Santa Lucia - Francesco De Gregori
"J.P. Sartre, dopo aver messo in scena un personaggio satanico che gioca a scimmiottare la conversione cristiana, gli fa confessare: 'Mostro o santo, me ne fregavo. Volevo solo essere inumano ... addio mostri, addio santi, addio orgoglio. Non ci sono che uomini'
Con più dolore e rabbia, H. Boll scrive: 'I cattolici sanno che cosa è un peccatore e sanno che cosa è un santo. Non sanno che cosa è un uomo.'
G.Bernanos, invece, assicura: 'I santi sono più umani tra gli uomini. Essi non hanno bisogno del sublime, se mai è il sublime che avrebbe bisogno di loro. (...)
Un eroe dà l'illusione di superare l'umanità, mentre il santo non la supera, la assume.
Si sforza di realizzarla nel miglior modo possibile, si sforza di avvicinarsi il più possibile al suo modello Gesù Cristo, cioè Colui che è stato perfettamente uomo'. (...)
'I tuoi santi - scriveva G.von Le Fort, in uno dei suoi 'Inni alla Chiesa' - sono come le acque nella china delle montagne che risalgono verso la Sorgente'
Si diventa santi non perchè si diventa 'migliori' in maniera sempre più eccezionale e sofisticata, ma perchè ci si 'converte' verso l'Origine (Cristo) in maniera che essa ci attiri a se con sempre maggior forza. (...)
Per leggere fruttuosamente il racconto della loro vita, è necessaria una cosa soltanto: essere 'uomini del desiderio' a un punto tale che ogni Grazia che sopraggiunge ci trovi umili e riconoscenti"
Così chiosa, dopo avere messo in fila una serie di citazioni letterarie, Antonio Sicari, nella presentazione del secondo volume della sua monumentale opera, edita a cavallo tra gli anni '80 e '90 da Jaca Book editrice, "Ritratti di santi".
"Mia madre, leggermente miope, quando cercava qualcosa per casa e non riusciva a trovarla, magari cercava per ore una cosa che stava sotto i suoi occhi, quando la trovava diceva: 'Santa Lucia, Santa Lucia, non l'avevo vista!', è un modo di dire, e la canzone scatta lì, uno che non trova cose evidenti.
Santa Lucia è la santa dei ciechi, lo sanno tutti, e questa è una canzone per quelli che non vedono.
Non capisco perchè debba vergognarmi di aver usato questa mediazione cattolica.
santa Lucia fa parte della mia cultura, mi ricorda le lezioni di catechismo.
Se le critiche sono rivolte al solo fatto che che si nomini una santa, io non me ne vergogno, non niente contro i santi.
Se mi viene di fare "Santa Lucia", la faccio perchè tutto sommato mi piace, esteticamente mi sta bene, i contenuti mi stanno bene.
Si può dire che faccio delle canzoni commissionate dal Papa:
la canzone in effetti è una preghiera"
E' parte di un'intervista rilasciata a Romano Giaccio, nel 1980, da Francesco De Gregori, riguardo al suo brano "Santa Lucia", contenuta nell'album "Buffalo Bill", pubblicato nel 1976, appena dopo "Rimmel" che per una serie di coincidenze storico/politiche venne definito "esempio di espressione di arte marxista" (molto probabilmente senza la condiscendenza dell'autore) e appena prima del processo in pubblico che il cantautore romano dovette subire da un gruppo di autoriduttori durante un concerto a Milano. Evento che lo traumatizzò, tanto da tenerlo lontano dalla musica live, a cui ritornò, grazie alle insistenze del collega amico Lucio Dalla, organizzando la leggendaria tourneè "Banana Republic".
E' proprio dal grande artista bolognese che arriva il più commosso giudizio sulla canzone di De Gregori:
"La prima volta che ascoltai questo brano ero in macchina, stavo guidando.
Dovetti fermarmi, incantato: era troppo bella.
Dovetti accostare e ascoltarla con il cuore gonfio di meraviglia, sarei uno stronzo a dire che ho pianto, e siccome sono stronzo, vi dico che ho pianto!
Una canzone che mi schiantò, rimasi molto turbato, è una delle canzoni più belle di sempre.
Invidioso? Si, sono invidioso ...."
E' molto raro che tra colleghi ci si esprima in questi toni, ma l'umanità di Dalla è universalmente riconosciuta, tanto che, quasi come un ringraziamento postumo e discreto, caratteristico di De Gregori,
nelle ultime versioni del brano, in studio e del vivo, Francesco conclude "Santa Lucia" inserendo in coda la citazione dell'intro dalliano di "Come è profondo il mare"
Insomma, attraverso una bella canzone, l'occasione di testimoniare un bella storia di amicizia.
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