Rocket man - Elton John

"Vi è una solitudine dello spazio,
una solitudine del mare,
una solitudine della morte, ma queste
saranno una follia
a confronto di quel luogo più profondo
quella polare segretezza,
un'anima ammessa alla propria presenza,
finita l'infinità"
(Emily Dickinson, da "Poesie")

"Or nulla ci conforta,
e siamo soli nella notte oscura"
(Giovanni Pascoli, dal poema "I due orfani")

"Anche quando siamo soli (...) ci è possibile ascoltare l'infinito che è in noi. (...)
L'infinito, questa segreta dimensione della vita, è in noi: palpitante e vivo; e non si cancella nella misura in cui non ci lasciamo affascinare, e divorare dal tumulto e dal frastuono"
(Eugenio Borgna, da "La solitudine dell'anima")

"Più scopriamo le nostre esigenze, più ci accorgiamo che non le possiamo risolvere da noi, nè lo possono gli altri, uomini come noi.
Il senso di impotenza accompagna ogni seria esperienza di umanità.
E' questo senso di impotenza che genera la solitudine.
La solitudine vera non è data dal fatto di essere soli fisicamente, quanto dalla scoperta che un nostro fondamentale problema non può trovare risposta in noi o negli altri.
Si può benissimo dire che il senso della solitudine nasce nel cuore stesso di ogni serio impegno con la propria umanità (...)
Siamo soli coi nostri bisogni, col nostro bisogno di essere e di intensamente vivere"
(Luigi Giussani, da "Il cammino al vero è un'esperienza")

Questi sono alcuni dei brani citati da don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, nel suo intervento, dal titolo "Fede e solitudine", al convegno "Nemica solitudine" in occasione della "II Giornata Nazionale contro la solitudine", svoltosi a Firenze il 16 Novembre 2019.
Testo integrale in "Tracce", Dicembre 2019.
Intervento che il sacerdote spagnolo concluderà così:
"Da tutta questa umanità ferita giunge il grido che chiama ciascuno di noi a una responsabilità.
Quante persone sono sole perchè nessuno posa lo sguardo su di loro, nessuno dice loro: 'Tu vali. Così come sei, il tuo io vale più di tutto l'universo. (...)
Nessuno è inutile, ogni persona ha un valore incommensurabile, secondo quanto ci ricorda il Vangelo:
'Qual vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà se stesso?
O che cosa l'uomo potrà dare in cambio di sè?'
E' immaginabile un'affermazione più piena della dignità assoluta di ogni singolo uomo e uno sguardo più valorizzatore dell'umano di questo?"

"Resta un mistero che nessuno potrà mai decifrare:cosa conta di più, il testo o la musica?
Una risposta in realtà c'è, ed è la grandezza della canzone rock, che ha cestinato la poesia su carta e per un certo periodo ha creato una forma di comunicazione artistica più forte e più ricca della semplice poesia.
La forza della canzone, l'unione di due anime espressive che non possono vivere una senza l'altra.
Una forma di poesia sonica, che tra gli anni '60 e la fine dei '70 ha comunicato il mondo e il desiderio del cuore dell'uomo come nessuna altra forma di comunicazione."

E' la conclusione di un articolo del giornalista Paolo Vites, acuto e attento osservatore della storia del movimento rock, sul sito informativo "Il Sussidiario.net", scritto per raccontare la parabola artistica di due coppie di autori che hanno segnato le produzioni discografiche italiane e mondiali: Battisti - Mogol e Elton John - Bernie Taupin.
"Sono le uniche due coppie del mondo della musica dove il musicista e cantante non ha mai scritto un verso, eppure sfidiamo chiunque a credere che Battisti ed Elton John non fossero coinvolti con quello che cantavano, fino alle lacrime".

Ma mentre Mogol aveva a che fare con un tipo sostanzialmente tranquillo e tutto dedito alla musica,
Taupin doveva confrontarsi con un uomo, come possiamo dire?, "discretamente" vulcanico e di cospicua eccentricità, segno di insicurezza caratteriale nei rapporti interpersonali, in gran parte dovuta ad una infanzia e adolescenza vissute con genitori anaffettivi, come ben raccontato nel 'biopic' "Rocket man". 
Tutto questo però non ha evitato ad entrambi, in decenni di carriera di pubblicare veri e propri capolavori pop / rock, dove la fusione, musica e testo, rasenta la perfezione.
Come, appunto accade in "Rocket man", brano del 1972, nel fulminante inizio di carriera del compositore, pianista e interprete Reginal Kenneth Dwight (vero nome di Elton John), in cui si racconta dell'odissea di un astronauta in viaggio verso Marte. 
Qui, l'ispirazione letteraria di Taupin coinvolge chi ascolta, facendolo partecipe dei pensieri e delle riflessioni sulla solitudine, del protagonista. 
Dove è facile riconoscere lo stesso Elton John.

"Lei ha preparato le mie valigie ieri sera, 
prima del volo.
Nove in punto di mattina, orario di partenza.
e starò volando alto come un aquilone a quell'ora.

Mi manca così tanto la Terra
mi manca mia moglie.
Che solitudine c'è fuori nello spazio,
in questo eterno volo.

E penso che passerà ancora molto molto tempo,
prima che l'atterraggio mi faccia nuovamente scoprire,
che non sono l'uomo che mi si crede a casa.

Io sono un uomo razzo che sta qui a fondere da solo.

Marte non è il posto adatto per crescere dei figli,
infatti è maledettamente freddo.
E tutta questa scienza non la capisco.

E penso che passerà ancora molto molto tempo
E penso che passerà ancora molto molto tempo"




          

 

Commenti

  1. Come nella maggior parte delle canzoni famose...OK il testo ma se non fosse per la potenza della musica della strofa, in particolare il passaggio da voce naturale a falsetto...potrebbe dire qualsiasi cosa ma sarebbe (almeno da me) del tutto inascoltato.

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    Risposte
    1. Infatti.
      La forza del binomio John / Taupin è stata la perfetta unione tra musica e testo.
      Considero Elton John uno dei più grandi song writer insieme a pochi altri.
      Il testo di Taupin sulla solitudine del rocket man è forse la fotografia della situazione personale del suo compagno artistico.
      Non è una coincidenza che il biocpic curato dallo stesso Elton si intitoli proprio come il brano in questione
      Grazie del tuo intervento.

      Elimina

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