Amazing Grace - Elvis Presley

"Che cos'è la musica per me?
E' la domanda più difficile che esista.
La musica è ciò che abbiamo dentro, è ciò in cui esistiamo, in cui ci muoviamo.
Il vento che scuote gli alberi, la pioggia sul mare, ma anche la tristezza e la gioia.
Il creato è già musicalmente fatto.
La musica c'è a prescindere da noi.
L'uomo è andato a cercarla per poter scrivere questa grandiosità, per poterla ripetere quando non c'è.
Perchè la musica, come tutta la bellezza, è una necessità.
Quindi la vera domanda non è 'cosa è la musica per me', ma 'cosa posso fare io per la musica'.
La musica ci aiuta a vivere. Ci fare stare bene. Ma non è una questione d'umore, la musica non è un corroborante di emozioni.
Chi scrive musica lo fa per trovare un legame con qualcosa che è meravigliosamente inspiegabile.
Infatti non esiste religione al mondo che non abbia la musica al suo fianco.
La musica cura i solchi della nostra anima, perchè ci dà un punto di accesso immediato alla nostra essenza.
Ci riconosciamo parte di quel disegno non controllabile, di quel mistero di cui già partecipiamo. (...)
La prima cosa di cui mi accorgo incontrando la gente, è che suonare ci rende più belli.
Ma non è un canone estetico, è una bellezza che esprime qualcosa di più profondo: 
una bellezza intoccabile. "
Riflessioni di Ezio Bosso, rilasciate in una intervista al mensile internazionale "Tracce", periodico ufficiale del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, all'inizio del 2018.
Torinese, direttore d'orchestra, compositore e pianista, Bosso ci ha lasciati nel 2020, non ancora cinquantenne, combattendo fino all'ultimo contro un grave malattia neuro vegetativa.
Il grande pubblico lo ha potuto conoscere ed apprezzare come appassionato divulgatore della Grande Musica.
La sua sofferenza fisica, il suo limite nei movimenti era per lui la grande occasione per trasmettere tutta la forza dell'anelito popolare dell'arte musicale, tutta la bellezza che va oltre l'umano.

"Forse è il più famoso gospel di tutti i tempi: 'Amazing Grace', Grazia stupefacente, accecante, Grazia meravigliosa.
Echi biblici di figliol prodigo aleggiano sulla storia di queste parole e su quella melodia che un pò tutti conosciamo: c'è San Paolo che cade da cavallo, ci siamo noi, tutti noi che ci ritroviamo in quella luce di Grazia che ci tocca, che ci sfiora soltanto e tutto rinnova"
Walter Gatti, curatore del volume "Amazing Grace. Canzoni e storie di gospel, blues, soul & folk music" (ed. Itaca, 2010) ci fa un pò da Virgilio nelle origini di questo brano.
"La sua storia è eccezionale e affonda le radici nel Settecento, quando mister John Newton, figlio di un ufficiale marittimo londinese, si imbarcò come mozzo alla tenera età di undici anni.
Rissoso, indisciplinato, violento, presto diserta, viene catturato e imbarcato a forza su una nave con destinazione Sierra Leone per il commercio di schiavi. (...)
E' il più volgare, violento e pericoloso marinaio del circondario (...) 
(Nel 1978) si trovò in mezzo ad una bufera di dimensioni ciclopiche.
Il blasfemo John disse al capitano: "Possa Dio avere pietà di noi"
Dopo lo scampato pericolo, riflettendo sulle sue stesse parole, cominciò una vita nuova: 
si sposò e per un certo periodo continuò a trafficare in schiavi, trattandoli, però, con sempre più umanità, finchè smise questa attività, certamente non edificante e si stabilì definitivamente a Liverpool, divenne un fedele alla Chiesa anglicana, diventando un famoso predicatore, grazie alla sua creatività nello scrivere inni e canzoni sacre, come, appunto, nel 1772, "Amazing Grace".
Questo gospel, nel 1835, ebbe definitivamente la versione che oggi noi tutti conosciamo, per merito di William Walker, compositore del South Carolina, ispirandosi ad un brano già esistente, "New Britain".

Più di cento anni dopo, nel 1947, "Amazing Grace" viene incisa dalla più grande cantante gospel di ogni tempo: Mahalia Jackson.
Da allora, questo brano avrà migliaia di interpreti e diventerà l'inno anti-militarista e pro diritti civili nelle contestazioni giovanili americane negli anni '60.
Tra le migliaia di versioni ci piace particolarmente quella di Elvis Presley.
Il re del rock'n roll, l'iniziatore a tutti gli effetti del movimento rock, scoprì la musica da ragazzino cantando i gospel delle chiese protestanti dell'America profonda e non rinnegò mai queste origini. 
Accompagnato di volta in volta da gruppi vocali, almeno all'inizio rigorosamente di pelle bianca, realizzò diversi album tutti dedicati agli inni gospel, in un periodo molto ampio, dal 1957 ai primi anni '70. Quindi non una semplice infatuazione giovanile, ma una conferma, nel corso della sua, pur relativamente breve, ma fondamentale carriera:
"Da piccolo ero un sognatore.
Leggevo i fumetti e diventavo l'eroe della storia.
Guardavo un film e diventavo il protagonista del film.
Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte.
Ho imparato molto presto che senza una canzone il giorno non ha fine,
un uomo non ha radici, senza una canzone
la strada non ha curve, senza una canzone.
Per questo motivo io continuo a cantare."

Della versione di Elvis Presley di "Amazing Grace" ecco due "take" diverse, ma della stessa registrazione del 1971:
quella ufficiale, accompagnato dai "Nashville Edition", e una versione solista, dove si evidenzia la sua carica vocale.


GRAZIA MERAVIGLIOSA

"Grazia meravigliosa
com'è dolce quel suono
che ha salvato un derelitto come me.
Prima mi ero perso, ma ora mi sono ritrovato,
ero cieco, adesso invece ci vedo.

E' stata la Grazia ad insegnare
il timore di Dio al mio cuore.
e la Grazia ha sollevato le mie paure.
Quanto m apparve preziosa la Grazia
quell'ora i cu iniziai a credere per la prima volta.

Attraverso molti pericoli
travagli e insidie
sono già passato.
La Grazia mi ha condotto
in salvo fino a qui,
e la Grazia mi ricondurrà a casa.

Il Signore mi ha promesso il bene,
la Sua parola sostiene la mia speranza.
Egli mi sarà lamia difesa e la mia eredità
per tutta la durata della vita.

Si, quando questa carne
e questo cuore decadranno
e quando la vita mortale cesserà,
io entrerò in possesso, oltre il velo,
di una vita di gioia e di pace."








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