Anche per te - Lucio Battisti

da "Il brillìo degli occhi" di Julian Carron
(ed. Nuovo Mondo, 2020)

"Proprio nell'accorgersi di non essere fatti per il nulla vi è un elemento decisivo, indispensabile, nel cammino per identificare ciò che ci strappa dal nulla: la scoperta della propria aspirazione umana, della propria umanità.
Che cos'è questa nostra umanità che non si lascia ingannare, che non possiamo prendere in giro, alla quale non possiamo dare una risposta qualsiasi, arbitrariamente scelta?
L'inganno e la distrazione coprono il disagio, ma non ci strappano dal nulla.
Pur ferita, malmessa, ingarbugliata, la nostra umanità non si lascia confondere, non si lascia prendere in giro dal primo che passa, e questo è il segno che è meno ingarbugliata di quello che sembra. (...)
La nostra umanità costituisce un argine critico in ultima istanza ineludibile: lo sorprendiamo nell'esperienza.
L'esperienza, però, per essere tale - ecco il punto -implica un giudizio, una valutazione, e dunque un criterio (...). 
Qual è il criterio? La nostra umanità. (...)
Ma allora - ripetiamo ancora una volta - che cosa ci strappa dal nulla, che cosa può colmare questo abisso della vita, questo desiderio irriducibile, scomodo e sublime, (...) cifra dell'umano che è in noi, che smaschera la parzialità, l'insufficienza dei nostri tentativi? (...)
Ora, questo sguardo carico di tenerezza verso la nostra umanità è entrato nel mondo attraverso la carne di un uomo, l'ebreo Gesù di Nazareth, duemila anni fa."

Coinvolgente, questo scandagliare l'umanità dolente ed intercettarne una risposta definitiva, in questo saggio di don Julian Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, una meditazione aperta ad ogni uomo curioso e disposto ad accoglierne gli sviluppi concreti nella propria vita.

Nella storia della canzone d'autore italiana, la coppia Battisti - Mogol, è stata sempre catalogata, se pur artefice di geniali canzoni, che sono rimaste impresse nella memoria di generazioni popolari, come l'esempio di una narrazione di comuni storie d'amore, private passioni di coppia, senza mai toccare territori sociali ed esistenziali.
Eppure, leggendo attentamente alcuni testi del 'poeta' Mogol, che si appoggiano indelebilmente sulla tessitura musicale 'eterna' di Battisti, si può scorgere il grido di una umanità piena di domande.
E' il caso di "Anche per te".

1971:
Dopo almeno un lustro di canzoni, dal debutto, fino alla conferma del successo popolare, dopo aver distribuito gemme sonore a mezzo mondo del canto pop italiano, la coppia decide di produrre e distribuire in proprio il suo prodotto discografico:
Anzi, la "Numero Uno", la loro nuova etichetta, oltre a stampare i vinili di Battisti, diventa una vera e propria 'factory', che farà conoscere o rilanciare nuovi artisti e gruppi: 
Bruno Lauzi, PFM, Formula Tre, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, per fare alcuni esempi.

Il primo '45' della nuova etichetta è 'La canzone del sole' che ha come lato B, certamente non un brano minore, 'Anche per te', il cui testo non passa inosservato.

"Anche per te' è uno dei miei testi a cui sono più legato.
Io sento che non riesco a fare tutto il bene che vorrei fare, perciò ho dedicato una canzone ad una donna anziana che prega sola in chiesa, a una prostituta che torna a casa e mette sul comodino dello sfruttatore i soldi che ha portato a casa; a una ragazza madre che si occupa sola del suo bambino."
Nel 2019, Pippo Corigliano, saggista e scrittore cattolico, storico portavoce dell'Opus Dei, commentava così questa introduzione di Mogol:
"Anche per te, con questa spiegazione diventa commovente: il poeta vero ha lo stile del fanciullo, lo sguardo e la semplicità del bambino. I poeti completi riuniscono in sè i vari aspetti e sanno esprimersi col cuore"

In una intervista sul sito 'Domanipress', nel 2019, Mogol, afferma:
"Sono credente e non nascondo di pregare tutti i giorni, perchè credo che si debba ringraziare quotidianamente la vita ed essere grati di viverla ogni giorno (...)
Tutti hanno bisogno di ricercare il senso
 della vita, perchè non sappiamo cosa ci aspetta dopo la morte ed abbiamo necessità di trovare una risposta.
Nello scrivere mi attengo alla vita, la quotidianità ed il cuore. (...)
La maggior parte delle storie che ho scritto sono le mie e le ho vissute o immaginate realmente, sono principalmente un cronista del reale e mi piace fotografare con la penna ciò che vedo."

Ma è in quel: "Sento che non riesco a fare tutto il bene che vorrei fare", la chiave di volta di "Anche per te", ciò che le parole di Carron documentano: "Cosa ci trappa dal nulla? Che smaschera la parzialità, l'insufficienza dei nostri tentativi?"

"Anche per te,
vorrei morire e io morir non so.
Anche per te darei qualcosa che non ho.
E così, io resto qui.
A darle i miei pensieri
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento
cercando di raggiungere chi:
al vento avrebbe detto  si" 




              

 

Commenti

  1. Bellissima riflessione su una delle canzoni italiane più belle di semrpe

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