Il fantasista - Enrico Ruggeri

da " Huffingtonpost.it"  20 Giugno 2020

"Quattro passi di rincorsa, sinistro liftato, palla che sorvola con inesorabile lentezza la barriera, portiere avversario annichilito, mentre la palla si adagia beffarda in rete"
Così, l'immenso Edmondo Berselli, fuoriclasse della scrittura, descrisse il colpo magico di Mariolino Corso, la sua celeberrima 'foglia morta', quella conclusione che sapeva di magia e meraviglia, che si rifaceva alle prodezze di un campione del mondo Didi.
Corso, veronese, ci ha lasciato a 78 anni, ma resteranno per sempre le sue punizioni impossibili, i suoi gol da urlo, i suoi lanci illuminanti: perchè lui numero 11 atipico, amava far viaggiare la palla, evitando così corse e rincorse.
Fu "il piede sinistro di Dio", Mandrake, fu un giocatore anarchico, incapace di seguire le regole. (...)
Ancora Berselli: "Una sola figura si esime dalla regola: è l'uomo in più, il fantasista dal tocco magico,
il primo violino che suona una melodia tutta sua, mentre l'orchestra segue disciplinatamente lo spartito."
Così il giornalista Darwin Pastorin nel suo blog, scrive alla memoria di Mariolino Corso, scomparso da poche ore

Chi scrive, invece, su questo blog, se lo ricorda  quando all'età di tredici anni, tifoso giovanissimo dell' Inter, lo vide perdere con la squadra nerazzurra in una settimana la finale della Coppa dei Campioni contro gli scozzesi del Celtic (squadra di cattolici in terra protestante) e dopo pochi giorni anche uno scudetto già vinto, contro il Mantova, per una clamorosa papera del portiere Sarti, a vantaggio di una squadra della quale non ricordo bene il nome, espressione calcistica di un industria automobilistica di Torino.
Era la fine di un'era, che però ebbe un'appendice nello scudetto 1970 / 71, quando proprio Mariolino, fu fautore del licenziamento di Heriberto Herrera (chiedeva troppa disciplina) e con una controfigura di allenatore in panchina, Invernizzi, e praticamente in autogestione, con altri grandi campioni tra i quali Facchetti, Mazzola e Boninsegna trascinò l'Inter ad una magnifica rincorsa verso lo scudetto finale.

Sono ricordi che avrà un altro tifoso interista sfegatato, Enrico Ruggeri, che nel 1997, pubblicò proprio un brano dedicandolo ai grandi fantasisti, gli irregolari del calcio.
Il cantautore nelle note di copertina dedica la canzone a:
" Evaristo Beccalossi, George Best, Diego Armando Maradona, Gigi Meroni e a tutti gli sregolati che hanno reso poetico il calcio"
Sicuramente da oggi sarà esplicitamente dedicato anche a Mariolino Corso, "Mandrake"





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