Pastime Paradise - Stevie Wonder

"La fine della Storia è rimandata, non essendo attualmente una realtà per molti uomini.
Ma alla fine, la Storia sfocerà in una forma di democrazia liberale, di questo sono convinto.
Sarà un pacifico bilanciamento che si baserà su un'idea di tolleranza, di rispetto reciproco e diversità di opinioni."
Questo è il succo di un'intervista del 2017 a Francis Fukuyama, il saggista e analista politico  americano, famoso per aver pubblicato un libro, al tempo del crollo del muro di Berlino (1989), in cui prevedeva, che crollato il simbolo della Guerra Fredda, il nuovo corso della politica mondiale avrebbe portato alla fine dei conflitti e dunque alla fine della Storia così come l'umanità l'aveva sempre vissuta.
Purtroppo nel giro di un paio d'anni fu smentito nelle sue ottimistiche deduzioni : la prima guerra del Golfo scoppiò con grande apprensione mondiale e si
trascinò per tutto il decennio, fomentando il fondamentalismo religioso che fu una delle concause dell'attacco alle Torri Gemelle, con tutto quello che ne seguì.
Insomma, altro che fine della Storia!

Molti anni prima, esattamente nel 1977, uno dei più grandi artisti della black music, l'immenso Stevie Wonder, pubblica un capolavoro , non solo del soul, ma dell'intero universo della storia musicale del '900: "Songs in the key of life ". 
Una monumentale produzione (doppio album più un bonus di quattro canzoni su vinile formato 45 giri) un caleidoscopio di generi, dal funky, al jazz, dal progressive al pop rock, dalla  ballata acustica al gospel. Grandi arrangiamenti che avvolgono testi fortemente personali e riflessioni sulla società di quegli anni.
Un brano, "Pastime paradise" (il paradiso del passato) riflette appieno, il pensiero dell'artista , a quel tempo quasi trentenne, sul passato e soprattutto sul futuro dei rapporti tra nazioni.
Un pensiero fortemente debitore della cultura americana pacifista degli anni '70 :  
" Wonder elenca queste miserie dell'umanità e le inchioda come il male del mondo. La sofferenza, l'ingiustizia e la troppa gente che sembra ancorata a queste menzogne. Il male del mondo che era, che non dovrebbe essere, e che, questo è il compito, non sarà.
Ma, ci sono gli operatori del bene, coloro che trascorrono il loro tempo vivendo nel paradiso del futuro, dove ci sono consolazione, integrazione, fratellanza razziale; in cui spiritualità e sentimento si abbracciano confusamente . Ci possiamo credere? "
Questa lunga citazione è tratta da " Help! il grido del rock" (Itaca Edizioni), a firma di Maurizio"Riro" Maniscalco, pesarese d'origine, milanese d'adozione , in "missione" da decenni negli States insieme alla sua grande famiglia, acuto conoscitore e appassionato della grande musica americana.

"Trascorrono la loro vita vivendo in un paradiso del tempo passato, sprecano il loro tempo rendendo gloria ai giorni che non sono più.
Dissipazione, rapporti tra razze, consolazione, segregazione, isolamento, sfruttamento, desolazione ..... al male del mondo.
Rendiamo lodi alle nostre vite spese per il paradiso del futuro.
Vergogna per coloro che passano la vita inseguendo il paradiso del passato"
La canzone è un grande gospel che si inerpica tra sintetizzatori e cori sempre più coinvolgenti.
Peccato per l'ingenua utopia che anticipava genialmente, di un decennio e più "la fine della Storia" di Fukuyama.

Infatti , conclude acutamente Maniscalco
"E' un brano confezionato in maniera magistrale in cui tutto lo sforzo creativo ti porta a sperare, o quantomeno a sognare la speranza. Perchè, in questa pacata preghiera di speranza per il futuro, nella lotta non violenta contro il passato c'è una vittima non da poco : il presente" 



 

Commenti

  1. giuro, ero convinto che l'originale fosse Gangsta's Paradise di Coolio, e invece è lui che ha utilizzato la base per la sua canzone. se ne impara sempre qualcuna, grazie Carlo

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