Quelli che arriveranno - Brunori sas

da "La casa degli sguardi" di Daniele Mencarelli
(Mondadori editore, 2020)

"All'altezza della vetrata Liberty stazionano due ragazzi.
La madre tiene in braccio un bambino mentre il padre gioca con lui, gli fa vedere la fontana del giardino interno e intanto con smorfie e linguaccia fa ridere il figlio.
Quando sono a non più di un metro da loro i due genitori si voltano e con loro il bambino.
Il passo perde la cadenza, così come il respiro.
Il piccolo avrà tre anni; a parte gli occhi, il suo viso non esiste, al posto del naso, e la bocca, ci sono buchi di carne rossa.
Schiaccio gli occhi sul marmo del pavimento, gli sfilo a fianco, senza più guardarli (...)
Perdo tempo, sperando che quei due ragazzi e il figlio sfigurato se ne siano andati.
Le risate del bambino arrivano prima di tutto. Sono ancora lì.
Ora però non sono da soli.
Davanti a loro c'è una suora, è anziana, piegata in avanti, il suo viso sfiora quello tremendo del bambino:
'Tu sei il bello di mamma e papà, vero?'
Prende la manina e la bacia, lui forse per il solletico, scoppia a ridere, la suora non avrà meno di ottant'anni, ha il viso paffuto, bianco come il latte:
'Allora non sei solo bello, sei pure simpatico, ti piace così?'
E ripassa la manina sulla sua bocca, il mento per il piacere di lui.
Poi la suora si drizza, guarda il padre e la madre:
'Ma non sentite che risata che c'ha? Questo dentro non ha l'argento, ha l'oro, l'oro vivo!'

Sono stordito, non riesco a capire, a decifrare.
Ho visto qualcosa di umano e al tempo stesso straniero, come un rito proveniente da una terra lontanissima, non riesco dentro di me a rintracciare strumenti per tradurlo nella mia lingua (...)
Nessuna lettura riesce a colmare la distanza tra quel che ho visto e la mia logica"

Questo è un brano dall'opera prima, autobiografica, di Daniele Mencarelli.
Classe 1974, più che semplice scrittore, Mencarelli è testimone narrante di luoghi dove dolore e redenzione si incontrano e si scontrano: in questa opera in mezzo ai bambini del "Bambin Gesù" e nel secondo suo romanzo, anch'esso autobiografico, "Tutto cerca salvezza" immerso nella umanità dolente di un manicomio.
Questo stesso brano è citato nel pamphlet "Il brillìo degli occhi" (ed. Nuovo Mondo, 2020), di don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, editato nell'estate del 2020, in cui il sacerdote spagnolo condivide le sue meditazioni con gli appartenenti del movimento e con l'umanità ancora disorientata dall'avvenimento pandemico del Covid -19.
E così commenta il brano di Mencarelli:
"Lo scrittore ha cercato di spiegare, di ricondurre al noto, al prevedibile, al comprensibile, l'eccezionalità che aveva visto, che aveva invaso i suoi occhi ('qualcosa di umano e la tempo stesso straniero'), che l'aveva attirato e in un certo senso inchiodato. (...)
Che cosa ha calamitato Mencarelli? (...) Davanti al volto completamente sfigurato di quel bambino, la suora non si è rittratta, anzi ha avuto per lui una tenerezza, una simpatia profonda, vertiginosa, carnale,una simpatia nel senso intenso del termine, un vortice di affezione, che aveva qualcosa di così abissalmente umano da apparire più che umano, 'straniero - divino' (...)
Non qualsiasi carne, non qualsiasi presenza carnale, ma una presenza che porta in sè qualcosa che corrisponde a tutta la nostra attesa ed è perciò in grado di calamitare il nostro essere."

A gennaio del 2020, il cantautore Brunori sas, licenzia il suo nuovo album "Cip".
E' l'ennesima conferma che questi è forse l'unico cantautore della nuova generazione, che raccolga l'eredità di quella storica che imperversò negli ultimi 30 / 40 anni nelle discografie italiane, lasciando impronta culturalmente indelebile:
"Dentro ci sono canzoni d'amore, nelle sue diverse declinazioni, da quello di coppia, a quello famigliare, sino all'amore ideale, forse utopistico, indubbiamente erede di un cristianesimo bambino, che mi porto indietro nel tempo.
Il disco racconta la buona volontà, la tenerezza, ma anche le difficoltà, la pazienza, i denti stretti per tenere in piedi le cose. Ho incontrato tante umanità diverse e volevo raccontarle." (da Rockol)
"Tutti lo sappiamo, però mi sembra che la rimozione del dolore, della morte e dei temi esistenziali che viviamo oggi, non solo in Italia, stia portando a questa sorta di separazione dagli altri." (da Luz. intervista di Chiara Monateri)

Alla fine del disco, ecco "Quelli che arriveranno":
"L'ho voluta inserire nell'album, perchè mi sembrava perfetta per raccontare di un bambino che si interroga sul futuro, sapendo che non potrà vederlo e quindi mi sono sentito molto vicino a lui.
E' in qualche modo l'idea che forse non ci dobbiamo pre-occupare del futuro, ma occupare del futuro"
Il testo di "Quelli che arriveranno", è sorprendentemente legato alle riflessioni di Mencarelli e Carron:
Achille, il bambino protagonista, immagina che arrivino degli 'stranieri', degli alieni:
"Quelli che arriveranno
chissà come saranno
E se avranno le stesse tue mani
Se saranno più alieni o più umani
Avranno le solite gambe, le solite braccia, le solite facce.
Ma chiuso nel petto, magari,
un cuore più grande
un cuore più grande
un cuore gigante"



Commenti

  1. Grazie per queste riflessioni!! che mi mostrano aspetti di questo cantautore che non ero riuscita a cogliere e ad apprezzare! Libro di Mencarelli notevole. "La Stanza di Elvis" sempre una grande ricchezza.

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  2. Grazie.
    Sono contento che il tutto sia interessante

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