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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Le rose blu - Roberto Vecchioni

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" Che cosa vince la paura in un bambino? La presenza della mamma. Questo "metodo" vale per tutti. E' una presenza, non le nostre strategie, la nostra intelligenza, il nostro coraggio, ciò che mobilita e sostiene la vita di ognuno di noi. Una presenza, la memoria operante di essa. (...) Di fronte alla paura profonda, quella che ci attanaglia al fondo del nostro essere e che ci adoperiamo a cacciare il più lontano possibile (la paura della morte e di ogni suo riverbero nella vita), occorre domandarsi quale presenza è in grado di vincerla. Non qualsiasi presenza. E' per questo che Dio si è fatto uomo, è diventato una presenza storica, carnale, vicina, un compagno di cammino (...)  'un uomo di nome Gesù, che (...) quella volta a Nain, vedendo una madre, vedova, che accompagnava al sepolcro la bara del figlio morto, era stato preso da un impeto di emozione e, facendosi avanti, aveva messo una mano sulla sua spalla, dicendole: Donna, non piangere', con un'i

House of a thousand guitars - Bruce Springsteen

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"Il blues è l'anima dell'uomo che implora Dio. (...) Dio inventò il blues perchè è desiderio di Dio che noi lo cerchiamo e lo troviamo (...) negli spasimi dolorosi di questa ricerca, noi tutti sperimentiamo un senso di isolamento, una solitudine, una tristezza, una brama di pienezza. Tutto questo è il blues. (...) Non dimentichiamo che il rock'n'roll, ha come padre il blues dei neri e come madre il desiderio di felicità e la voglia di divertirsi dei bianchi. Crediamo che uno sguardo libero da pregiudizi alla musica rock possa permettere di addentrarsi a fondo in quell'affascinante mistero che è l'America moderna, in cui la musica rock è nata. (...) Essere americano vuol dire sentire la promessa come un diritto di nascita e sentirsi solo e perseguitato quando la promessa svanisce.  Questo è il sogno della 'promised land', la terra promessa, che il rock da Elvis a Bruce Springsteen, ha sempre cantato, così come ha cantato la maledizione che soggiace

I'll see you in my dreams - Bruce Springsteen

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"I nostri morti formano il centro della nostra memoria, e nessuna società può permettersi di disprezzare o distruggere la propria memoria senza mettere in pericolo il proprio presente e senza strozzare, ancor prima che appaia, il proprio futuro. (...) Vivere il presente presuppone inevitabilmente riconoscere ciò che fu, in ogni senso, il passato. (...) Quel che risulta assolutamente necessario è imparare dai morti la lezione delle virtù, dei valori, dei significati; del bene da accogliere e moltiplicare così come del male da respingere e cancellare. Ma per fare questo è necessario, come atto primo, tenere la vita sacra, civile sostanza che ci lega a loro; il che significa tenere in vita anche la sacra, civile forma che quella sostanza ha, via via, preso ed assunto. La pazienza dei morti che attendono il giorno della finale epifanìa, deve diventare la pazienza dei vivi. (...) Significa sapere che la giustizia, la bellezza e la santità della vita di tutti sono più lunghe della vita

L 'Anticristo - I Decibel

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da " Il padrone del mondo " di Robert Hug Benson (traduzione da edizione 1979, Città Armoniosa) "Dietro di lui, dalla cui bocca usciva un torrente di parole, la moltitudine si agitava. Tra grida e sospiri, saliva e scendeva un'onda d'emozione. (...) Lui non poteva più tenerli fermi, ad ascoltarlo, dopo averli trascinati all'azione suprema. (...) Allora in quella luce soprannaturale, tra il suono dei tamburi, la grida acute delle donne e un assordante traballare di piedi, fu uno scoppio di entusiasmo religioso: diecimila voci avevano proclamato Giuliano Felsemburgh loro Signore e loro Dio! (...) La razza umana aveva ora una autocoscienza di unità, con una suprema responsabilità nei confronti di se stessa: sparivano, dunque, i diritti degli individui, che erano giustamente riconosciuti nelle epoche precedenti. L'uomo ora aveva il supremo dominio sopra ogni cellula di questo 'Corpo Mistico' e non poteva che considerare illimitati i diritti del tutto,

I muscoli del capitano - Francesco De Gregori

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" Nella 'Passione' del compositore polacco Krystof Penderecki è scomparsa la serenità quieta di una comunità di fedeli che quotidianamente vive della Pasqua. Al suo posto risuona il grido straziante dei perseguitati di Auschwitz, il cinismo, il brutale tono di comando dei signori di quell'inferno, le urla zelanti dei gregari che vogliono salvarsi così dall'orrore, il sibilo dei colpi di frusta dell'onnipresente e anonimo potere delle tenebre, il gemito disperato dei moribondi. E' il Venerdì Santo del XX secolo. Il volto dell'uomo è schernito, ricoperto di sputi, percosso dall'uomo stesso, (...) ci guarda dalle camere a gas di Aushwitz. Ci guarda dai villaggi devastati dalla guerra e dai volti dei bambini stremati nel Vietnam; dalle baraccopoli in India, in Africa e in America Latina; dai campi di concentramento del mondo comunista che Aleksandr Solzenicyn ci ha messo davanti agli occhi con impressionante vivezza. (...) Se avessero avuto ragione Kan

Euthanasia - Nick Cave

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"Molto in questa crisi ha a che fare con il tempo. (...) La normalità è sospesa e nessuno può prevedere per quanto. Ora è il tempo dell'anomalia, dobbiamo imparare a viverci dentro, trovare delle ragioni per accoglierla che non siano soltanto la paura di morire. (...) Nel salmo 90 c'è un'invocazione che mi torna spesso in mente in queste ore: 'Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio' Forse mi viene in mente perchè nell'epidemia non facciamo altro che contare. Contiamo gli infetti e i guariti, contiamo i morti, contiamo i ricoveri e le mattine di scuola saltate, contiamo i miliardi bruciati dalle borse, le mascherine vendute e le ore che mancano al risultato del tampone (...) contiamo i nostri legami, le nostre rinunce. E contiamo e ricontiamo i giorni, soprattutto quelli che ci separano da quando l'emergenza sarà finita. Ho però l'impressione che il Salmo voglia suggerirci un computo diverso: insegnaci a contare i nostri

Vedi Cara - Vinicio Capossela

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da " Il brillìo degli occhi " di Julian Carron (ed. Nuovo Mondo, 2020) "Chi di noi ha, ogni giorno, almeno un istante di vera tenerezza verso se stesso, verso la propria umanità? Tante volte ci maltrattiamo, ci scagliamo irosi contro la nostra umanità, che non si lascia sedurre dalla menzogna: vorremo sfuggirvi e d'altra parte non riusciamo ad obliterarla. (...) Per questo mi ha sempre colpito la frase di Giovanni Paolo II: 'La tenerezza è l'arte di sentire l'uomo tutto intero' Questo 'sentire' l'uomo tutto intero è essenziale per vivere ed è il contrario del sentimentalismo.  Ma è 'raro trovare - dice Giussani - una persona piena di tenerezza verso di sè' (...) Tuttavia, ciò che ogni uomo desidera sperimentare è proprio questa tenerezza verso la propria umanità. (...) Se non troviamo 'qualcosa' che ci consenta di avere questa tenerezza verso la nostra sete, verso la nostra umanità, finiamo per guardarla come una ferita che

E' l'età - Renato Zero

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" La peregrinazione della fede indica la storia interiore, come a dire la storia delle anime. Ma questa è anche la storia degli uomini, soggetti su questa terra alla transitorietà, compresi nella dimensione storica. (...) Qui si schiude un ampio spazio, all'interno del quale la Beata Vergine Maria continua a 'precedere' il 'popolo di Dio'. La sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa, per i singoli e le comunità, per i popoli e le nazioni, in un certo senso per l'umanità intera. E' davvero difficile abbracciare e misurare il suo raggio. Il Concilio sottolinea che la Madre di Dio è ormai il compimento escatologico della Chiesa: 'La Chiesa ha già raggiunto nella Beatissima Vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga. (...) i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità, debellando il peccato e per questo innalzano i loro occhi a Maria (...) Maria non cessa di esser

With a little help from my friends - Joe Cocker

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"Quando l'uomo vive questo, accetta questo, cerca in tutti i rapporti il destino dell'altro, allora tutti i rapporti sono buoni e in tutti i rapporti l'uomo accetta l'aiuto che gli viene dal Mistero attraverso l'altro, poco o tanto che sia;  perchè attraverso l'altro il Mistero aiuta l'uomo, poco o tanto, quando l'uomo vive i rapporti - il rapporto col compagno, con l'altro - con la coscienza del suo Destino. Così in qualsiasi rapporto si parte con un' ipotesi positiva. L'anima segreta di ogni rapporto è amicizia: volere il destino dell'altro, accettare che l'altro voglia il mio destino. Se l'altro riconosce e accetta che chi agisce lo fa per il suo destino, questa è amicizia. L'amicizia, cristianamente, è l'amicizia più familiare, amicizia fraterna. (...) E' la carità che genera l'amicizia, ne è come la madre. La carità, vale a dire il rapporto in cui si cerca il destino dell'altro con la consapevolezza

Stella - Antonello Venditti

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"L'aria è tersa questa sera, e allora usciamo all'aperto e inoltriamoci in una valle isolata per osservare il cielo con i nostri occhi disincantati di uomini del XXI secolo. Che cosa vediamo? Uno spettacolo che ci toglie il fiato. Oggi, come migliaia di anni fa, la volta stellata ci emoziona e ci turba, ci sussurra la nostra piccolezza di fronte alla vastità di ciò che esiste: le stella di Orione, la luce di Aldebaran, i riflessi cristallini delle Pleiadi, ci uniscono a ogni generazione umana del passato. La scena non è cambiata. Mai. L'intera storia dell'uomo è come un battito di ciglia nella scala di tempo del firmamento. Una generazione dopo l'altra, gli esseri umani hanno visto le stesse stelle brillare della medesima luce. (...) Le stelle non sono soltanto belle a vedersi, sono essenziali per la nostra vita. E' commovente pensare che la sostanza di cui sono fatti i nostri occhi, i nostri nervi e le nostre ossa è stata generata in stelle come quelle che

Anthem - Leonard Cohen

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"So che desidero l'Infinito, che questo Infinito c'è perchè ho sempre nostalgia di Lui, come diceva Lagerkvist, ma ogni giorno afferro il particolare, vado dietro a questo o a quell'oggetto, che poi mi lascia insoddisfatto. Questo è il destino dell'uomo, a meno che Dio non si degni di visitarlo, come scrive Wittgenstein nei suoi 'Diari': 'Hai bisogno di redenzione, altrimenti ti perdi (...) Deve, per così dire, filtrare una luce attraverso il solaio, il soffitto sotto cui lavoro e al di sopra del quale non voglio salire (...) Questo tendere all'assoluto, che fa apparire troppo gretta ogni felicità terrena (...) mi appare come qualcosa di splendido, di sublime, ma io stesso punto il mio sguardo alle cose terrene: a meno che 'Dio' non mi visiti' ". E' un brano del poderoso saggio " La bellezza disarmata ", pubblicato nel 2015 (Rizzoli) da Julian Carron , presidente della Fraternità di Comunione e Liberazion e , che, com

Ti regalerò una rosa - Simone Cristicchi

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" Ieri ho sofferto il dolore " di Alda Merini "Ieri ho sofferto il dolore, non sapevo che avesse una faccia sanguigna, le labbra di metallo dure, una mancanza netta di orizzonti. Il dolore è senza domani, è un muso di cavallo che blocca i garretti possenti, ma ieri sono caduta in basso, le mie labbra si sono chiuse e lo spavento è entrato nel mio petto con un sibilo fondo e le fontane hanno cessato di fiorire, la loro tenera acqua era soltanto un mare di dolore in cui naufragavo dormendo, ma anche allora avevo paura degli angeli eterni. Ma se sono così dolci e costanti, perchè l'immobilità mi fa terrore?" (da " La terra santa ") Alda Merini , nacque e morì nella storica zona dei Navigli milanesi (tra quella che ora, per i residenti, è l'elegante prigione del " fuori salone " e la sregolata " movida " estiva) Dalla sua nascita, nel 1931, già a sedici anni avverte uno strano malessere, prime ombre nella sua mente, che si conferma

Letter to you - Bruce Springsteen

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" Mi porterai lassù dove meglio si respira, dove meglio si impara, dove più sicuramente si può sperare sulla bontà di Dio. Ed io ti seguirò, con il cuore commosso, ti seguirò perchè mi hai tanto amato, perchè mi hai voluto sempre bene" Pietro E' una splendida e appassionata frase colta in una lettera, che, Pietro, un ragazzo da poco maggiorenne, scrive a Teresa, una ragazza di qualche anno più giovane di lui, dopo averla vista in chiesa e della quale si è innamorato. E' il Natale del 1924. Siamo a Genzano di Roma, cittadina all'epoca di 9.000 abitanti, sulla strada che da Castel Gandolfo va a Velletri. Queste note si leggono nella presentazione di un libro, "Lettere di amore vero. Così ci si amava al tempo dei nostri nonni" (ed. Ancora, 2020), autore Walter Muto, musicista e creatore di spettacoli musicali che da anni realizza per un pubblico che va dai 9 ai 90 anni. Muto raccoglie un carteggio di ben 400 lettere che i due protagonisti si sono scambiati

Henna - Lucio Dalla

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da " Fratelli tutti. Sulla fraternità e l'amicizia sociale " Lettera enciclica di Papa Francesco (Libreria Editrice Vaticana, 2020) "Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell'umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come "danni collaterali". Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l'abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci t

Everybody hurts - R.E.M.

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"C'è la violenza gratuita che domina le cronache, una violenza terribile, che fa riflettere. (...) Sono tutti sintomi di una 'causa oscura', che ci divora dal di dentro, e proprio per questo ci rende sempre più inermi, incapaci di reazione, di risposta efficace: essa può così continuare il suo lavoro di distruzione nel profondo di noi, come un virus, indebolendo ancora di più un 'io' già abbastanza fiacco. Qualcuno comincia ad avere il coraggio di chiamarla (tale 'causa oscura') con il suo nome:   'nichilismo', una specie di intimità con il nulla - scriveva di recente il vice direttore del 'Corriere della sera' Antonio Polito - (...) un vuoto a perdere'. E' una lotta tra l'essere e il nulla, tra il gusto del quotidiano e il vuoto che ci afferra dal di dentro. Se non lo prendiamo di petto, saremo noi le prossime  vittime, se non lo siamo già, di tale nichilismo dilagante. La paura profonda che ci assale con sempre più forza è