Il potere dei più buoni - Giorgio Gaber

Giugno 2020
Sull'onda dell'emozione e delle proteste scatenate negli USA dalla morte di Georgie Floyd, un afroamericano brutalmente ucciso da un poliziotto a Minneapolis, anche in Europa i simpatizzanti del movimento " Black lives matter" prendono di mira non solo i monumenti di personaggi storici che in qualche modo appoggiarono, nei secoli passati, i governi colonialisti e le tratte degli schiavi, ma anche qualsiasi espressione commerciale e artistica che si riferisca alla diversità della razza.
Una deriva ideologica pericolosa?

Il Corriere della sera, venerdi 12 Giugno, ospita un intervento del giornalista e storico Pierluigi Battista:
"Se i canali Disney, sull'onda della messa sotto accusa di "Via col vento", siano intenzionati a mettere sull'avviso i giovani consumatori degli 'Aristogatti' e di 'Lilli e il vagabondo' con una scheda pedagogicamente corretta che dice: 'Questo programma potrebbe contenere rappresentazioni culturali ormai superate', c'è poco da sorridere. (...)
E invece non dobbiamo sorridere: è tutto vero, non è una parodia, non è uno scherzo. (...)
E' invece una forma di nuovo e prepotente fanatismo, non riducibile nemmeno agli stereotipi del pur petulante 'politicamente corretto', che vuole sradicare il passato, l'arte e la cultura del passato, tutto ciò che appartiene alla storia, alle idee, ai concetti, ai pregiudizi, anche agli orrori del passato, per fare tabula rasa di tutto ciò che ci ha preceduto, equiparato a qualcosa di intrinsecamente peccaminoso e corrotto da purificare  con i precetti della nuova ideologia o da mettere dietro ad una lavagna punitiva come ' Via col vento' (...)  e sempre in nome della Bontà, sempre con la scusa di non offendere le minoranze: (...) 'Ci siamo noi a demolire le cose brutte che tu devi ignorare, ci siamo noi a ripulire il passato, a renderlo puro e incontaminato' "

Di Giorgio Gaber e del suo compagno d'arte Sandro Luporini, e di come, attraverso la loro produzione pluridecennale del ' Teatro canzone ', con la libertà intellettuale che li distingueva, abbiano con ironia puntuta messo alla berlina i 'tic' di una società senza più bussole e valori civili, abbiamo già raccontato.

Sandro Luporini nel suo bellissimo libro "G. Vi racconto Gaber" (Mondadori, 2013), riflettendo su un loro spettacolo di metà anni '90 afferma:
" E' stata la dilagante e sempre più fastidiosa distorsione della parola 'uguaglianza' - lentamente e assurdamente diventata quasi sinonimo di 'omologazione' - a far riconsiderare a me e a Giorgio l'importanza e direi quasi la necessità di ritenere del tutto naturali e  addirittura indispensabili le differenze. (...) 
Purtroppo il conformismo del pensiero e l'omologazione non aiutano a guardare le cose con intelligenza, lucidità e profondità. (...) 
E' per questo che ci sono alcune parole che vorrei non sentire per un pò di tempo, almeno fin quando non siano ripulite da tutto questo finto 'buonismo' ."

E anche Gaber, non ci andava leggero:
"Basterebbe lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza.
Dubitare delle risposte già pronte.
Dubitare dei nostri pensieri fermi, sicuri, inamovibili.
Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose e saccenti.
Smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri , dei figli.
Smascherare la nostra falsa coscienza individuale.
Subito.
Qui ed ora."

E' un brano di recitato di " Un'idiozia conquistata a fatica", il loro ultimo spettacolo teatrale, del 1997, prima della morte di Gaber, e tra i brani più provocatori, ecco
"Il potere dei più buoni", l'irresistibile e amara denuncia di una società basata sulla finta solidarietà,
ventitrè anni prima dei distruttori di monumenti e della memoria di ciò che si ritiene conformisticamente, cattivo.








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