Il forestiero - Adriano Celentano

da "Il brillìo degli occhi" di Julian Carron
(ed. Nuovo Mondo, 2020)

"E' solo un'esperienza umana che ti permette di scoprire la presenza di Cristo, di capire cos'è il tuo rapporto con Lui.
Intercettare la presenza contemporanea di Cristo è facile: le presenze che ci calamitano, che ci fanno sperimentare la corrispondenza di cui abbiamo parlato, sono rare.
Perciò intercettarle è facile: per Pietro, Zaccheo, la Samaritana, la Maddalena è stato facile.
E' facile ma non scontato. (...)
Che cosa ha dovuto esserci in Pietro, in Zaccheo, nella Samaritana, nella Maddalena e negli altri che Lo hanno incontrato, affinchè intercettassero la Sua novità, la Sua diversità, la Sua unicità?
Un'attenzione sincera, uno sguardo spalancato.
Infatti 'la verità ultima è come trovare una bella cosa sul proprio cammino: la si vede e si riconosce se si è attenti. Il problema dunque è tale attenzione' (cit. Luigi Giussani) (...)

Pietro, Zaccheo, la Samaritana, la Maddalena, non avevano messo una sordina alla loro umanità: nel loro sguardo c'era una sete, un'attesa inquieta, anche sofferente, che la presenza di quell'Uomo aveva evocato, fatto risuonare, abbracciandola, corrispondendovi. (...)
Di fronte alla alla presenza di Gesù, nelle persone che lo sentivano parlare e lo vedevano agire, nasceva la domanda: 'Chi è costui?' (...)
Da qui, da questo contraccolpo stupito, che suscita una insopprimibile domanda, inizia quel percorso di conoscenza, di riconoscimento, che si chiama fede.
Guardiamo come esso si dispiega nei primi che hanno incontrato Gesù.
Cerchiamo di immedesimarci in una delle tante scene del Vangelo, per paragonarci con la dinamica conoscitiva che emerge dal racconto."

E' ancora Don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione che ci sollecita a comprendere e vivere le categorie pedagogiche dell'avvenimento cristiano, calato nella nostra quotidianità.

Anno 1985.
Adriano Celentano si imbarca in un progetto cinematografico, che partendo dalla sua fede cristiana, risulterà però non risolto e piuttosto confuso nella sua realizzazione : 'Joan Lui'
"Pur avendo un nome da donna Joan Lui è un uomo. Un uomo sotto ogni aspetto.
Si chiama così perchè racconta la storia di una coscienza.
Una coscienza che potrebbe essere la mia ma anche quella di tutti, perchè le coscienze, a differenza degli uomini, sono tutte uguali e raccontano una cosa sola: la verità.
La coscienza è un pezzo di Dio che è dentro ognuno di noi fin dalla nascita, e, nonostante il nostro impegno per assassinarlo ogni giorno, Egli continua a risorgere per ricordarci che ci ama."

Celentano risponde così, provocato a fondo da Riccardo Bonacina sulle pagine del settimanale "Il Sabato", poco prima dell'uscita del film.
"Lo sai come mi sono riavvicinato alla fede? Per gioia.
Ero felice e io volevo a tutti i costi ringraziare qualcuno. (...)
Senza l'aldilà, l'aldiquà non sarebbe neanche un provino, e se questo non è un provino che senso ha?
Il guaio più grosso è l'indifferenza che ormai è penetrata in ciascuno di noi.
L'indifferenza è un male peggiore della bomba atomica.
Anche i giusti sono in preda all'indifferenza e non hanno neanche più la forza di commuoversi, ed anche la natura è preda di questo male, diventa arida, si ribella."

Adriano Celentano, all'inizio della sua carriera, idolo italiano del rock d'importazione, sente forte il bisogno di capire qual è il senso della sua vita, raduna intorno a sè un gruppo di sacerdoti per approfondire le ragioni di quel cristianesimo di cui sono impregnate le sue radici familiari.
Da quel momento la sua acclamata e sterminata carriera, fatta non solo di canzoni che hanno fatto la storia del pop rock tricolore, ma anche di film e di tanta televisione, sarà testimonianza della sua fede cristiana, così popolare, scevra da ogni intellettualismo, diretta e appassionata.

Famiglia, valore della maternità (antiabortista tutto d'un pezzo), contrario alle pratiche eutanasiche, ecologista d'antan: questi sono i suoi principi più volte affermati, anche se qualche volta in maniera un pò arruffata e con derive predicatorie, fatta salva la sua sincerità.
Nel 1970, pubblica un brano che con un coinvolgente andamento 'arabeggiante', racconta pedissequamente l'episodio evangelico della Samaritana, cogliendone l'essenza del messaggio.
E' nient'altro che quell'invito che sollecita Julian Carron: quell' "immedesimarsi" per "paragonarci".

"Il forestiero" è una canzone semisconosciuta del suo repertorio, ma che in questi anni, 'il Molleggiato', ha rispolverato nelle sue partecipazioni televisive.
Un vero estratto evangelico tradotto in rock, che non perde di un briciolo la fedeltà al Sacro Testo.
La storia di un incontro. 
Come scrive mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia e Guastalla nel suo agile libro 'Perchè mi cercate?' (ed. San Paolo, 2018):
"Davanti alla Samaritana, pur peccatrice ed eretica per i giudei,(Gesù), si mette al suo livello e le dice: 'Dammi da bere'.
Gesù ha sete, noi siamo chiamati a rispondere."




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