Is this the world we created ...? - Queen

da "La terra è ancora madre dell'uomo"  di Giovanni Testori
Corriere della sera  4 Aprile 1979

"Ogni anno diciassette milioni di bambini muoiono nel mondo per fame o per malattia;
ma prima di quelle morti, sono diciassette milioni d'umili, sconosciuti itinerari di sofferenze, di pene, di strazio e d'agonia che si svolgono;
sono diciassette milioni di piccoli, immensi calvari, diciassette milioni di piccole, immense 'vie crucis'.
Quindi, insieme e dopo quelle morti, è un mare infinito di dolore del quale non conosceremo mai l'entità, nè la fatica che domanda per essere sopportato, nè le devastazioni che discendono. (...)
La strage degli innocenti comincia con questo non riconoscere il segno di Dio che è in ogni vita concepita; comincia nell'ammettere come eliminabile quell'essere.
Una volta che si sia ammesso questo, una volta che si sia ammessa questa prima, suprema ingiustizia, tutte le altre ingiustizie possono conseguirne.(...)
Non è vero che la terra non basta più all'uomo.
E' vero invece, che l'uomo non divide secondo giustizia la terra, le sue possibilità, le sue ricchezze. (...)
Se si mercanteggia con Dio, si è pronti a mercanteggiare con l'uomo, sull'uomo; s'è pronti a fare dell'uomo mercato, demenza, carcere, assassinio, malattia, morte.
Solo da quest'atto rivoluzionario, che è il più semplice ma anche il più completo, solo da questo 'si' pronunciato a Dio, può discendere il 'si' pronunciato all'uomo. (...)
Sempre che l'uomo voglia restare uomo, e non trasformarsi in numero, in oggetto, in cosa"

Beh, questo articolo è stato scritto nel 1979, ma, i più attenti converranno che anche oggi sarebbe di un'attualità sconvolgente.
Questa era la prima pagina del Corriere, e Giovanni Testori, il Grande Lombardo, sulle tracce di Alessandro Manzoni, richiamava ad una coscienza civile e religiosa i lettori del quotidiano di via Solferino, raccogliendo il testimone appartenuto a Pier Paolo Pasolini e strappato in maniera violenta e mortale in situazione ancora misteriose.

1984:
"Stavamo riguardando tutte le canzoni che avevamo e abbiamo pensato che ci mancava una di quelle cose tipo 'Love of my life'.
Quella canzone si è sviluppata nel giro di un paio di giorni : Brian ha preso la chitarra acustica, io mi sono seduto accanto a lui, l'abbiamo elaborata insieme.
Io ho tirato fuori la parte del testo, poi lui ha trovato gli accordi ...... ed è semplicemente successo qualcosa"

E' Freddie Mercury che racconta la genesi, di uno dei capolavori rock, usciti dalla sua sensibilità d'artista e di uomo inquieto.

"Is this the world we created", grazie all'arrangiamento minimalista, rende forte l'impatto del potente testo che denuncia le ingiustizie inflitte ad un'Africa sfruttata, con una interpretazione vocale della quale Mercury aveva l'esclusiva.

La canzone conclude l'album "The works" e un anno dopo verrà cantata davanti alla platea immensa del "Live Aid", organizzato proprio per sensibilizzare i governi, raccogliendo fondi per combattere la tragedia della mancanza di cibo in Africa.
E mai ribalta fu più adeguata.

E' QUESTO IL MONDO CHE ABBIAMO CREATO?

"Pensiamo a tutte quelle bocche affamate
che dobbiamo nutrire
Consideriamo tutta la sofferenza
che noi stessi generiamo.
E' questo il mondo che abbiamo creato?
Per che cosa lo abbiamo fatto?
E' questo ciò per cui tutti viviamo oggi?

Sai che ogni giorno nasce un bambino bisognoso di aiuto
che avrebbe bisogno di affetto e amore
in una casa felice.
E da qualche parte un uomo ricco siede sul trono
aspettando che la vita passi.
E' questo il mondo che abbiamo creato,
costruendolo da soli?
E' questo il mondo che abbiamo distrutto fino all'osso!
Se c'è un Dio nel cielo che ci osserva,
cosa può pensare di ciò che abbiamo fatto,
al mondo che Lui ha creato?"

E le stesse domande universali urgono sia al grande scrittore lombardo sia al grande rocker inglese ...





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