Into my arms - Nick Cave

"Eric Fromm scrive: 'Ho bisogno di te per essere me stesso (...)
Amandoti, tu mi dai a me stesso, tu mi permetti di essere'
Questa frase esprime in sintesi l'amore come incontro che decide dell'identità di ogni persona.
Mi sembra però importante ricordare che non c'è verità nell'amore inteso come incontro di anime belle.
'Nella mia esperienza quotidiana - mi scrive un'amica - mi capita spesso di stare davanti alla 'diversità' di mio marito e dei miei figli, alla loro 'alterità'.
Questo può, a volte, costituire una ragione di fatica.
Se parto, però, dalla consapevolezza della mia sproporzione, della mia impossibilità a essere per l'altro il suo compimento totale, finisco per guardare loro amandoli, poichè amo Colui che è il loro destino.
Divento così capace di stima, tenerezza, affezione, più ancora se partissi da un sentimento appassionato.'(...)
La 'Deus caritas est' mostra in modo mirabile l'unità fra 'amor concupiscentiae' e 'amor benevolentiae'.
L'enciclica svela che l'amore di concupiscenza, cioè quello sensuale, non nega la gratuità dell'amore.
Il nostro è un amore bisognoso, indigente, un amore che mira alla felicità, un amore fecondo, che gode del bene dell'amato.
L'amore - come scriveva Francesco di Sales - è il punto in cui la volontà si unisce e si congiunge alla gioia e al bene di un altro."

E' un brano tratto dal libro "Amare ancora", (Edizioni Messaggero Padova, 2011) di mons. Massimo Camisasca, attuale vescovo di Reggio Emilia - Guastalla, fondatore della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo.

Il cantautore rock l'australiano Nick Cave, ha attraversato nei suoi sessanta e passa anni di vita, stagioni umane e artistiche che lo hanno portato a trasformazioni inaspettate. 
Dotato di voce profonda, dalle sfumature drammatiche, ha pervaso la prima parte della sua carriera di un'aurea 'dark': i suoi testi disperanti e permeati dalle allucinazioni violente della mente umana erano rivestiti, spesso, da composizioni altrettanto urticanti tra il punk e il rock più schizoide, tra abusi di alcool e droghe.
"Mi hanno atterrito da ragazzino le lettura dell'Antico Testamento."
Confessa a Giampaolo Mattei nel libro "Anima mia" (ed. Piemme, 1998):
"Certamente la prima educazione umana e musicale, l'ho avuta in chiesa (...) fatto inevitabile in una piccola città di campagna in Australia. (...)
Adesso non so neppure dire se ho mai creduto in Dio. Forse andavo in chiesa per abitudine. (...)
Sono però affascinato da Gesù Cristo e dal Nuovo Testamento.
Ho trovato una grande gioia leggendo i Vangeli: come si può essere indifferenti di fronte all'incredibile filosofia cristiana del perdono e dell'amore? (...)
Del resto la spiritualità autentica, di qualunque natura essa sia, è l'unico mezzo per difendersi e non cadere nella trappola di un'esistenza superficiale e mediocre"

Personaggio complesso, controverso e allo stesso tempo intellettualmente affascinante (lo scrittore Luca Doninelli lo considera tra i più grandi poeti del rock, insieme a Bob Dylan), nel 2015 viene colpito da un grave lutto: Arthur Cave, suo figlio di 15 anni, precipita da una scogliera non lontano da Brighton e muore poco dopo per le ferite riportate.
Il dolore lo invade, ma la sua coscienza "religiosa" che è alla ricerca di un approdo sereno e che viene testimoniata nelle sue canzoni ormai da più di vent'anni, lo aiuta ad andare più a fondo del significato ultimo dell'esistenza umana.
Proprio all'inizio di questa ricerca spirituale, nel 1997, incide l'album capolavoro "The boatsman's call", in cui inanella una serie di 'ballads' d'amore bellissime, sorrette da voce, pianoforte e impeto religioso:
"Io credo che la canzone d'amore debba essere una canzone triste.
E' il rumore del dolore stesso, è il desiderio di essere trasportati dall'oscurità alla luce, di essere toccati dalla mano di Colui che non è di questo mondo, la canzone d'amore è la luce di Dio, giù nel profondo, che si fa largo tra le nostre ferite.
Alla fine, la canzone d'amore esiste per riempire, con il linguaggio, il silenzio tra noi stessi e Dio, per abbattere la distanza tra il temporale e il divino"
E "Into my arms" è una preghiera che apre uno squarcio in questo silenzio.


NELLE MIE BRACCIA

"Non credo in un Dio interventista
ma so, cara, che tu ci credi.
Ma se ci credessi,
mi inginocchierei e gli chiederei
di non intervenire quando si tratta di te.
Di non toccare un capello della tua testa,
di lasciarti così come sei.
E se Lui sentisse di doverti guidare,
allora gli chiederei di guidarti nelle mie braccia.

Nelle mie braccia, o Signore

E non credo all'esistenza degli angeli.
Ma guardandoti mi chiedo se sia davvero così
Ma se ci credessi, li riunirei insieme,
e chiederei loro di proteggerti.
Chiederei ad ognuno di accendere una candela per te.
Di rendere luminoso e chiaro il tuo cammino,
e di farti camminare, come Cristo, nella grazie e nell'amore.

E credo nell'amore
e so che anche tu ci credi.
E credo in una sorta di cammino, 
che noi possiamo percorrere, io e te.
Quindi tieni le tue candele accese.

Rendi il suo viaggio chiaro e puro,
così che lei continui a tornare.
Sempre e comunque.

Nelle mie braccia, o Signore"




















  
 


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