Idea 77 - Vasco Rossi

"Tempo fa, a lezione, parlavamo del libero arbitrio. Ad un certo punto, una studentessa scoppia a piangere di colpo. 
Silenzio.
Le chiedo : Che cosa hai?
E lei: Professore io mi rendo conto di avere questa possibilità, di essere libera. Ma il mio problema e che non so che farmene.
Ecco, in fondo, il dramma di oggi è questo: siamo liberi, ma per cosa?"

Parte così la riflessione che, Costantino Esposito, ordinario di Storia della Filosofia nell'università "Aldo Moro" di Bari condivide con il direttore della rivista internazionale "Tracce", Davide Perillo, sul tema del nichilismo e della perdita di scopo nella vita quotidiana da parte delle giovani generazioni, fenomeno esistenziale, ereditato per buona parte dalla generazione dei 50 / 60enni, ma che , solo da qualche anno viene evidenziato con preoccupazione.
Per la verità già nei primi anni '80, il filosofo Augusto Del Noce , ne parlava segnalando un crescente " nichilismo gaio", che si esprimeva nella vita con i tratti della soppressione dell'inquietudine tra i rapporti personali e sociali ( era l'epoca del riflusso e dell'edonismo sempre più imperante ).
In questi ultimi anni il fenomeno si è sempre più caricato di risvolti drammatici nei processi educativi, specialmente nelle nuove generazioni.
Continua Costantino Esposito: " La via d'uscita dal nichilismo non è il moralismo, ma una cosa molto semplice: non mollare sul proprio desiderio e fare attenzione al reale"

E' innegabile che uno dei mezzi di comunicazione privilegiati, di questi contrastanti atteggiamenti esistenziali nei giovani ( e non solo ) sia la musica, spesso incarnata nella produzione cantautorale.
Il campione dell' espressione più radicale del disagio giovanile, colui che lo ha portato negli stadi, attraverso il suo rock, ormai da quarant'anni, è senza dubbio Vasco Rossi.
Alfiere musicale di una generazione di sballati, all'inizio di carriera ha vissuto proprio sulla sua pelle i risultati della " vita spericolata". 
Indimenticabile l' irruenza dei suoi slogan cantati a squarciagola da una miriade di ragazzi, il segno di un desiderio di protagonismo in una società tranquilla nelle sue abitudini piccole borghesi.
Una critica, però, senza una proposta positiva di novità, nel segno del rock più commerciale, premiato dalle alte posizioni nelle classifiche di vendite. 

Negli ultimi anni, il "Blasco", però, ha come tolto il piede dall' acceleratore dall'esasperazione del vivere senza un senso.
Ecco alcuni brani da una interessante intervista di Giampaolo Mattei nel libro " Anima mia " (Piemme 1998):
"... e visto che per dieci anni tutti mi hanno rotto le scatole con la storia della vita spericolata, ora vado anche a letto presto. Sono cambiato. Comunque cerco sinceramente risposte che non riesco a trovare nel materialismo puro: perchè sono qua, perchè mi sveglio e sto bene, perchè oggi sono su di giri e domani sono a terra?
La famiglia conta, è fondamentale, chi lo nega non ha capito niente ed è anche pericoloso.
Bisogna ripartire da lì, è un bel progetto che bisogna amare.
Per me è così, tornare a casa e trovare mio figlio è forse la soddisfazione più bella della mia vita."
Insomma, il Komandante, ha messo la testa a posto?  Chissà ... 
Ma è innegabile che quel ronzìo di fondo, quel rimuginare sulla propria vita, su quel disagio, su quel "cercare la libertà e non saper che farsene" è sempre ben presente nei testi delle sue canzoni. 
Però ogni tanto , la realtà, tanto ignorata, viene riconosciuta e ci si accorge che è con lei che bisogna fare i conti.
Così come accade proprio in una canzone del 1998 : " Idea 77 ", all'interno di un album dei suoi migliori " Canzoni per me", pieno di spunti quotidiani e di grandi arrangiamenti. Un album solare , molto sintetico (poco più di mezz'ora di musica) , ma pieno di bei ritornelli da cantare in gruppo. 
Con un "di più" di positività ...






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