Nowhere man / Help - The Beatles

da "Il brillìo degli occhi. Cosa ci strappa dal nulla." di Julian Carron
(ed. Nuovo Mondo, 2020)
 
"Più il nichilismo avanza e più diventa insopportabile vivere senza senso, più si fa sentire il desiderio indistruttibile di essere voluti bene, di essere amati.
E' quello che accade al 'figliol prodigo' di cu parla il Vangelo: quanto più si scende in basso, tanto più emerge sorprendentemente in lui la nostalgìa di suo padre.
Ma anche chi pensa di non avere un padre si accorge che il desiderio di essere amato persiste, irriducibile. (...)
Come vivere in questa situazione?
Da dove partire per riguadagnare la vita che rischiamo di perdere?
Questa domanda esprime un'urgenza esistenziale, è come una spina nella carne. (...)

Possiamo riconoscere il reale, a cominciare dal nostro disagio, e gridare la nostra sete di un significato
esauriente, di una soddisfazione totale.
Ma... è ragionevole gridare se, alla fine non c'è nulla? (...)
Ma l'esistenza del grido, della domanda, del desiderio, è la cosa meno scontata che ci sia. (...)
Ora, che cosa implica l'esistenza del grido?
Se c'è il grido, c'è la risposta.
Un'affermazione del genere ci risulta a volte difficile da capire e accettare. (...)
Essa (la risposta) non coincide con niente di ciò che posso afferrare, non so cos'è, ma so che c'è.
Altrimenti non vi sarebbe il grido, non ci spiegheremmo l'esistenza della domanda. 

Quando aboliamo la categoria della possibilità, che è la stoffa stessa della ragione, (...) significherebbe negare la domanda - che però c'è - ecco, è questa 'irrazionalità', questa 'disperazione', ciò da cui l'uomo contemporaneo, cioè ciascuno di noi, è fortemente tentato, per le difficoltà che trova lungo il cammino."

E' una citazione fortemente interlocutoria, questa, tratta dal recente saggio di Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
Un pamphlet che è diventato un caso editoriale nell'estate del 2020, segnata dalla pandemia Covid-19.

"Quando questo brano fu pubblicato, stavo veramente chiedendo aiuto.
La maggior parte della gente pensa che sia solo una canzone rock veloce.
Io stesso mi sono reso conto solo in seguito che questa canzone era un grido d'aiuto.
A volte so essere molto positivo, ma so anche entrare in profonda depressione e in quei momenti mi butterei giù dalla finestra"

Per ammissione stessa di John Lennon, le sue composizioni nell'esperienza discografica dei Beatles, erano quelle più autobiografiche, rispetto ai brani composti da Paul Mc Cartney.
Dei quattro, Lennon era il personaggio più problematico, il più introverso, il più "politico", il meno accomodante, il più critico verso la sua condizione umana, anche se le sue domande sfociavano sempre in una negazione del trascendente, tanto da profetizzare la fine del cristianesimo rispetto al fenomeno rock.
Questa parabola esistenziale è esplicita in "Nowhere man" e "Help"
Anche se "Help" è stata composta prima, ci piace mantenere una diversa cronologia.
"Nowhere man" (L'uomo inesistente), brano incluso nell'album "Rubber soul", è una triste confessione
su ciò che stava vivendo: confuso tra la sua vita personale e il successo mondiale dei Beatles, sperduto nella sua nuova enorme casa, non più innamorato di Cynthia Powell, la sua prima moglie, stava perdendo il contatto della realtà attraverso l'uso di droga.
E' quasi un lamento funebre, desolato, che si ravviva solo grazie all'intervento della chitarra solista di George Harrison.

"E' proprio un uomo inesistente
seduto su una terra inesistente
a far progetti inesistenti che non sono destinati a nessuno.
Non ha un'opinione sua,
non sa dove va,
non assomiglia un pò a te e a me?

Uomo inesistente, per favore, ascolta,
tu non sai cosa perdi.
Uomo inesistente il mondo è ai tuoi piedi.
Ma l'Uomo inesistente è cieco
e vede solo quello che vuol vedere.
Non ha un'opinione sua,
non sa dove va,
non assomiglia un pò a te e a me?

Uomo inesistente non riesci proprio a vedermi?
Uomo inesistente non darti pena,
prenditela calma, non ti affrettare,
lascia perdere tutto,
fino a che qualcuno non ti darà una mano."

Già ... "Fino a che qualcuno non ti darà una mano"
Confessiamo di avere usato un artificio e avere spostato la frase, questa richiesta di aiuto, alla fine, anche se originalmente è posta a metà del brano.
Questo per agevolare il senso del nostro percorso, per approdare al secondo brano del post, a "Help".

Contenuta nell'album omonimo (colonna sonora di un film realizzato dallo stesso quartetto di Liverpool), è sempre del 1965, stesso anno di "Rubber soul", ma pubblicato qualche mese prima.
Anche "Help" è la documentazione musicale della vita reale di Lennon: esaurito mentalmente dopo un lungo periodo di tourneè alla conquista del mercato discografico americano, vittima di un malessere che sfocia nella separazione dalla moglie Cynthia, sposata un paio d'anni prima, dalla quale aveva già avuto un figlio, Julian.
La donna disapprova la vita dissipata sia sessualmente che nell'abuso di droghe del marito, ma non riesce ad imporsi. Inoltre il "beatle" subisce anche il lutto della morte della madre.
"Help" è il racconto di un uomo infelice.
Qui, però Lennon ha quasi un sussulto, riconosce di avere bisogno degli altri.

Scrive il giornalista Paolo Vites, in "Help, il grido del rock" (ed. Itaca, 2012):
"Anche se inizialmente nessuno, specialmente i fan, si accorge del disperato grido di Lennon, questo brano è uno spartiacque nel mondo ancora innocente e spensierato della musica pop.
Come sta facendo Bob Dylan, dall'altra parte dell'oceano, in America, per la prima volta in una canzone di successo fa capolino il bisogno esistenziale dell'uomo."

In una intervista del 1981, cioè a pochi giorni dal suo assassinio, Lennon ammise:
"Fin da bambino mi sono sempre comportato da ribelle e ciò mi provocava una specie di risentimento, d'altro canto volevo essere amato e accettato.
Una parte di me vorrebbe essere accettata da ogni sfaccettatura della società, e non essere questo musicista fanfarone e stravagante.
Ma non posso essere ciò che non sono."

Rimane, così, tragicamente enigmatica la storia personale di John Lennon, e chissà come sarebbe la sua vita oggi se la sua stessa esistenza non fosse stata violentemente spezzata quell' otto dicembre 1981.
Ci rimangono le sue canzoni.

"Aiuto! Ho bisogno di qualcuno
Aiuto! Non di uno qualsiasi.
Aiuto! Tu sai che ho bisogno di qualcuno.
Aiuto!
Quand'ero più giovane, molto più giovane,
non avevo bisogno d'aiuto di nessuno:
ormai quel tempo è passato,
e io non sono più sicuro di me.
Ora scopro di aver cambiato idea,
di aver spalancato le porte.

La mia indipendenza si è trasformata in confusione.
So solo di aver bisogno di te come non mai.
Aiutami se puoi, sono a terra
e vorrei tanto averti vicino,
aiutami a tornare me stesso,
non vuoi per favore, per favore, aiutarmi?
Aiutami! Aiutami!






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