Cherry tree carol - Sting

da "L'ombra del Padre. Il romanzo di Giuseppe"  di Jan Dobraczynski
(Morcelliana, 1980)

"Dopo anni trascorsi al fianco di Miriam, confrontando la calma di lei con la propria inquietudine, incominciò a comprendere da dove gli fosse giunta quella tendenza.
Per tutta la vita aveva desiderato servire, ma voleva anche sentire di essere in grado di servire.
L'Altissimo lo aveva chiamato, ma non aveva avuto fiducia nelle sue forze.
Gli permetteva di agire, e poi, prendeva in mano la cosa Lui stesso.
Questo suscitava in Giuseppe amarezza, e quell'amarezza si trasformava in rimproveri a se stesso.
Si accusava, non avendo l'ardire di accusare l'Incomprensibile. (...)
Pensava unicamente: tutto ciò che possiedo l'ho ottenuto per volontà dell'Altissimo.
Dovevo essere un ombra.
Quando il sole si erge allo zenith, le ombre scompaiono.
Forse Egli vuole semplicemente darmi il segnale che quell'attimo sta giungendo? (...)
Forse si stava avvicinando l'ora per il cui avvento aveva pregato Gesù.
E sarebbe stata un'ora in cui il padre terreno avrebbe cessato di essere necessario."

Sono i pensieri di Giuseppe, il padre terreno di Gesù, sconfortato e travolto da mille pensieri, durante la ricerca di suo figlio, scomparso durante una visita al Tempio di Gerusalemme.
Lo ritroveranno in mezzo ai rappresentanti del clero, meravigliati dalla profonda conoscenza delle scritture. Naturalmente scosso per lo spavento Giuseppe redarguisce Gesù:
"Poi il ragazzo si volse verso Giuseppe e affermò:
- Se permetti, abbà, che io esprima il mio pensiero, lo dirò. Non desidero l'insegnamento dei dottori.
Questi uomini sono saggi a parole, ma non vedono la vita.
Vogliono disputare del cielo e non scorgono la terra ...
- Però l'Altissimo abita nel cielo - notò Giuseppe
- Egli dice anche: solleva la pietra, e Mi troverai, recidi un pezzo di albero e Io sono là ...(...)
( Giuseppe) vide che la mano di Miriam si posava carezzevole sul braccio del Figlio.
Si guardarono e vide come si sorridessero.
Era felice vedendo il loro amore.
Non sentiva nè solitudine, nè invidia.
Sapeva che il loro amore era come una brocca colma, da cui sgorgasse acqua all'intorno.
Là dove irrorava la terra si generava la vita.
Nel petto il dolore vellicava, ma anch'egli camminava sorridendo."

Si conclude così il bel romanzo (oggi diremmo 'fiction') che Jan Dobraczynsky, il più noto scrittore cattolico polacco di fine novecento ( la prima edizione è del 1980) ha intessuto sulla figura di Giuseppe, un personaggio evangelico, che nonostante sia stato fondamentale nei primi anni della vita terrena di Gesù (e anche prima per il suo ruolo di marito della Vergine Maria), non ha avuto molto spazio nelle redazioni storiche degli evangelisti.
Proprio questo suo "oscuramento" nei testi ufficiali della Chiesa, ha dato modo di far sbizzarrire gli autori degli antichissimi vangeli "apocrifi" e la fantasia dei romanzieri moderni.
Ma non solo loro ....

'Cherry Tree Carol' è una ballata molto diffusa nelle isole britanniche, ma codificata in forma scritta solo nei primi decenni dell'Ottocento ed è ispirata ad un episodio narrato nel Vangelo apocrifo dello Pseudo  Matteo.
"Maria e Giuseppe sono pienamente umani nel modo con cui rispondono ad una insolita contingenza.
Nel loro cammino,  Maria con in grembo il Bambino, chiede a suo marito di procurarle delle ciliegie.
Un pò irritato il vecchio Giuseppe le replica che dovrebbe essere il vero padre del bambino ad andare a prendere sull'albero le ciliegie, non lui.
Implicita nella storia della nascita di Cristo c'è la consapevolezza della sua morte e della sua conseguente resurrezione."

E' Sting, che nelle note di copertina del suo disco "If on a winter's night", presenta questa 'carol'.
E' il 2009, e l'ex leader dei Police, nella sua instancabile ricerca musicale produce un album completamente dedicato ai canti tradizionali della stagione invernale che tra il medioevo e il rinascimento hanno risuonato in terra irlandese e inglese.
Ma l'uomo è troppo culturalmente preparato per sottovalutare l'importanza delle influenze cristiane di questi brani:
"Fin dal primo millennio la festività del Natale è stato l'evento centrale e distintivo della stagione invernale.. la storia della nascita di Cristo contiene molti elementi magici, anticipati dalle antiche profezie:
Dio Re, nato tra gli animali in una stalla, la stella misteriosa ad Est, i tre uomini saggi, Re Erode e la strage degli innocenti, Maria e Giuseppe e il paradosso della nascita da una vergine.
Io apprezzo la bellezza di queste storie e come queste abbiano ispirato musicisti e poeti per tanti secoli.
Era mio desiderio trattare questi temi con reverenza e rispetto, nonostante il mio personale agnosticismo; la simbologia sacra dell'arte cristiana esercita su di me una forte influenza.
Per me è importante delineare le analogie tra la storia del cristianesimo e le antiche tradizioni del solstizio d'inverno.
Miti e storie sono il nostro comune patrimonio culturale e quanto basta per tenerlo vivo attraverso la reinterpretazione nel contesto del pensiero contemporaneo anche se, questo pensiero è essenzialmente agnostico.
Comunque, il mistero, al centro del cosmo e senza dubbio, della vita stessa, rimangono intatti e tutti noi abbiamo bisogno di attingere a queste storie per sopravvivere.

Beh, chapeau, all'agnostico Sting.
La versione live della sua interpretazione di "Cherry tree carol" è tratta dal bellissimo concerto che la grande rockstar tenne nella Cattedrale di Dhuram nel 2009. Vi consigliamo di vederlo tutto: si trova in rete.

"Quando Giuseppe era vecchio
sposò la vergine Maria, la Regina di Galilea
Giuseppe e Maria passeggiavano in mezzo ad un verde frutteto.
C'erano bacche e ciliegie rosse 
come non se ne erano mai viste.
E Maria parlò a Giuseppe con tono dolce e mansueto:
-Giuseppe, raccoglimi delle ciliegie, perchè io sono incinta.

Giuseppe si arrabbiò:
- Che ti raccolga le ciliegie il padre del bambino!
Parlò allora il bambino Gesù dal grembo di Maria:
- Piega l'albero più alto così che mia madre possa prenderne.

E, piegatosi il ramo più alto sino a toccare la mano di Maria.
lei gridò: oh, guarda Giuseppe, mi basta parlare per avere le ciliegie!"

Conclude Sting:
"La risposta di Giuseppe è onesta ed emotiva.
E implicita nella storia c'è la consapevolezza della nascita di Cristo, della sua morte e risurrezione."




      

Commenti

  1. Non conoscevo questa versione di Sting: mi permetto giusto di ricordare che è esattamente lo stesso tema trattato da Branduardi nella bellissima "Il ciliegio" (scritta nel 1977 nell'album "la pulce d'acqua", ben prima quindi della versione di Sting, e ispirata sempre dalla stessa canzone medioevale), di cui in verità solo adesso ho capito il significato. Grazie Carlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo Stefano,
      grazie per l'attenzione con cui segui il blog.
      Naturalmente ho presente la versione di Branduardi ( nella stanza di Elvis c'è il vinile dell'epoca.)
      Faccio solo due osservazioni:
      Come capitava spesso nei decenni scorsi ( non solo in Italia) sull' etichetta dei vinili non si specificava " adattamento da ....." ma risultava come compositore il titolare del disco.
      Poi negli ultimi anni questa mezza "bugia" è scomparsa.
      Per quanto riguarda la versione di Branduardi il tema del brano è volutamente "agnostico": cioè non si fa nessun riferimento alla tipicità dei protagonisti della carol.
      Oggi, addirittura il menestrello di Cuggiono, dopo l' esperienza francescana, realizza album su Ildegarda di Bingen.
      Praticamente musica confessionale.

      Elimina
    2. Errate corrige:
      effettivamente sulle note di copertina, con piccolo asterisco c'è la segnalazione della rielaborazione ( molto in piccolo).
      Rimane il suo nome sull' etichetta del vinile.
      Confermo la versione agnostica.
      Ma a quel tempo Branduardi sosteneva che la musica è un tronco cavo in cui ci puoi mettere ciò che vuoi.

      Elimina
    3. Verissimo Carlo, ben sapevo che ne eri a conoscenza. Effettivamente la versione di Branduardi (in realtà la traduzione del testo è di sua moglie) evita qualsiasi riferimento religioso e la trasforma, appunto in una fiaba medievale. del resto gli anni '70 sono pieni di canzoni attinte a piene mani da repertori classici.
      Due esempi per tutti: "All by myself" di Eric Carmen, tratta paro paro dall'adagio del 2 concerto di Rachmaninov, e "Take my heart" (meno famosa) di Jacky James (lentone da discoteca del 1973) tratta dal tema della Principessa di "In a persian market" di Albert W. Ketelbey.
      Grande blog!

      Elimina
    4. certo, all'epoca la sua immagine era quello del menestrello medievale che però, a differenza di quelli originali, non si interfacciava mai con la religione, ma solo con la morte impersonificata dall'immagine della Danza della Morte (Totentanz). Poi, effettivamente, il cambio è stato molto radicale, ma non per questo meno interessante. considero personalmente il disco su San Francesco uno dei suoi più belli.

      Elimina

Posta un commento

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri