Fragile - Sting

da "Tracce", mensile ufficiale di Comunione e Liberazione
Aprile 2020

"Nessuno è felice di trovarsi in un'occasione del genere, è come se avvertisse un senso di punizione in quello che sta capitando. ma sicuramente è un'esperienza: qualcosa che tre o quattro generazioni di cittadini europei non avevano mai vissuto.
Un pericolo come questo, così diffuso, che in pochi giorni ci ha portato quasi ad una condizione di economia di guerra, non lo conoscevamo.
E' un'esperienza collettiva eccezionale, impensabile nelle circostanze normali.
E di sicuro spinge a riflettere sulla condizione umana."

E' un brano dell'intervista all'editorialista del Corriere della Sera, Antonio Polito, sulle conseguenze sociali dell'arrivo della pandemia di Covid-19, che ancora imperversa a livello mondiale:
"Abbiamo scoperto un nostro tratto importante: il sentimento di vulnerabilità.
Accorgersene è decisivo.
Nel mondo dei nostri genitori o nonni, dove si moriva a trent'anni, un'epidemia come questa era quasi un evento normale.
Oggi no, nella nostra epoca la precarietà è qualcosa che tendiamo a censurare.
Anzi, c'è addirittura una ricerca dichiarata di immortalità.
Il sogno dell'immortalità è potentissimo nella società contemporanea, che si ritiene l'ultima civiltà, la definitiva, quella che può raggiungere la liberazione dell'uomo sulla morte.
Ecco, in una società che vive un sentimento così potente da sentirsi fiera di sè, invulnerabile, la scoperta di questa fragilità è ancora più sconvolgente.
E' un trauma terribile."

Gordon Matthew Thomas Sumner in arte Sting, è una delle icone del rock mondiale.
Nato alla periferia di Newcastle, ormai quasi settant'anni fa da una famiglia cattolica praticante, incomincia a lavorare come scavatore e poi, se pur brevemente come insegnante d'inglese.
Alla fine del decennio seventy, forma un gruppo musicale, che fa pochissima gavetta, un paio d'anni, e si impone come una delle band più esplosive della generazione post punk rock: The Police.
Al contrario delle band punk, un pò smandrappate, nate, soprattutto in Inghilterra, come reazione al progressive rock aristocratico dei Pink Floyd e dei Genesis, i Police partono subito con le idee chiare: si parte col punk grezzo, ma poi ci si addentra nei territori del reggae, della ballata elettrica e del puro pop mainstream.
Non sono i soli, i nuovi gruppi che nascono in quel periodo per uscire dall'era del punk proletario e anarchico, per ridare nuovo smalto qualitativo al movimento rock, sono i Dire Straits di Mark Knopfler e gli U2 di Bono Vox.
Mentre, però, il gruppo irlandese ancora imperversa che è un piacere, Dire Straits e Police reggono poco più di un lustro.
Nuova vita e nuovo orizzonti musicali per gli ex front men:
Knopfler si adagia verso un tranquillo folk rock, sempre di gran classe, ma un pò ripetitivo.
Sting esplora vari territori musicali. Di primo acchito si butta sulla fusion jazz, poi in un elegante pop, e poi sulla scia di Paul Simon e Peter Gabriel veleggia verso la world music.
Ad un certo punto dichiara: " Il rock è morto".
E infatti, si tuffa nel recupero della tradizione musicale rinascimentale inglese e in versioni orchestrali del suo repertorio. Insomma, un artista sempre inquieto, mai soddisfatto.
Floppa un musical a Broadway (stessa sorte avranno Paul Simon e Bono) e ora è un tranquillo baronetto inglese, con moglie e figli, dal fisico ben conservato, che incanta ancora con la sua voce e il suo antico repertorio, svernando periodicamente nella verde Toscana.

Uomo di grande personalità, è alla perenne ricerca delle sue radici anche religiose.
Pur definendosi agnostico, riconosce le fondamenta culturali e sociali del messaggio cristiano, e non ne fa mistero in diverse sue canzoni.
Nel 1987, pubblica l'lp "Nothing like the sun", pieno di riferimenti all'attualità storica e di riflessioni sull'esistenza umana.
Spicca una canzone, che rimarrà, negli anni, un punto fermo dei suoi concerti: "Fragile":

"Se il sangue dovesse scorrere, quando la carne e l'acciaio  sono una cosa sola.
E asciugandosi diventasse del colore del tramonto,
la pioggia del giorno dopo ne laverà le tracce, 
ma nella nostra mente qualcosa rimarrà.
La pioggia continuerà a cadere, come le lacrime di una stella,
la pioggia continuerà a dirci
quanto siamo fragili
quanto siamo fragili"

Che sia una guerra, che sia una pandemia, che sia un dolore personale, ecco, quanto siamo fragili.
Ma lasciamo concludere Antonio Polito, nell'intervista iniziale:
"Viviamo sin dalla nascita la nostalgia dell'Infinito, la consapevolezza quotidiana della nostra finitezza.
L'unico rimedio emerso nella tradizione occidentale è la fede in Cristo.
Inteso proprio come il Risorto, come Dio che, da uomo, è morto e risorto" 


    

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