My father's house - Bruce Springsteen

"Aveva tutte le caratteristiche per diventare la perfetta candidata alla 'cancel culture':
scrittrice bianca scomparsa nel 1964, cattolica, abitava in una grande tenuta nella Georgia insieme ai suoi splendidi pavoni, conservatrice con quella tipica angoscia e il sapore forte della verità del sud degli Stati Uniti, comune a tanti scrittori come Walker Percy.
E così, Flannery O'Connor è stata cancellata, ma dalla propria 'famiglia'.
La 'Loyola University nel Maryland, università gesuita, ha annunciato di aver cambiato nome della 'Flannery O'Connor Hall' dopo le accuse di razzismo dovute ad alcune sue lettere private (ad aprire il processo alla memoria della grande scrittrice ci aveva pensato il 'New Yorker' un mese fa)
'La cosa più terribile per me, da cattolica, è che il capo di questa istituzione, la Loyola, sia un prete cattolico e che lasci abbattere anche la nostra fede' dice Siobhan Nash-Marshall, docente di Filosofia a New York, che ha firmato un appello accademico a difesa della O'Connor.
'Le storie della O'Connor difendono i reietti, tra cui gli afroamericani e gli oggetti principali della sua satira sono spesso i bianchi razzisti - continua Nash-Marshall - E' profondamente ironico che fra tutti gli scrittori, Flannery O'Connor, la cattolica romana, sia 'cancellata' da una università cattolica. (...)
Al fondo c'è una cristianofobia: hanno decapitato statue di Gesù in Florida, dicendo che era un uomo bianco. Sono di un'ignoranza totale e chi li sprona sono accademici" 
Fin qui un articolo de "Il Foglio" di giovedi 30 Luglio 2020 a firma di Giulio Meotti.
Ma chi era Flannery O'Connor? : scrittrice cattolica, romanziera dalla visione cruda della società abitata da personaggi 'borderline' protagonisti di storie non convenzionali e dai risvolti grotteschi.

"I racconti dovrebbero rappresentare la vita, e lo scrittore deve usare tutti gli aspetti della vita che sono necessari per creare un'opera convincente. (...)
Scrivere racconti è la concreta espressione del mistero, mistero che è vissuto"
Così scriveva la O'Connor ad un'amica nel 1956.
E ancora:
"Ciò che rende ironico il silenzio con il quale i cattolici hanno accolto la mia opera è il fatto che io scrivo in questo modo perchè e solo perchè sono cattolica.
Se non fossi cattolica non avrei nessuna ragione di scrivere, nessuna ragione di guardare, e nemmeno nessuna ragione per sentirmi inorridita o per gioire di qualsiasi cosa"

E per quanto riguarda l'accusa di razzismo?
Ecco alcune sue riflessioni:
"C'è bisogno di una grazia speciale perchè due razze possano vivere insieme, particolarmente quando la popolazione è divisa a metà e quando hanno una storia particolare come la nostra.
Non si può trovare una soluzione al di fuori di un codice di comportamento basato sulla reciproca carità" 

- da "Inseguire quel sogno"  autoritratto di Bruce Springsteen all'interno del volume a cura di Leonardo Colombati "Come un killer sotto il sole" (Sironi editore, 2011):
"Il mio album del 1982, 'Nebraska', ha quella dote cinematica che vorrei possedere sempre nei miei lavori, quando entri in una canzone e senti la vita pulsare. Con le sue malinconie e le sue debolezze. (...) Sono stato ispirato più del cinema e dalla letteratura che dalla musica.
Le prime letture importanti le ho fatte verso la fine dei miei vent'anni, con autori come Flannery O'Connor. Sentivo che c'era qualcosa nelle sue storie che catturava quella parte del carattere americano che mi interessava descrivere.
I suoi racconti sono stati una grande rivelazione: riusciva ad arrivare al cuore della malvagità che al contempo non rendeva mai esplicita.
Questo avviene in tutti i suoi racconti - il modo in cui lascia questo buco, questo vuoto che è in ognuno di noi.
C'è una specie di lato oscuro - una componente di spiritualità - che ho sempre avvertito nelle storie della O'Connor.
Conosceva il peccato originale; sapeva qual era il modo di rendere carne un racconto.
Aveva talento e idee, e l'uno serviva le altre.
A quei tempi stavo venendo fuori da un periodo in cui scrivevo in modo un pò troppo pomposo e retorico e volevo trovare un'altra strada - più scarna, personale, essenziale.
Così poco prima di registrare 'Nebraska', lessi molte cose della O'Connor"

- da "Talk about a dream. Bruce Springsteen / Testi commentati", (Arcana edizioni, 2009) Ermanno Labianca così commenta:
"'My father's house' poggia su queste coordinate, con la corsa del piccolo protagonista che cerca smarrito la via di casa.
Tutto come nella parabola del figliol prodigo.
Un bel romanzo di Flannery O'Connor 'La vita che salvi può essere la tua', presenta paesaggi simili.
Come pure Springsteen, spesso cita suoi romanzi per esempio "La saggezza del sangue"

E, Luca Giudici, nel suo "Bruce Springsteen. Abbagliati dalla luce" (Zona Music books, 2019) chiosa.
"Il valore del sacro come compassione, che in 'Nebraska' assume tutta l'importanza di un principio fondante, complessivamente nella filosofia springsteeniana è universale, trascende la storia individuale"

"My father's house", come d'altronde tutto l'album 'Nebraska', è un prodotto musicale 'minimale', non ha la carica e l'imponenza del rock classico, si ispira alle ballate rurali del primo Dylan; qui il 'Boss' vuole mettere in evidenza il testo senza curarsi di arrangiamenti 'attraenti'.

LA CASA DI MIO PADRE 

"Stanotte ho sognato di tornare bambino
là dove i pini crescono alti e selvaggi
cercavo di trovare la via di casa attraverso i boschi
prima che calasse il buio
Sentivo il vento frusciare tra gli alberi
e voci spettrali levarsi dai campi
Ho iniziato a correre con il cuore in gola per quel sentiero accidentato
con il diavolo alle calcagna

Mi sono aperto un varco tra gli alberi e lì, nella notte
la casa di mio padre si ergeva splendente e luminosa
I rami e i rovi mi strappavano i vestiti e mi graffiavano le braccia
ma ho continuato a correre fin quando non mi sono sentito tremare tra le braccia di lui.

Mi sono svegliato pensando alle cose che ci avevano divisi:
mai più avrebbero allontanato i nostri cuori.
Mi sono vestito e mi sono diretto verso quella casa,
dalla strada riuscivo a vedere la luci dietro le finestre.
Sono salito e ho atteso sotto il portico:
una donna che non conoscevo mi ha parlato dietro una porta chiusa con una catena.
Le ha raccontato la mia storia, spiegandole per chi ero venuto.
Mi ha detto: 'Mi dispiace figliolo, ma nessuno con quel nome vive più qui'

La casa di mio padre risplende altera e luminosa,
è come un faro che mi chiama nella notte,
mi chiama e mi chiama ancora, così fredda e isolata,
splendendo al di là di quella oscura strada
dove i nostri peccati giacciono impuniti"

...e adesso, 'cancellate' anche Springsteen ... se ce la fate!



Commenti

  1. Che bello poter approfondire cosi un autore che già ami profondamente! Grazie! Queste riflessioni riempiono il cuore! Grazie davvero a "La stanza di Elvis"!!

    RispondiElimina

Posta un commento

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri