Jesus was an only son - Bruce Springsteen

da "Generare Dio" di Massimo Cacciari
(Il Mulino, 2017)

"Le icone della Madonna, anche quelle più 'trionfali' non corrono il pericolo che la Riforma avvertì in alcuni aspetti della teologia cattolica, e cioè quello di concepire Maria come autentica 'corredentrix'.
Ella può essere dipinta come una maestosa 'rocca', in Masaccio, ma imperturbabile è sempre il suo 'patire', ferma ella sta non oltre, ma 'nel' patire.
E' potenza umile. (...)
Ella mostra sè, mostra quella simbolica appartenenza al destino del figlio.
Non redime, non salva da sè sola, mai potrebbe tanto presumere da sè;
sorregge e aiuta nell'economia della salvezza, come sorregge il bimbo, e alla fine depone sul proprio grembo il Crocifisso.
La sua predicazione è preghiera. Preghiera vivente.
La perfetta 'com-passione' è pertanto il segno di Maria dal momento della nascita del figlio a quello della Croce. 
Nessun santo, nessun martire può aver sofferto come lei. (...)
La gloria di Maria consiste nell'essere 'concrocifissa' (...)
La donna è giunta al termine dell'esperienza che la costringe ora a riconoscere nell'atto del suo generare quello stesso della Croce. (...)
Deposta col figlio, lo partorisce di nuovo.
Canta Rebora: "tutto è doglia del parto/ quanto morir perchè la vita nasca! (...)
vita che l'amor produce in pianto"

Dall' agile, ma intenso volumetto, in cui l'autore, il filosofo Massimo Cacciari, ripercorre la storia umana, la relazione con Dio della Beata Vergine, attraverso le icone che nei secoli sono state dedicate alla sua figura, dal Mantegna a Masaccio, al Beato Angelico.

"Scrivendo "Jesus was an only son" ho affrontato l'episodio del Calvario e della Crocifissione da un punto di vista, - come dire - secolare: ho parlato di Gesù come se fosse un figlio qualsiasi, e ho provato ad immaginare la storia dal punto di vista di Maria perché per lei ciò che stava accadendo era, semplicemente, quello di perdere suo figlio.
E quel giorno Gesù era solo."

E' il 2005, e come è accaduto sovente nella sua carriera, dopo un disco di grande successo popolare, Bruce Springsteen, pubblica in solitario, abbandonando momentaneamente la E-Street Band, macchina di possente rock'n'roll, e si tuffa in lavori musicali segnati dal filo rosso del dramma umano, dei tratti malinconici dei rapporti quotidiani e delle ingiustizie di una società senza misericordia , egemonizzata dalla economia del profitto.
Infatti dopo "The river" (1980), l'album della consacrazione mondiale, arriva "Nebraska", ispirato dalle ballate di Woodie Guthrie e dall'epica novecentesca letteraria americana di John Steinbeck, e Flannery O'Connor
Dopo "Born in the U.S.A." (1984), l'album dell'orgoglio americano, arriva "Tunnel of love", il ritorno al privato, dopo la separazione dalla prima moglie.
"The ghost of Tom Joad" (1995), storie americane della Grande Depressione, dopo i discutibili "Human touch" e "Lucky town" di inizio '90. 
Dopo "The Rising" (2002), l'elaborazione del lutto dopo l'attentato alle Twin Towers, ecco "Devils & Dust", in cui tutte le contraddizioni americane tra missioni di guerra e immigrazioni ai confini, ritornano in evidenza:
"Ho scritto per questo disco molte canzoni su madri e figli.
In questa canzone, Jesus was an only son, ho voluto portare allo scoperto anche la nostra paura di genitori che vorrebbero proteggere in ogni modo i propri figli, e proteggersi dal rischio della perdita, quella terribile perdita che può essere la morte di uno di loro.
Ho cercato di trovare qualcosa nel lato umano della storia di Gesù"

E' il cammino umano, quello di Springsteen, che suscita sempre curiosità e commuove.
Nell' autobiografia di qualche anno fa 'Born to run' (Mondadori, 2017), confessa:
"Avevo conosciuto fin troppo bene il logorio fisico ed emotivo del cattolicesimo.
In terza media, il giorno del diploma , mi lasciai tutto alle spalle: 'Mai più' mi dissi.
Ero libero .... libero .... finalmente libero, e ci credetti per anni.
Crescendo, però cominciai a notare tracce  di quell'imprinting nei miei pensieri, reazioni e comportamenti e dovetti riconoscere che se si è stati cattolici, lo si è per sempre.
Perciò smisi di prendermi in giro, e so che da qualche parte, nel profondo, faccio ancora parte della squadra"

GESU'  ERA UN FIGLIO UNICO

"Gesù era figlio unico mentre saliva il Golgota
e sua madre Maria camminava al suo fianco
lungo il sentiero che si tingeva del suo sangue.
Gesù era figlio unico, sulle colline di Nazareth
quando leggeva i salmi di Davide
ai piedi di sua madre.
Una madre prega: 'Dormi bene bambino mio
perché io ti starò accanto
così che né l'ombra, né il buio, né il rintocco di una campana
possano penetrare nei tuoi sogni, stanotte.

Nel giardino del Getsemani 
lui pregò per la vita che non avrebbe mai vissuto
implorò il Padre Celeste perché scansasse
il calice della morte dalle sue labbra
C'è una perdita che non potrà mai essere compensata,
una destinazione per sempre irraggiungibile,
una luce che sarà impossibile ritrovare in un altro volto,
un mare la cui distanza non potrà mai essere colmata

Così Gesù baciò le mani di sua madre 
e le sussurrò: 'Madre trattieni le lacrime
perché - ricorda - l'anima dell'universo
ha voluto ciò che si sta compiendo."

    



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