Who wants to live forever - The Queen
da "Il Profeta" di Gibran Khalil Gibran
(Tascabili Editori Associati, 1987)
"E un astronomo domandò: 'Maestro che dici del Tempo?'
Ed egli rispose:
'Vorreste misurare il tempo che non ha misure, e non potete misurarlo. (...)
ma ciò che è eterno in voi, sa che la vita è eterna.
Oggi non è che il ricordo di ieri, e domani non è che il sogno di oggi.
E ciò che in voi è canto ed estasi dimora ancora nei confini dell'attimo primo, che nello spazio disseminò le stelle.
Chi di voi non sente che, pure illimitato, questo amore è chiuso nel centro dell'essere, e non oscilla da pensiero a pensiero, nè da amore ad amore?
Come l'amore, non è forse il tempo indivisibile e immoto?
Ma se credete di misurare con le stagioni il tempo, sappiate allora che le stagioni si cingono l'un con l'altra, e il presente abbraccia il passato con il ricordo, e, con la speranza, l'avvenire"
Insieme al "Siddharta" di Herman Hesse, "Il Profeta", con le dovute differenze, è il libro ispiratore di una certa cultura hippie, un movimento giovanile che dall'America del nord dilagò in tutto il mondo al seguito di un ingenuo ma sincero pacifismo preoccupato dall'incubo della guerra nucleare, incombente, nello strisciare della guerra fredda.
Come il "Siddartha", "Il Profeta" è un lavoro letterario scritto nella prima parte del '900, che ripubblicato negli anni '60, trovò nuovi lettori appassionati.
L'autore, Gibran Khalil Gibran, nato in Libano nel 1883, morto a New York nel 1931, cristiano
maronita, fu poeta, filosofo e pittore ed è considerato nei paesi arabi, un genio della sua epoca.
Riteneva "Il Profeta" la sua opera più personale, più intima:
"Credo di non essere mai stato senza sentire il Profeta, dentro di me, fin dal primo in cui ho concepito il libro laggiù sul Monte Libano".
Alla sua pubblicazione i commenti parlarono di "un ritmo maestoso simile all'Ecclesiaste", di "possente riserva di vita spirituale"
Nella introduzione della edizione italiana a cui facciamo riferimento, Carlo Bo, scrive di "poesia e profezia" e lo situa nell'alveo poetico di Claudel ed Ungaretti.
C'è chi lo accomuna, come struttura narrativa, a "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche.
Innegabilmente, un libro composto da brevi sermoni, dove la cultura spirituale cristiana e quella araba sufi si confondono e si intrecciano in un ibrido senza tempo.
"In 'Highlander', l'eroe scopre alla sua prima battaglia che non può morire e sfortunatamente si innamora di questa ragazza, e tutti gli dicono che non è una buona idea che stiano insieme, perchè ad un certo punto lei invecchierà e morirà, lui no.
Ma, nonostante tutto lui decide così, sta con lei e quando lei sta per morire tra le sue braccia, dice a lui:
'Non ho mai capito perchè sei rimasto con me', e lui risponde: 'Ti vedo ancora come la prima volta',
ma lei è vecchia e sta morendo.
Questa storia mi ha molto commosso e ho scritto questa canzone intitolata:
'Who wants to live forever (when love must die) 'Chi cerca di vivere per sempre (quando l'amore deve morire)"
Così raccontava nel 1986, cioè a ridosso dell'uscita sugli schermi del primo film della saga di "Highlander", Brian May, chitarrista dei Queen, ai quali era stata richiesta la realizzazione di una serie di brani come commento musicale al film.
Ma le riflessioni di May, continuano, completandosi nel 2003:
"Adesso siamo in un'epoca totalmente differente, naturalmente.
La canzone è stata scritta, ma quello che è successo veramente è stato che siamo andati a vedere le prime stampe di 'Highlander' e quella è stata la nostra prima esperienza in ogni senso con il film - non avevo letto la sceneggiatura e credo che nessuno di noi l'avesse fatto - ed è stato molto commovente.
E' come se avesse aperto una cateratta dentro di me, avevo a che fare con diverse tragedie nella mia vita: la morte di mio padre, la crisi del mio matrimonio.
E' come se avessi sentito immediatamente 'Who wants to live forever' che mi risuonava in testa."
Non era la prima volta che ai Queen veniva proposta la realizzazione di colonne sonore:
la prima fu per un kolossal fantascientifico "Flash Gordon".
Fu un flop al botteghino, e anche il loro commento musicale lasciò perplessi i critici.
Le canzoni scritte per "Highlander", contenute nell'album "A kind of magic", invece, traineranno il successo del film.
"Who wants to live forever", è un brano di ampio respiro melodico, scritto interamente da Brian May, eppure Freddy Mercury se ne appropriò totalmente, cantandola sempre con grande passione.
La storia ha voluto che anche l'ultima canzone dei Queen con Mercury, la canzone considerata il suo "testamento", "The show must go on", sia stata scritta anch'essa da May.
Così scrive Walter Gatti, esperto musicale, all'interno del libro da lui curato "Help. Il grido del rock" (ed. Itaca, 2012), nell' approfondimento riguardante "Who wants to live forever":
"Quanto dura l'attesa? Quanto può durare il desiderio? E' accaduto qualcosa? Accadrà qualcosa?
Sul palcoscenico del rock, fatto di finzioni tragicomiche, Freddy Mercury ha interpretato la tremenda leggerezza dell'attore tragico, si è ritagliato dei momenti di lucida chiarezza - disperazione, che scivolavano un istante dopo nella risata del clown, nella forzuta esibizione del macho da circo, nello sberleffo del dominatore della platea.
Eppure certe frasi, rimangono. Come epitaffio. Come anelito. Come barlume.
Come afferma il Profeta di Gibran:
"Il presente abbraccia il passato con il ricordo, e, con la speranza, l'avvenire"
"Non c'è tempo per noi.
Non c'è spazio per noi
Cos'è che costruisce i nostri sogni eppure ora scorre via?
Chi vuol vivere per sempre?
Non abbiamo scelta
il nostro destino è già stato deciso
Questo mondo ha un solo dolce momento
messo da parte per noi.
Chi vuol vivere per sempre?
Chi desidera amare per sempre?
Quando l'amore deve morire.
Tocca le mie lacrime con le tue labbra.
Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita
E potremo avere per sempre
E potremo amare per sempre
L'eternità è il nostro presente.
Chi vuol vivere per sempre?
L'eternità è il nostro presente ...
Ma in ogni caso, chi aspetta in eterno?"
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