Patapàn - Claudio Baglioni

"Un padre che abbia la possibilità di compiere il percorso che abbiamo descritto - che cioè, nella tenerezza verso il figlio ricorda di essere generato, sente l'esigenza di tornare ad attingere alla fonte della generazione e più attinge e più scopre al fondo di sè il Mistero eterno che è Padre come nessun altro -, come risponderà all'appello del figlio?
Il suo sguardo trapasserà gli occhi del figlio, sapendo riconoscere in quel piccolo mendicante il frutto di una storia di cui egli non è ancora cosciente.
Il padre gli allargherà l'orizzonte, richiamando continuamente lo sfondo del destino buono che tiene per le mani il suo effimero istante.
Un esempio può far comprendere questa esperienza: solo un vero padre, davanti ad una tappa fondamentale della vita del figlio (la laurea, il matrimonio, il diventare papà), vedendo quell'uomo che sta crescendo ha in mente anche il piccolo di 20 / 30 anni prima, come neanche il figlio stesso può averlo presente.
E ne resta commosso.
Eppure, un padre, con la sue poche energie umane riesce ad avere uno sguardo su ciò che era quel bambino ora fatto grande, non potrà mai sapere cosa ne sarà di quell'uomo, quando lui non ci sarà più.
(...) Lo sguardo di un padre verso il figlio sarà perciò pieno di verginità, nella scoperta di avere a che fare con qualcuno che non è di sua proprietà, ma cui solo lui è chiamato a rispondere.
Quanto più ci lasciamo generare, tanto più potremo sperimentare nella nostra carne la verginità con cui l'Essere genera tutte le cose"
Questa lunga citazione è tratta da un'intervista che Pigi Banna, giovane sacerdote ambrosiano, che segue da vicino insegnanti e studenti di Gioventù Studentesca, storica "sessione" del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, ha concesso al mensile internazionale "Tracce", nel Dicembre 2019, a proposito di cosa vuol dire l'esperienza essere padre.

Uno dei cantautori storici, nella storia della musica italiana, Claudio Baglioni, di canzoni con argomento il rapporto tra padre e figlio, ha costellato diverse volte il suo 'song book'.
raggiungendo il culmine dell'ispirazione con 'Avrai', scritta alla nascita del suo unico figlio, Giovanni, nel 1982.
Ma la sua creatività si è sempre mantenuta ad alti livelli di espressione anche in altre occasioni, come ad esempio con "Patapàn", brano all'interno dell'album "Sono io" del 2003:
"Sono io non come dichiarazione imperativa, ma come una risposta.
La risposta ad una delle tante domande impossibili che la vita pone: 'chi sei?'
Sono io, appunto, così come sono.
Con la stessa voglia di esserci e l'identica incapacità di capire i perchè."
E' così che l'artista romano introduce il senso del suo raccontare, in musica, la memoria del rapporto con suo padre, dopo aver assistito alla sua morte.
E sempre partendo dalla sua educazione cristiana.
"La fede è un miraggio difficile da descrivere ..... è una sommatoria di aspettative, un senso di armonia ... è sapere che stai in pace con tutto, con i tuoi pensieri.
E' quindi, una strada molto lunga: uno di quei percorsi che puoi deviare e poi riprendere.
Ero un ragazzino di borgata che frequentava l'oratorio, sono stato anche catechista.
I miei genitori più di me hanno voluto che continuassi in questo mestiere, anche quando questo sogno non si stava avverando.
Sono loro che hanno voluto un figlio cantautore: hanno avuto la buona volontà di regalarmi proprio questo: il loro tempo" 





 

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