Bridge over troubled water - Simon and Garfunkel

" (...) Mi ha molto colpito l'intervento di Papa Francesco al 'Premio Carlo Magno': dopo aver evidenziato l'incremento, l'assimilazione e la pratica quotidiana della 'cultura del dialogo', come la strada maestra per la coesistenza pacifica degli uomini - e, al tempo stesso, per una graduale, ma decisa dispersione delle reciproche paure - ha sottolineato la necessità di introdurre l'arte del dialogo a tutti i livelli di educazione. (...)
Oggi abbiamo a disposizione grandi 'zone di comfort' elettroniche per proteggerci dagli incontri col semplice espediente di eliminare 'l'alterità degli altri' dalla nostra vista, dal nostro udito, dalla nostra preoccupazione.
Ma una comodità del genere resta irraggiungibile dal mondo 'disconnesso', ovvero in quello reale: nel quartiere, per le strade, sul luogo di lavoro, nelle scuole frequentate dai nostri figli.
La realtà dell'altro, col rischio costante che comporta dell'incontro, dell'attaccare bottone, della conversazione e dell'interazione, non può essere eliminata elettronicamente, neppure sospesa.
Bisogna metterla in conto. (...)
(Ma) gli 'incontri sbagliati' quando inaspettatamente assurgono al livello di veri incontri, ci sollecitano a usare l'arte del dialogo (...) e ci fanno correre il rischio di mettere in pratica questo dialogo, liberamente e da vicino (...)
Oggi, come anticipato da don Giussani, sta guadagnando terreno la tendenza a sostituire il convenzionale 'cogito ergo sum' di Cartesio, con qualcosa che si stacca chiaramente dall'egocentrismo cartesiano.
Qualcosa che diventa sempre più simile al 'tu sei, perciò io sono' "
Parole di Zygmunt Bauman, in un'intervista del 2016, rilasciata al mensile internazionale "Tracce", un anno prima della sua morte.
Bauman, è stato tra i più importanti sociologi contemporanei.
E' autore di diversi saggi dedicati alla modernità, la globalizzazione, il consumismo e a tutte le incertezze di una società che in una sua felice formula, considerava 'liquida'.

27 Novembre 1969:
durante il loro concerto al Carnegie Hall, un teatro di New York City, Simon e Garfunkel, sciorinando le loro canzoni di repertorio, ormai straconosciute dal pubblico americano e mondiale, presentano a sorpresa un loro nuovo brano, che verrà pubblicato soltanto qualche mese più tardi.
Parte l'intro pianistica ed ecco alzarsi nel silenzio meravigliato della platea il canto solitario di Art Garfunkel: è 'la prima volta' in pubblico di "Bridge over the troubled water".
Negli anni, Garfunkel, ammetterà che aveva insistito con Simon, affinché la cantasse in coppia con lui, ma come tutti i geni dell'arte, Simon, autore di tutte le musiche e i testi del duo, si ritrasse, anche su disco, forse rimpiangendo più tardi la scelta, per lasciare spazio alla voce cristallina di Art.: 
"Sono fermamente convinto che Paul Simon sia uno dei più grandi compositori di sempre.
Amo tutta la bella musica, ma riconosco soprattutto la purezza della melodia.
Sono un cantante e chi canta è direttamente in contatto con il cielo ..... la famosa spiritualità del cantante."
Così, Garfunkel, si esprime in una intervista del 2006, rilasciata ad Eleonora Bagarotti, e contenuta nel libro della stessa Bagarotti "Simon & Garfunkel. Un ponte su acque agitate" (Vololibero edizioni, 2018)
Nello stesso libro ci sono anche dichiarazioni di Paul Simon, nel 2008:
"In verità, quando mi chiedono come faccio a scrivere le mie canzoni, rispondo sinceramente non lo so. Lo stesso per 'Bridge', alla fine mi sono detto 'Hmmmm, questo pezzo è migliore di quelli che scrivi di solito. Ho subito avuto la sensazione di aver fatto qualcosa di molto buono.
La verità è che certe canzoni mi sono venute come si prende la febbre e tutt'ora non so come."
Ironico e modesto, il personaggio è questo.

Eleonora Bagarotti, inoltre introduce così il classico di Simon:
"In Bridge over the troubled waters, (...) c'è un essere solitario ed errante alle prese con l'osservazione del mondo e dei propri sentimenti.
L'incontro con l'ignoto. la disillusione, il movimento in avanti.
C'è la capacità di spostarsi verso altre culture, di attingere ad esse, di imparare, di ospitarle, di abbracciarle senza mai disconoscerle. (...)
C'è eleganza. C'è impeto, C'è rivoluzione, ecco."

IL PONTE SOPRA ACQUE TURBOLENTE

"Quando sei stanca
e ti senti piccola.
Quando le lacrime sono nei tuoi occhi,
le asciugherò tutte.
Io sono al tuo fianco quando i tempi diventano duri e non riesci a trovare i tuoi amici.
Come un ponte sopra acque agitate, io mi stenderò.

Quando sei triste e assente
Quando ti trovi per strada
Quando la sera arriva così duramente,
io ti consolerò,
io prenderò le tue parti.
Quando viene l'oscurità e il dolore è tutt'intorno
Come un ponte sopra acque agitate mi stenderò"

Insomma, è l'incontro d cui parlava Bauman, che sia con la persona amata o con l'estraneo, che sia all'interno della propria casa o in strade aperte, che sia in un'amicizia o in rapporto al trascendente.
E' un messaggio universale.
Vi diamo una notizia: il rock, il buon rock è cattolico!

Ps: la versione che proponiamo è proprio quella di quel 27 novembre 1969




 

Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri