The wanderer - Johnny Cash & U2

"dal "Libro dell'Ecclesiaste"

"Io, Cohelet, sono stato re d'Israele a Gerusalemme, ed ho posto il mio cuore a ricercare e ad investigare con saggezza tutto ciò che vien fatto sotto il sole: è questa una occupazione molesta, che Dio ha dato ai figli dell'uomo perchè in essa si affatichino.
Ho veduto tutte le cose che si fanno sotto il sole, ed ecco il tutto è vanità e inutile affanno.
Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare.
E pensavo in cuor mio e dicevo: 'Ecco, io ho acquistato una sapienza maggiore a tutti quelli che regnarono prima di me a Gerusalemme ed ho potuto conoscere molto intorno alla sapienza e alla scienza'.
Mi detti allora ad esaminare la sapienza e la scienza, la stoltezza e la pazzia e compresi che anche questo è un affaticarsi invano, perchè:
dov'è molta sapienza è molta molestia e chi accresce il sapere aumenta il dolore."


"Ho avuto molte figure paterne nella mia vita: l'elenco sarebbe lungo, ma ai primi posti ci sarebbe Johnny Cash, un grande uomo perché capace di essere straordinario e comune allo stesso tempo.
Era una persona buona, ma standogli a fianco ti rendevi conto che aveva visto il deserto, cosa che lo rendeva ancora più unico.
Ora se n'è andato per sempre, seguendo l'amore della sua vita."
Parole di Bono Vox, leader degli U2, alla notizia della morte, il 12 Settembre 2003, della leggenda del country rock Johnny Cash, grande artista, uomo tormentato ma di una fede cristiana fatta carne nella propria vita, sfatto anche dalla morte della moglie, June, giusto quattro mesi prima.
Una donna che praticamente lo salvò dall'autodistruzione.

Nel 1989, Bono Vox degli U2, decide di scrivere una canzone che racconti la vicenda umana di Johnny Cash, dopo averlo incontrato nella sua casa, non lontano da Nashville, nella regione americana del Tennessee.
E lo spunto glielo suggerisce la lettura dell' Ecclesiaste, nell'episodio del "predicatore".
Un "libro", questo, biblico, piuttosto saccheggiato dai rocker angloamericani, forse per la forte immedesimazione con il protagonista del libro sacro, quel Cohelet, così pieno di tormenti e di domande sulla condizione umana.
E forse anche per la forte commistione culturale e storica tra il protestantesimo e il cattolicesimo che fa emergere maggiormente una rassegnazione al dolore umano nel primo, a scapito della fiducia in una redenzione da parte di un intervento del divino, che nel cattolicesimo è sempre presente.
Dice ancora Bono:
"Johnny Cash era un santo che preferiva la compagnia dei peccatori.
E' straordinario. Ho visto la Bibbia che leggeva.
Ho visto la sua vita da prospettive diverse, e mi è rimasta la sensazione di aver conosciuto una persona con la dignità di un'epoca a noi sconosciuta.
M sembra di leggere di Giacobbe o Mosè.
Era così lontano dal ventesimo secolo: era una figura mitologica.
L'ecclesiaste è uno dei miei libri preferiti: parla di un personaggio che vuole scoprire perchè è vivo, perchè è stato creato.
Tenta con la sapienza. Tenta con la ricchezza. Tenta con l'esperienza. Le prova tutte.
Ti affretti a leggere il libro per scoprire come mai, e alla fine l'autore ti dice: 'E' bene lavorare',
'Ricorda il tuo creatore'.
Per certi versi appare molto deludente.
Eppure non lo è! 
C'è qualcosa di Johnny Cash, lì dentro.
Ha una voce grandiosa che ama certe parole.
E io ho scritto quelle parole per lui"

Si, perchè Bono non si limita a citare la Bibbia, ma il testo ha precisi rimandi ad un racconto della scrittrice americana cattolica Flannery O'Connor (la cui opera letteraria è stata ispirazione di altre rock star come Springsteen e Cave), dal titolo "La saggezza del sangue", in cui si racconta di un giovane predicatore che inventa un cristianesimo senza Cristo Crocifisso, la "Chiesa della Verità". Vuole dimostrare agli uomini che c'è bisogno di "un nuovo Gesù che sia tutto uomo, senza sangue da buttare via".
L'antitesi della vita di Cash, un uomo che ha testimoniato attraverso anche la sua musica, i dolori, le gioie, la tensione alla redenzione dopo l'abisso degli sbagli e del peccato che valgono per chiunque. 

"The wanderer" (Il vagabondo), verrà inserito nell'album degli U2 "Zooropa"

"Sono uscito camminando
Lungo le strade lastricate d'oro
Ho sollevato alcune pietre, 
visto pelle e ossa di una città senz'anima.
Sono uscito camminando sotto un cielo atomico
dove il terreno non si riesce ad arare.
E la pioggia brucia,
come le lacrime quando ti dissi addio.

Già, me ne andai con niente
se non il ricordo di te.
Vagabondai

Mi fermai fuor da una chiesa,
dove ai cittadini piace sedere:
loro dicono che vogliono il Regno,
ma non vogliono dentro Dio

Andai là fuori in cerca di esperienza
Per assaggiare e toccare,
e per provare tutto ciò
che ad un uomo riesce
prima di pentirsi.
Uscii in cerca di un uomo buono,
uno spirito che non si piegasse o spezzasse
che sedesse alla destra del suo padre.

Uscii camminando,
con una Bibbia e una pistola.
la parola di Dio pesava sul mio cuore:
era sicuro di essere il prediletto.
Ebbene, Gesù, non aspettarmi alzato.
Gesù, sarò presto a casa.
Sì, sono uscito a prendere i giornali,
le dissi, torno a mezzogiorno.

Sì, io partii senza nulla.
Già, me ne sono andato con il solo pensiero che anche tu ci saresti stato
Cercavo te,
andai vagabondando.





Per le interviste a Bono e per le notizie su questo brano ci siamo avvalsi della lettura di:
"U2. The name of love. Testi commentati"      Autore: Andrea Morandi
"Johnny Cash. La vita, l'amore e la fede di una leggenda americana"    Autore:  Steve Turner 

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