Bartali - Enzo Jannacci

"Fausto Coppi, e, a mezza ruota Gino Bartali.
Coppi in maglia gialla, Bartali in maglia tricolore, ma quella della squadra azzurra.
Coppi e Bartali, tutti e due con i tubolari a tracolla.
Coppi con la mano sinistra che impugna il manubrio e la destra tesa all'indietro.
Bartali con la mano sinistra che impugna il manubrio e la destra che tiene una bottiglia di acqua minerale Perrier, probabilmente offerta da uno spettatore.
Coppi con lo sguardo rivolto in avanti, Bartali con gli occhi fissi sulla bottiglia.
Coppi che ha il portaborracce vuoto sul manubrio, Bartali che ha il portaborracce, con tanto di borraccia."





 "E' 'La Foto': la foto della borraccia, la foto dello scambio della borraccia, la foto simbolo del ciclismo, la foto simbolo della fotografia sportiva"
E' l'inizio di un articolo pubblicato sul Foglio Quotidiano dell' 11 Luglio 2020.
Marco Pastonesi, l'autore dell'articolo ricorda questo 'evento' accaduto durante il Tour de France del 1952, perchè solo recentemente si è scoperto, che per far rimarcare il 'gesto' di collaborazione tra due atleti italiani, la foto era stata tagliata ai lati in modo da far scomparire altri corridori che attorniavano i due campioni tricolori.
Erano gli anni del dopoguerra, nei quali l'Italia viveva la grande passione politica della sfida tra i partiti che ancoravano la permanenza all'interno del blocco atlantico, in prima fila la Democrazia Cristiana di De Gasperi e il Partito Comunista di Togliatti che in caso di vittoria non avrebbe garantito la totale autonomia dall'egemonia di Mosca.
Il ciclismo, fu lo sport, che ebbe la missione, attraverso le vittoria dei suoi campioni a tenere unito il popolo italiano, anche in situazioni delicate per l'ordine pubblico: come, per esempio, evitare lo scoppio di una guerra civile come conseguenza all'attentato a Togliatti.
E quella foto, pubblicata sull'inserto settimanale della Gazzetta dello Sport, voleva proprio essere il simbolo di questa retorica positiva.
Continua, infatti, Pastonesi:
" Resiste la forza di quelle due mani, la Cappella Sistina dello sport: se nel capolavoro vaticano di Michelangelo sono le mani di Dio e Adamo a sfiorarsi, con il dono della vitalità trasmesso all'uomo,
nello scatto fotografico fra le mani di Coppi e Bartali c'è la bottiglia, anzi, l'acqua che significa energia ma anche sopravvivenza, lealtà, rispetto, italianità, patriottismo." 

Nel 1979, Paolo Conte "regala" al collega di musica e amico Enzo Jannacci, un suo brano dedicato alle gesta sportive di Bartali, e proprio durante i Tour de France epici, negli anni di quella foto.
Nel suo libro su Jannacci, "Roba Minima" (Giunti, 2014), Andrea Pedrinelli raccoglie alcune testimonianze su quel 'regalo':
"Il manager Piferi, che seguiva i primi concerti di Conte, rammenta: ' Jannacci voleva tornare a proporre alla gente contenuti che riteneva solidi. La molla gli era scattata, diceva, vedendo Benigni e Conte.
Come se un Italia che dava spazio a personaggi di quella statura gli comunicasse di essere uscita da certe paure, e quindi che anche per lui era tornato il momento di fare."
Lo stesso Jannacci, commenta così l'argomento della canzone:
"Ovviamente non è un pezzo del tutto allegro, ma nei tre minuti di una canzone, per me, si deve condensare un momento di vita, con un minimo di cultura.
Quindi se c'è amarezza è perchè la comportano i tempi, su cui si cerca di ridere sopra, si sogghigna: cose sicuramente diverse dall'allegria, ma non tristi."
E così, egregiamente, chiosa Pedrinelli:
"'Bartali' è forse la vetta delle appropriazioni jannacciane all'interno del repertorio contiano, ma non per caso.
Lo è per quel suo essere storia vera di valori antichi, uomini esemplari, parole come dignità che si fanno carne, dentro una visione ancora pura di uno sport metafora della vita"

 

 

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