1 Corinthians 15:55 - Johnny Cash

da "Il brillìo degli occhi" di Julian Carron
(ed. Nuovo Mondo, 2020)

"Come scrive san Bernardo, 'quello che ci viene da Dio non possiamo conservarlo e tenerlo senza di lui'
Vale a dire, senza il riaccadere della Sua presenza e senza che noi lo assecondiamo, non possiamo riprodurre quei frutti che pure abbiamo gustato.
Il cammino al vero è un'esperienza: il genio del metodo educativo di Giussani sta tutto qui: (...)
'Cristo non è venuto a dire: 'Chi mi segue soddisferà tutti i suoi capricci, i suoi pensieri, i suoi interessi'.
No! Ma ha detto:
'Chi mi segue cambi i criteri, incominci a mutare i criteri di valutazione, di valore, di giudizio di valore'
E se uno fa così, dopo avrà il centuplo di quello che sembrava perdere.
'Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù'
Non esiste nessuna proposta al mondo che sia più chiara e netta di questa, perchè ci sfida sperimentalmente.
'Chi mi segue sarà di più, troverà d più, cento volte tanto'. 
Ma 'chi mi segue', però' 
(FCL Giornata d'inizio anno 1975) (...)

Solo questa novità può essere credibile oggi.
'Il granello di frumento cristiano diventa veramente capace di dare forma solamente se non si rinchiude in una forma speciale, illusoria, che vive accanto e accessoriamente alle altre forme del mondo e che si autocondanna alla sterilità, ma se, seguendo l'esempio di Gesù, fa rinuncia di sè e sacrifica il suo carattere di forma speciale, senza lasciarsi turbare dall'angoscia di dover sortire da sè e tuffarsi ed essere tuffata nel mondo.
Perchè per il mondo solo l'amore è credibile'
(H.U. von Balthasar, in 'La percezione dell'amore')"

E' la conclusione del lavoro pedagogico che Julian Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha sviscerato e offerto nell'estate 2020, segnata dalla pandemia, per recuperare il senso del compito della vita per la responsabilità di ognuno, nei confronti di tutto il mondo. 

"Il Signore della Vita è stato buono con me. Mi dà buona salute ora e mi aiuta a continuare il lavoro che amo. Mi ha dato la forza di affrontare le malattie passate e vittoria di fronte al rischio di sconfitta.
Mi ha dato vita e gioia dove altri vedevano oblìo.
Mi ha dato nuovo scopi per cui vivere.
Nuovi servizi da rendere e vecchie ferite da rimarginare.
La vita e l'amore vanno avanti. Che la musica suoni"

Queste le parole, scritte da Johnny Cash, una delle icone del rock americano, uno dei fondatori insieme ad Elvis Presley, del movimento musicale che rivoluzionò la musica del secondo novecento, che comparivano sulle note di copertina dell'album "Solitary man" pubblicato nel 2000.
Lavoro discografico che iniziò l'ultima parte della sua vita, sotto la produzione del guru Rick Rubin, e che fu accolto con grande favori di critica.

Cash ebbe una vita lunga e travagliata percorsa da drammi personali e lutti familiari precoci (la morte sul lavoro del fratello giovanissimo) che lo segnarono, ma che non scalfirono mai la sua profonda fede cristiana: quella cristianità ereditata dai genitori e fortemente coltivata con severità e dolcezza redentiva dalla sua seconda moglie June Carter, che lo anticipò in Paradiso a distanza di pochi mesi.

Come accadrà anche per altre figure del rock (Leonard Cohen, David Bowie), Cash registrò dischi con la sicura coscienza di essere arrivato al traguardo della vita terrena, accentuando la voglia di testimoniare la sua appartenenza al disegno misericordioso del Dio cristiano:
così vengono raccontati gli ultimi suoi giorni da Steve Turner, curatore della bellissima biografia "Johnny Cash. La vita, l'amore, la fede di una leggenda americana" (Universale Economica Feltrinelli, 2013) :

"Ancora il 14 Agosto 2003, Cash era in studio e lavorava ad alcune canzoni. Una era intitolata '1 Corinthians 15:55, che parlava della morte sulla base del versetto ( dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinti  n.d.r.) 'Dov'è, o morte la tua vittoria? Dov'è o morte il tuo pungiglione?' (...)
Giovedì 11 Settembre si ammalò di nuovo, stavolta con problemi respiratori causati da un attacco d'asma. (...) I polmoni, in cui era rimasto pochissimo tessuto sano, iniziarono a bloccarsi. (...)
Alle due del mattino seguente, John R. Cash morì.
La forza di Cash come autore cristiano era la compassione che nasceva dall'esperienza.
Scriveva del peccato non in modo astratto, ma come qualcosa che aveva conosciuto intimamente.
Gli piaceva dire che l'unica ragione per cui non portava sulle spalle i sensi di colpa dei suoi errori, era perchè pensava, che se Dio lo aveva perdonato, il meno che potesse fare era perdonare se stesso"

Il ragazzo dell' America rurale più profonda.
Il ragazzo che cantava i gospel in chiesa.
Il pioniere del rock'n roll.
Il drogato, il depresso, l'alcolizzato, il carcerato (anche se per una notte sola).
Colui che era stato salvato dalla sua seconda moglie e dalla fede incrollabile in Cristo
Colui che vedeva nei carcerati uomini come lui, da redimere attraverso il Verbo cristiano.
Ora faceva l'ultima esperienza terrena, per viverne una nuova definitiva, proprio come aveva cantato pochi giorni prima.

"O morte dov'è il tuo pungiglione?
O tomba dov'è la tua vittoria?
O vita sei un sentiero luminoso
e la speranza zampilla in eterno
quando vedo il mio Redentore
che chiama.

Remo la mia barca sulle onde del tuo mare
fammi trovare un porto sicuro
e non permettere che entri l'oscuro nel tuo santuario
finchè non verrà il tempo della dipartita.
Lasciami veleggiare con la mia barca verso est
nel tuo porto di luci
e caccia via per sempre la mia oscurità
Dammi il mio compito e fa che lo compia bene
e con tutte le mie forze.

Soffiate o venti caldi, quando fa freddo e imperversa la pioggia
e non venire troppo presto a riscuotere i miei debiti.
E mantieni il mio sguardo fisso sulla stella polare.
Quando il viaggio non sarà più adatto ad un uomo o ad una bestia
sarò al sicuro ovunque Tu sia."




 
      
  

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