Bird on the wire - Leonard Cohen

"Dal profondo a te grido, o Signore
Signore, ascolta la mia voce,
siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore
chi potrà sussistere?
ma presso di Te è il perdono
e avremo il tuo timore. (...)
Israele attenda il Signore,
perchè presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione"
(dal Salmo 130)

Nel libro "Che cos'è l'uomo perchè te ne curi" (ed. San Paolo, 2000), don Luigi Giussani commenta così il salmo 130:
"Il grido a Dio, cioè il passaggio, inizia dalla contrizione e la contrizione è la confessione del proprio male.
Qui non s'intende necessariamente la confessione sacramentale, il riconoscimento del peccato indispensabile alla domanda. (...)
Il perdono da parte di Dio ispira in noi il timore molto più della giustizia che tiene i conti;
è la Sua misericordia che ci fa veramente sentire dipendenti e, perciò, ci orienta alla conversione, non è in nessun caso la paura. (...)
La misericordia e il perdono, la confessione ,il riconoscimento della dipendenza da Lui che si esprime in grido ci liberano.
Il peccato non ha più potere su di noi, vale a dire non viene più giustificato e no ci deprime falsamente con la falsità più diabolica che ci sia, perchè essere depressi per il proprio peccato, è proprio il modo per restare irretiti dalla malvagità che è in noi"

"Bird on the wire' è una canzone che sembra ricordarmi i miei doveri.
La cominciai a scrivere nel 1968 in Grecia, a Idra, quando sull'isola non c'erano ancora nè telefono nè elettricità. ma ad un certo punto, cominciarono ad impiantare dei lunghi pali telefonici di legno, senza che nessuno ne sapesse niente.
La prima volta che vennero a lavorare sotto la mia finestra, passai parecchio tempo ad osservare quell' operazione e pensai come la civilizzazione mi avesse raggiunto e, nonostante tutto, non fossi capace di fuggirla. Mi resi conto improvvisamente che non avrei potuto continuare a vivere come se fossi nell'anno Mille.
Poi, naturalmente, arrivarono gli uccelli a posarsi sul filo teso tra i pali e questo mi suggerì l'idea della canzone"
A parlare così è Leonard Cohen, citato nel libro di testi commentati "Halleluyah" (ed. Arcana, 2016) redatto da Alberto Castelli, che così scrive:
"La canzone sembra costruita sulla continua lotta che bisogna sostenere per superare gli ostacoli che si presentano nel quotidiano e il male che si rischia sempre di fare a qualcuno.
Sulla necessità di chiedere perdono alle persone a cui lo si è involontariamente fatto.
Se poi si vuole dare un'interpretazione religiosa, allora bisogna pensare che si tratti di un tema sulla redenzione, sul tentativo di liberarsi di tutti i peccati commessi, rimettendosi a Dio."

E, Cohen, qui, è perentorio:
"Non c'è niente da interpretare, il significato è proprio quello che si legge, è molto esplicito.
Ho solo cercato di mitigare quella sorta di umana, arrogante dichiarazione che dice in modo pomposo:
ho cercato di essere libero, mentre in realtà, tutti cercano di essere liberi. (...)
Rimane l'idea di uno sforzo compiuto in quella direzione, ma viene inclusa la possibilità del fallimento"

Scrive Maurizio 'Riro' Maniscalco in "Help, il grido del rock" (ed. Itaca, 2008):
"Leonard Cohen, ci racconta di sè, del sentimento di sè (...)
Quest'uomo è fragile, , ma in questa fragilità, ci dice dall'inizio alla fine 'ho sempre cercato d essere libero'. E' questo il filo dell'autocoscienza che si dipana attraverso errori, debolezze, mancanze, limiti di cui Cohen è consapevole." 

Il giornalista Paolo Vites, gran conoscitore della storia e dei protagonisti del rock, sul sito d' informazione  'Il Sussidiario', così entra in profondità nel testo:
"La canzone di Cohen, uno dei massimi capolavori del cantautore canadese, è un inno di per sè e a suo modo una preghiera.
I versi iniziali, sono macigni incisi sul marmo del dolore esistenziale e del desiderio di significato di ogni essere umano.
Il desiderio massimo, il desiderio infinito, il desiderio che ci costituisce per l'eternità: essere liberi. (...)
Cohen, come al suo solito, gioca con il dualismo donna / Dio: le sue parole possono essere rivolte alla sua amante, ma anche a Dio. (...)
Echeggiando la straordinaria 'My way' di Frank Sinatra, Cohen, suggerisce un'immagine di immensa dignità: a modo mio, alla mia maniera, con i miei errori, con i miei sbagli, ma ho cercato di essere libero.
C'è qualcosa di più grande di questo?"

Leonard Cohen, era di origini ebree, e tutta la sua vita è stato un continuo confrontarsi con le sue radici religiose, fino alla fine: lo testimoniano i suoi ultimi lavori scritti a ridosso della sua morte.
Quindi, non pensiamo sia una forzatura, dare un senso a queste domande, citando ancora Luigi Giussani:
"Di fronte al potere che Dio ha di ricostituirci continuamente, di fronte alla misericordia e la perdono, questa speranza non resta una decisione di fede, ma diventa sempre più anche uno stato psicologico normale, un'affezione normale.
Perchè il Signore, è pieno di fedeltà, cioè non abbandona mai i suoi, qualunque sia stata o sia la notte della dimenticanza, o della resistenza che si copre tante volta di scoramento"

"Bird on the wire" è uno splendido brano, una ballata che vira in gospel, tanta è la tensione e lo struggimento che coinvolge l'ascoltatore. La versione postata è da un concerto tenuto a Londra nel 2009, forse la sua ultima tourneè.
Leonard Cohen, lascerà questa vita nel 2016.

(COME UN) UCCELLO SUL FILO 

"Come un uccello sul filo
come un ubriaco in un coro di mezzanotte
ho provato a modo mio, di essere libero.
Come un verme su un amo
come un cavaliere su qualche antico libro fuori moda
ho conservato tutti questi miei trofei per te.

Se sono stato sgarbato
spero tu possa lasciar correre
se non sono stato sincero
spero che tu sappia
che non era mai nei tuoi confronti.

Come un bambino nato morto,
ho lacerato chiunque cercasse di raggiungermi,
ma giuro su questa canzone
e su tutto ciò che ho fatto di sbagliato
che rimetterò ogni cosa a Te.

Ho visto un mendicante appoggiato allasua stampella di legno,
mi ha detto - Non devi chiedere tanto - 
e una donna graziosa affacciata sulla sua porta buia gridarmi
- Perchè non chiedere di più? -

Come un uccello sul filo
come un ubriaco in un coro a mezzanotte
ho cercato, a modo mio, di essere libero"



  

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