Henna - Lucio Dalla

da "Fratelli tutti. Sulla fraternità e l'amicizia sociale" Lettera enciclica di Papa Francesco
(Libreria Editrice Vaticana, 2020)

"Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato.
La guerra è un fallimento della politica e dell'umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male.
Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come "danni collaterali".
Domandiamo alle vittime.
Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia.
Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto.
Così potremo riconoscere l'abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perchè abbiamo scelto la pace. (...)
Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società.
Il dialogo fra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza.
Come hanno insegnato i Vescovi dell'India, 'l'obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore'.
Il fondamento unico."

E' un minuscolo stralcio dalla complessa enciclica sociale di Papa Francesco, pubblicata il 4 Ottobre 2020, proprio il giorno dedicato alla memoria della figura di San Francesco d'Assisi.
Un documento, che il Santo Padre offre alla riflessione del popolo cattolico, cristiano tutto, ai rappresentanti delle altre religioni e ai responsabili politici decisori di guerra, pace, giustizia sociale ed equità economica nel rispetto delle risorse naturali del Creato.

"E' la notte del 9 Dicembre 1993. Il cellulare squilla alle 0,35.
La mia casa è immersa nel sonno e nessuno risponde.
Alle 0,37 trilla il telefono normale accanto al letto: impossibile ignorarlo.
E' Lucio Dalla. Vuol farmi sentire il disco 'Henna'.
Frasi di circostanza assonnate e scoraggianti. Ma non per Dalla, che insiste. 
E' l'una quando il taxi rompe il silenzio della via. Dalla sale. (...)
Sapeva che 'Henna era un disco difficile e che la critica non l'avrebbe capito, e optò per una promozione domiciliare presso o critici.
A noi andò bene: dal collega dell''Avvenire' (era allora Massimo Bernardini  n.d.r) Dalla si presentò alle 6,40 del mattino."
Chi racconta l'episodio è il decano dei critici musicali italiani e giornalista storico del Corriere della Sera, Mario Luzzatto Fegiz, nel libro inserto del quotidiano, "Lucio Dalla. Primo Tempo", pubblicato pochi giorni dopo la scomparsa del cantautore bolognese nel 2012.

Ma perchè 'Henna' era così importante per Lucio Dalla?
"Credo che 'Henna' sia la miglior cosa che abbia mai scritto.
Il pezzo parte dal presupposto, che è quello di aver vissuto un momento altamente drammatico.
E' come se ci fosse stato uno scontro, neanche più solo  in termini politici, ma proprio come contrapposizione tra essere umani, violenta, come una mutazione che porta a bruciare i tempi.
Altrove è evidente, ma anche in Italia è un momento terribile.
Questa benedetta rivoluzione non può che provocare devastazioni"
(intervista a Repubblica, sempre nel 1993).
"Henna, si riferisce alla guerra civile in Bosnia, dove un soldato dice: 'Adesso basta sangue, è il dolore che ci farà crescere. Chi aiuta è l'amore'
Tutte le volte che la canto, dico a chi mi ascolta che l' ho dedicata a papa Wojtyla.
Vorrei che l'uomo scoprisse che attraverso la tolleranza, il dialogo, il confronto, i problemi si possono risolvere, o perlomeno si possono discutere, soprattutto tra religioni.
Io sono cristiano ma non disprezzo chi crede diversamente da me, semmai mi incuriosisce.
Penso che a dividere il mondo nelle sua prospettive sia soprattutto il credere e il non credere"
(intervista ad Avvenire nel 2008)

"Tra l'altro tutte le guerre fanno schifo, sono orribili, orrende, quella in particolare, quella in Bosnia, perchè era una guerra fratricida, cioè, il fratello era obbligato ad uccidere il fratello.
Allora immaginavo che fosse possibile per un soldato rifiutare un comando del generale e dirgli 'no'.
Che per me è un diritto, anzi no, un dovere civile di ogni essere umano, quando gli comandano di fare una cosa sbagliata"
Sempre parole di Dalla, presentando il brano durante i suoi concerti. 

'Henna' è un brano speciale, sia nella sua struttura musicale, una specie di inno gregoriano moderno, inconsueto ma affascinante, sia nel testo: fotografia formidabile della realtà della guerra e della certezza ultima che l'amore, attraverso il dolore, sia la salvezza dell'uomo.



      

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