cuore improvvisamente era ceduto, dopo una vita di eccessi giovanili in uso di droga, ma che aveva contenuto dopo aver celebrato il suo secondo matrimonio. La morte lo sorprenderà prima di decidere un importante pausa per dedicarsi all’impegno di nonno.
Viveva tutte le contraddizioni della sua generazione, ma non aveva mai abiurato le sue più profonde radici familiari e anche il suo anelito all’infinito nei rapporti più intimi.

C’è un suo brano del 1981 che fa fede:
The waiting (l’attesa)
Si era ispirato ad una frase di Janis Joplin: "La vita è il palcoscenico, tutto il resto è l’attesa"
Qui, c’è un rapporto d’amore che vive il suo culmine nella notte, ma che non può non fare i conti con tutta la preparazione e la tensione umana che lo precede.
"L’attesa - dice il protagonista della canzone alla sua donna - è la parte più difficile, ogni giorno vedi il nuovo, ma ti aggrappi alla fede, ti aggrappi al cuore.
Sarò il tuo cuore che sanguina, non lasciare che questo momento ti abbandoni"

Il culmine, la realizzazione della tua vita, non deve farti dimenticare che l’hai atteso, impegnando tutta la tua fatica e tutto il tuo cuore, fiducioso di un bene più grande.

In questo video di un concerto del 2006, Tom Petty canta con un ospite d’eccezione: Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, grande voce rock, grande presenza scenica.
Un momento di intensa musica.
Indimenticabile


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