Gotta serve somebody - Bob Dylan

da "Le lettere di Berlicche"  di C.S.Lewis

"Mio caro Malacoda (...)
gli esseri umani sono anfibi  mezzo spirito e mezzo animale (...)
Per decidere quale sia il miglior uso che ne puoi fare, devi chiederti qual è l'uso che desidera farne il Nemico, e poi agire all'opposto.
Ora, può essere per te una sorpresa venire a sapere che nei suoi sforzi di impossessarsi per sempre di un'anima, Egli si basa sulle depressioni ancor più che sulle elevazioni.
Alcuni dei suoi speciali favoriti sono passati attraverso depressioni più lunghe e più profonde di qualunque altro.
La ragione è questa: per noi un essere umano è inanzi tutto cibo; nostro scopo è l'assorbimento della sua volontà nella nostra, l'aumento a sue spese della nostra area di egoismo.
Ma l'obbedienza che il Nemico chiede all'uomo è cosa del tutto diversa.
Bisogna guardare in faccia al fatto che tutto quel parlare intorno al suo Amore per gli uomini, e intorno al Suo servizio come perfetta libertà, non è ( come si vorrebbe allegramente credere) pura propaganda, ma una terribile verità.
Egli vuole riempire l'universo di una quantità di nauseanti piccole imitazioni di Se stesso, non perchè Egli li assorbirà, ma perchè le loro volontà si conformeranno liberamente alla Sua. (...)
Egli non può rapire, può solo corteggiare.
Infatti ha l'ignobile idea di mangiare la torta e insieme conservarla;
le creature devono essere una sola cosa con Lui, ma intanto devono rimanere se stesse."
E' un altro brano molto arguto tratto dall' immaginario epistolario tra il diavolo Berlicche e suo nipote Malacoda, 'diavolo custode', su come rubare l'anima agli umani, tentando di ostacolare il Nemico nella sua opera. 
Questo 'diario diabolico' di formazione, scritto da C.S. Lewis, uno dei più importanti scrittori inglesi cattolici del '900, insieme a Tolkien e Chesterton, venne pubblicato nel 1947.
Solo sei anni prima, in America, a Duluth, nasceva uno dei personaggi più importanti nella storia del rock e della poesia moderna intera: Robert Allen Zimmerman in arte Bob Dylan.

Icona musicale per più generazioni, dapprima semplice menestrello folk, poi attento cronista delle contraddizioni della società americana e dello scontro tra il formalismo ingessato uscito dalla seconda guerra mondiale e l'ansia di nuove risposte nel quotidiano, sempre filtrate da citazioni bibliche, espressione della sua cultura ebrea.
Ma, alla fine degli anni '70, sorprende fans e critica, realizzando un album esplicitamente ispirato alla religione cristiana e alla figura del Messia:
"Avvertii una presenza nella stanza e non avrebbe potuto trattarsi di nessun altro se non di Gesù.
Mi sentii rinascere.
Gesù pose la sua mano su di me, fu una cosa fisica: sentii la Sua mano e il mio corpo cominciò a tremare, la gloria del Signore mi abbattè e poi mi aiutò a rialzarmi"
Era il novembre 1979 e Bob Dylan annunciava la sua appartenenza alla Chiesa Evangelica Pentecostale americana:  la Vineyard Fellowship
E, giusto per non essere equivocato, affermava:
" Cristo non è una religione. Lui è la via, la verità, la vita.
Vi dissi ' i tempi stanno per cambiare' e così è stato.
Vi dissi che ' la risposta era nel vento' e così è stato.
Ora vi sto dicendo che Gesù sta per tornare, e così sarà!"
L'infatuazione per la conversione è così forte, che i suoi concerti diventano dei sermoni itineranti, dove il pubblico presente viene coinvolto in maniera spiazzante, tanto da suscitare dissensi e incomprensioni.
Negli anni successivi, già a metà degli '80, la carica predicatoria si attenua di molto e Dylan ritorna su posizioni più laicamente poetiche, non perdendo mai 'l'imprinting' della Chiesa a cui aveva aderito così entusiasticamente.
Sforna album di una intensità letteraria impressionante, con la sua voce sempre più "informe", vince il Nobel per la letteratura, addirittura recupera, a modo suo il songbook di Frank Sinatra, ma sostanzialmente, rimane il suo giudizio millenaristico sulla storia dei giorni attuali.
Sorprendentemente nel 2000, a Bologna, canta davanti a un Giovanni Paolo II attentissimo, la sua canzone più famosa: "Blowin in the wind"

Parlando della pandemia del nuovo coronavirus, ha recentemente affermato:
" Credo sia l'anticipazione di qualche altra cosa.
L'estrema arroganza può avere punizioni esemplari, forse siamo alla vigilia della distruzione.
penso che l'unica cosa da fare sia lasciargli compiere il suo percorso"

Ma tornando al primo sorprendente capitolo della sua nuova strada esistenziale:
1979, l'album " Slow train coming". Uno dei suoi più grandi successi popolari.
Grande musica discendente diretta del gospel e dello spiritual, ben orchestrata dalla regia sapiente del leader di un complesso, in quegli anni emergente, Mark Knopfler dei Dire Straits.
Apertura per "Gotta serve somebody", un grande blues che riecheggia il tema proposto dalle lettere di Berlicche: l'eterno duello dell'uomo tra Dio e Satana:

DEVI SERVIRE QUALCUNO

" Puoi essere un muratore che tira su una casa
Puoi vivere in una lussuosa residenza o sotto un ponte
Puoi possedere delle armi o perfino dei carrarmati
Può piacerti mangiare caviale o mangiar pane
Puoi dormire per terra o su di un letto a doppia piazza

Ma devi servire qualcuno, proprio così
Devi servire qualcuno
Può essere il Demonio o può essere il Signore
Ma devi servire qualcuno" 








        
  

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