Poca voglia di fare il soldato - Ivano Fossati

da "Fratelli tutti" Lettera Enciclica di Papa Francesco
(Libreria Editrice Vaticana, 2020)
"L'inganno è nel cuore dell'uomo, la gioia invece è di chi promuove la pace. (...)
Come diceva San Giovanni XVIII, 'riesce quasi impossibile pensare che nell'era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia'
Lo affermava in un periodo di forte tensione internazionale, così diede voce al grande anelito alla pace che si diffondeva ai tempi della guerra fredda. (...)
Invece si cedette alla ricerca di interessi particolari senza farsi carico del bene comune universale.
Così si è fatto di nuovo strada l'ingannevole fantasma della guerra.
Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato.
La guerra è un fallimento della politica e dell'umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male.
Non fermiamoci su discussioni teoretiche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce danni. (...)
Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti con cuore aperto.
Così potremo riconoscere l'abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perchè abbiamo scelto la pace."

E' un brano di "Fratelli tutti" la lunga e complessa enciclica sociale che Papa Francesco ha offerto al mondo intero, come riflessione sulle situazioni di ingiustizia che attanagliano al realtà umana, indicando le possibili soluzioni partendo dall'annuncio del messaggio cristiano operante nel popolo cristiano.

"Oggi si arriva a dimenticare persino la guerra, ogni guerra!
Non vorrei che, una volta superati gli orrori, tutto si riduca a un cumulo di conti e numeri.
Trovo scandaloso che qualcuno si chieda quanto è costatano le guerre, quasi come se si parlasse dell' Olimpiade. E' agghiacciante!"
Risponde così Ivano Fossati a Giampaolo Mattei nel bel libro di interviste (citato più volte in queste "stanze") "Anima mia" (ed. Piemme, 1998)
E' il 1998, e il cantautore genovese riflette soprattutto sulla guerra dei Balcani, teatro di genocidi e pulizie etniche e religiose, risolta soltanto con un discutibile intervento armato da parte della Nato.

Ivano Fossati, lunga esperienza nella discografia italiana, inizia la sua carriera all'inizio degli anni '70, sotto il segno del prog-rock nostrano nel gruppo dei Delirium, importando il folklore hippy di matrice americana intriso di pseudo misticismo in salsa new-age, mediandolo con la cultura cristiana dell'epoca.

La sua parabola artistica matura negli anni in maniera esponenziale diventando uno degli autori meno banali e più apprezzati da pubblico e critica.
E mentre offre piccoli gioielli musicali a diverse interpreti della scena pop (Mannoia, Bertè, Mia Martini), e mentre realizza prestigiose collaborazioni con De Andrè, De Gregori e Mina, si costruisce un repertorio cantautorale ai massimi livelli e di sopraffina qualità, sia grazie a soluzioni armoniche accattivanti, sia ai testi intensi e profondi.
Argomenti più volte toccati sono il dramma delle emigrazioni (in tempi non sospetti) e una sensibilità contro ogni guerra:
"Poca voglia di fare il soldato", se da un lato rimanda ai 'Lieder' alla 'Plaisir d'amour', dall'altro è una voluta ricostruzione dei moduli di certe canzoni popolari d'inizio secolo o del periodo fra le due 
guerre. Un titolo per tutti: 'Il testamento del capitano'.
C'era in quegli anni, un modo di scrivere particolare ma nitido:
un testo semplice e chiaro, una musica semplice e chiara"
Riflessioni di Fossati rilasciate a Massimo Cotto nel volume "Di acqua e di respiro" (ed. Arcana, 2005)

"Poca voglia di fare il soldato" viene pubblicata nell'album "Lindbergh", anno 1992, ed è una composizione originale che fa il paio, nello stesso ellepì, con una versione de "Il disertore" un classico inno pacifista di Boris Vian, che Fossati, spesso inserisce nella scaletta dei suoi concerti.
"Oggi sono un uomo che cerca di gettare lo sguardo sopra l'orizzonte e non più sotto.
E che, guardando fuori e più lontano, vive la sensazione piacevole di essere condiviso da quelli lo ascoltano"




Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri