Gethsemane (I only want to say) - Ted Neely

da "Gesù di Nazaret" di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI
(Libreria Editrice Vaticana, 2011)
Capitolo 6 : "Getsèmani"

"Possiamo distinguere, in questa preghiera di Gesù alcuni elementi.
C'è innanzitutto l'esperienza primordiale della paura, lo sconvolgimento di fronte al potere della morte, lo spavento davanti all'abisso del nulla, che lo fa tremare, anzi, secondo Luca, lo fa sudare gocce di sangue. (...). L'evangelista Giovanni esprime senza dubbio l'angoscia primordiale della creatura di fronte alla vicinanza della morte, c'è però qualcosa in più: è lo sconvolgimento particolare di Colui che è la Vita stessa davanti all'abisso di tutto il potere della distruzione del male, di ciò che si oppone a Dio, ed ora gli crolla addosso, che Egli in modo immediato deve ora prendere su di sè (...).
L'angoscia di Gesù è una cosa molto più radicale di quell' angoscia che assale ogni uomo di fronte alla morte; è lo scontro stesso tra luce e tenebre, tra vita e morte, il vero dramma della scelta che caratterizza la storia umana. (...)
Le due parti della preghiera di Gesù, appaiono come la contrapposizione di due volontà: 
c'è la 'volontà naturale' dell'uomo Gesù, che recalcitra di fronte all'aspetto mostruoso e distruttivo dell'avvenimento e vorrebbe chiedere che il calice 'passi oltre' e c'è la 'volontà del Figlio' che si abbandona totalmente alla volontà del Padre" 

Nel 2011, papa Benedetto XVI, dava alle stampe il secondo volume della trilogia della vita di Cristo, quello riguardante la cronaca e le riflessioni dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, avvertendo i lettori che questo era un lavoro del teologo Ratzinger, quindi non un documento ufficiale pontificio.
Particolare importante per comprendere la libertà teologica con la quale i volumi erano stati redatti, e quindi, una prova in più dell' umiltà dell'uomo Ratzinger di fronte all' investitura di Pontefice che gli era stata assegnata dopo la morte di San Giovanni Paolo II.

Nel 1971, con immediato grande successo, va in scena nei teatri londinesi e poi in quelli americani, un musical rock che tratta un argomento particolarmente impegnativo: le ultime vicende terrene di Gesù Cristo.
Autori due giovani, che si sono conosciuti, ancora studenti in Inghilterra, nel 1965:
il paroliere Tim Rice e il musicista compositore Andrew Lloyd Webber.
Autori di due precedenti produzioni ancora un pò adolescenziali (una tra l'altro su un episodio biblico)
con "Jesus Christ Superstar" si impongono all'attenzione mondiale, tanto che dopo due anni, il musical teatrale viene trasformato in una versione cinematografica dal budget importante:
alla regia Norman Jewson (regista di altri film di successo quali "La calda notte dell'ispettore Tibbs", "Rollerball", "Stregati dalla luna")
all'orchestra Andrè Previn (nome piuttosto altisonante nel circuito musicale).
La scelta degli interpreti cade su Carl Anderson per la parte di Giuda (un Giuda di colore, forse oggi, nell'epoca del "politicamente corretto" e del Black Live Matters non verrebbe accettato);
per la parte della Maddalena, una giovane interprete di black music Yvonne Elliman, già interprete nella versione teatrale originale,
e, 'last but not least', il debuttante Ted Neely nella parte di Gesù, dopo che l'interprete teatrale, Jan Gillan, la voce dei Deep Purple, darà forfait.
La partitura musicale creata da Webber, è semplicemente straordinaria: unisce il rock alla ballata acustica, le esplosioni orchestrali con il pop radiofonico.
I testi e la sequenza narrativa di Tim Rice sono piuttosto ingenui, e risentono della cultura hippy del tempo: non segue pedissequamente la cronologia evangelica, si dà qualche libertà creativa di troppo (il rapporto tra Gesù e Maddalena dà il fianco a qualche ambiguità, specialmente da parte della figura femminile), ma si mantiene assolutamente rispettoso dell'importanza dei personaggi.
Scompare la Madonna, gli apostoli rappresentano il target dei seguaci dell'Era dell'Acquario, ma soprattutto alla figura di Cristo viene tolto ogni riferimento divino.

Un disastro? Una blasfemìa?
No, non proprio. Pur limitando l'importanza del messaggio evangelico agli avvenimenti terreni, la piece teatrale, a cui anche il film si adegua, è umanamente potente, drammatica e si addentra negli eventi della Settimana Santa con una forza espressiva (grazie anche alla potenza della musica di Webber), coinvolgente e non dispersiva, nè alternativa alla narrazione storico - evengelica
La figura di Cristo, si erge, come chiave di volta di tutta la vicenda, alcuni passaggi sono memorabili, senza dimenticare la figura, anch'essa drammatica e tragica di Giuda, segnato per tutta la sceneggiatura  tra la scelta di seguire Gesù e la delusione di una 'rivoluzione' politica mancata.
C'è un particolare importante nel film: i personaggi sono tutti attori che già dall'inizio "mettono in scena" la vicenda terrena di Cristo, come a testimoniare l'inadeguatezza del ruolo e alla fine dopo la crocifissione, tutti tornano alle loro case, voltandosi pensierosi e turbati verso il Golgota.

Il brano "Gethsemane", anche ripensando alla meditazione di Ratzinger, ci sembra centrato:
grande pathos, grande musica e onesto nella costruzione del testo.

GETSEMANI

"Io voglio soltanto dire, se esiste un modo,
allontana da me questo calice, poichè non voglio assagiarne il veleno,
sentirne il bruciore.
Sono cambiato, non sono più sicuro come quando ho iniziato.
Allora ero ispirato; ora sono stanco e sfiduciato.
Ma se io muoio, se vado fino in fondo e faccio le cose che Tu mi chiedi,
se lascio che mi colpiscano, mi feriscano, mi inchiodino al loro albero,
voglio sapere, vorrei sapere, mio Dio,
perchè devo morire.
Devo capire, dovrei capire, mio Signore.
Potresti dimostrarmi adesso che non sarò ucciso invano?
Dimostrami che c'è una ragione per cui tu vuoi che io muoia:
sei così preciso su dove e come,
ma non sul perchè.
Perchè ho tanta paura di concludere ciò che ho cominciato .....
che Tu hai cominciato,
io non ho cominciato nulla.
Berrò il Tuo calice di veleno,
inchiodami alla Tua croce
e spezzami, insaguinami, percuotimi, uccidimi,
prendimi adesso ...
prima che cambi idea"

Una volta nei cineforum, alla fine si diceva, "adesso apriamo il dibattito".
Ma per la prima ed forse unica volta, in questo caso, il rock, ha saputo raccontare (con tutti i suoi limiti) la Storia più grande del Mondo.


        
 

Commenti

  1. Grandissimi Ted Neeley, visto dal vivo al teatro degli arcimboldi, quando ha cantato questa canzone ha fatto una performance perfetta. Tutto il teatro si è alzato ad applaudire

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