The show must go on - The Queen

"Allora Almìtra parlò dicendo:
Vorremmo chiederti ora della Morte
Ed egli disse:
Vorreste conoscere il segreto della morte.
Ma come scoprirlo, se non cercandolo nel cuore della vita? (...)
Se volete davvero scorgere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita.
Giacché la vita e la morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare.
In fondo alle vostre speranze e ai vostri desideri sta la muta conoscenza di ciò che è oltre la vita;
E, come il seme che sogna sepolto dalla neve, il vostro cuore sogna la primavera. (...)

E dare l'ultimo respiro, che cos'è se non liberarlo dal suo flusso inquieto, affinché possa involarsi finalmente e spaziare disancorato alla ricerca di Dio?
Solo se bevete al fiume del silenzio, voi canterete veramente.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire.
E quando la terra chiederà le vostre ossa, allora danzerete veramente."

Ancora una volta nella "stanza" entrano le parole del "Profeta" di Gibran Kalhil Gibran.
La raccolta di sermoni religioso - poetici immaginati e pubblicati nel 1923, (qui nella traduzione edita da Adelphi nel 1975), dallo scrittore e filosofo libanese, cristiano maronita, emigrato negli Stati Uniti nei suoi ultimi vent'anni di vita, e dove morì nel 1931, fu con successo nel mondo giovanile post-contestazione, nei primi anni '70, ed insieme ad altre produzioni letterarie americane fonte di ispirazione per la migliore tradizione rock che guardava con curiosità alla ricerca del senso della vita, anche se a volte perdendosi in discutibili, semplicistiche e modaiole interpretazioni "new-age". 

"Ogni volta qualcuno chiede come io e gli altri della band abbiamo reagito alla morte di Freddy, se abbiamo sopportato 'bene' il colpo.
Che razza di domanda! Come si reagisce alla scomparsa di una persona con cui hai vissuto per vent'anni ogni giornata della tua vita?
Male, malissimo, ti senti a pezzi fisicamente e non ci sei più con la testa. (...)
La morte ci attende tutti. Ne siamo coscienti solo quando ti tocca vicino, vicinissimo.
E dopo diventi adulto di colpo. Di colpo ti accorgi che non giochi più. (...)

Intervistato da Walter Gatti nel 1992, per il settimanale "Il Sabato" Brian May, il chitarrista dei Queen,
racconta la scomparsa per Aids del front man della band inglese Freddy Mercury, a poco più di un anno una ferita personale ancora aperta.
May è anche l'autore di "The show must go on", che concludendo l'ultimo album della band nella originale formazione, "Innuendo", scrive in parole e musica il testamento musicale del carismatico e funambolico cantante del gruppo.
"Certo, quella era una canzone con una forza particolare, scritta mentre sentivamo che si stava compiendo qualcosa di tragico.
Quando Freddy è venuto per la prima volta a sentire i provini e a registrare le voci era in condizioni tremende, eppure riuscì a cantare anche meglio che nel passato: quella sua registrazione è probabilmente la migliore in assoluto."

In un libro che ripercorre la biografia e le canzoni dei Queen, Georg Purvis, "Queen", ed. Arcana, 2013, raccoglie altre sensazioni di Brian May:
"E' la mia canzone preferita dell'album. Ha quel tipo di tristezza, ma è anche piena di speranza.
E' una di quelle cose che si sono evolute e in essa c'è un pò di ognuno di noi.
Ha in sé qualcosa di retrospettivo e ha qualcosa che implica uno sguardo sul futuro.
Ad un certo punto l'ho osservata profondamente e ne ho avuto una certa visione, ho avuto la sensazione che avesse un significato speciale. (...)
Allora ci siamo messi al tavolino con Freddy e gli ho chiesto: 'Cosa ne pensi?'
E' stato davvero un momento strano e memorabile, perché quello che avevo era venuto fuori insieme a qualcosa che secondo me era il mondo visto dai suoi occhi.
Non ne abbiamo parlato tanto, è stato molto toccante."

Una storia reale, la testimonianza di un'amicizia sincera, la commozione di una perdita, l'impeto delle domande ultime sulla vita, l'inno ad una speranza. 
Una canzone importante.

LO SPETTACOLO DEVE ANDARE AVANTI

"Spazi deserti, per che cosa viviamo?
Luoghi abbandonati - scommetto che noi conosciamo la realtà dei fatti
Avanti e avanti ancora, 
qualcuno sa che cosa stiamo cercando?
Un altro eroe,
un altro crimine insensato.
Dietro le quinte nella pantomima
dobbiamo resistere, c'è qualcuno che ce la fa ancora?

Lo spettacolo deve continuare
Dentro mi si spezza il cuore
il mio trucco si sta sciogliendo
ma il mio sorriso indugia ancora.

Qualunque cosa succeda,
lascerò tutto al caso
Un altro dolore,
un'altra storia d'amore fallita
Avanti e avanti ancora,
qualcuno sa per cosa stiamo vivendo?
Forse sto imparando,
devo addolcirmi ora.
Presto girerò l'angolo.
Ecco adesso,
fuori sta sorgendo il sole
ma dentro nell'oscurità,
soffro per essere libero.

La mia anima è dipinta 
come le ali di una farfalla,  
riesco a volare amici miei
non mi arrenderò mai
avanti con lo spettacolo
sarò l'attrazione principale,
esagererò,
avanti con lo spettacolo." 






Commenti

  1. Canzone bellissima e struggente, è evidente l'immedesimazione di Freddie. Molto bella anche la versione proposta in "Moulin Rouge". Ho giusto un dubbio: nel soundtrack di "Bohemian Rhapsody" mi sembra che le canzoni non le interpreti Freddie, ma Marc Martel, per lo meno in molte parti del film

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  2. Carissimo,
    ammetto, non sapevo che nel film la voce di Mercury in alcuni passaggi canori fosse stata sostituita con quella di altri cantanti, tra i quali, appunto, Marc Martel.
    Cantante canadese, frontman di un gruppo rock cristiano.
    Segnalato alla produzione del film per la sua somiglianza non solo vocale di Mercury.
    Naturalmente il brano proposto nella "stanza" è l' originale

    RispondiElimina

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