Voi ch'amate lo Criatore - Mina

"Si hanno dei dolori con i figli.
Li si alleva e poi dopo.
Lei sentiva tutto quello che avveniva nel suo corpo.
Soprattutto la sofferenza.
I figli non vi danno che tormento.
Tutto quello che c'era nel suo corpo.
Lei sentiva il corpo di lui come il suo.
Era una madre.
Era una madre.
Sua madre delle opere dello Spirito e sua madre carnale.
Sua madre nutrice.
Aveva anche un crampo.
Aveva soprattutto un crampo.
Una crampo spaventoso.
A causa di quella posizione.
Di restare sempre nella posizione.
Lei lo sentiva.
Di essere forzato ad essere in quella tremenda posizione.
Un crampo di tutto il corpo.
E tutto il peso del suo corpo gravava sulle sue Quattro piaghe.
Aveva dei crampi.
lei sapeva quanto soffriva.
Lei sentiva bene quanto male aveva.
Lei aveva male alla sua testa e al suo fianco e alle sua Quattro Piaghe.
E lui in se stesso diceva: Ecco mia madre. Che cosa ne ho fatto.
Ecco cosa ho fatto di mia madre.
Quella povera vecchia."

L'8 maggio 1909 Charles Péguy sfila con il suo reggimento davanti alla statua di Giovanna d'Arco a Orléans. E' la scintilla.
Decide di riscrivere il dramma "Giovanna d'Arco", già composto nel 1897, e di farne una serie di Misteri che verranno rappresentati ogni anno.
Anzitutto il Dramma diviene Mistero: da una parte evoca gli antichi misteri rappresentati un tempo sulla soglia delle cattedrali, dall'altra è un atto di fede: il dramma universale del male nel mondo appartiene al Mistero di Dio e ne riceve la dimensione spirituale, essendo il segno stesso della Carità.

Scrittore, saggista, graduato nell'esercito francese nel reggimento fanteria (cadrà in battaglia colpito da una pallottola in fronte durante la Prima Guerra Mondiale nel 1914), nasce ad Orléans nel 1873. Attivista politico socialista, è trentenne  quando dichiara di aver ritrovato la fede cattolica e lo testimonia scrivendo diversi testi in bilico tra prosa e poesia.
Il brano citato da "Il mistero della carità di Giovanna d'Arco", traduzione di Mimmi Cassola per Ed. Jaca Book, 1978, descrive con il suo particolare stile narrativo il dramma di Maria, durante le ore della Passione di suo Figlio, Gesù.
Scrive il filosofo Massimo Cacciari nel suo pregevolissimo saggio "Generare Dio" (Ed. Il Mulino, 2017):
"Ecco la perfetta 'martire': Ella c'era, era presente. Lei lo testimonia.
Questo è il suo martirio."

"L'idea di questo disco è nata dopo l'ascolto di alcuni brani della tradizione cristiana che io , un po' casualmente, ho proposto a Mina, esattamente come un amico propone ciò che si scopre bello. (...)
Lei da subito è rimasta profondamente colpita e la sua reazione ha stupito me, perché sapevo di sottoporre questi brani al giudizio e alla valutazione di una donna dalla grande consapevolezza artistica e musicale.
Tutto è nato, in fondo, dall'incontro di una grande cantante, con la tradizione che l'ha preceduta, dal suo accostamento in modo molto naturale, come accade in un rapporto, con la produzione musicale cristiana."
Questa la genesi del disco di Mina "Dalla terra" pubblicato nell'ottobre 2000 e presentato in anteprima al Centro Culturale di Milano dall'ispiratore del lavoro discografico Luigi Nava, insegnante di religione e amico di lunga data della cantante cremonese.
Parole documentate nel numero di novembre di quell'anno del mensile "Tracce", periodico ufficiale del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione.
"E' stato un lavoro affascinante perché c'è in Mina una capacità di comprensione molto forte dell'aspetto musicale. (...)
Quando sono iniziate le prime prove, Mina mi faceva sentire tutto, per saper anche il mio parere.
Ha sempre voluto verificare l'esattezza della pronuncia e la correttezza della scansione nei canti gregoriani, perché desiderava un rigore musicale.
Tra i primi brani che ha eseguito c'è "Voi ch'amate il Criatore", tratto dal "Laudario di Cortona" del XIII secolo. Quando le ho fatto ascoltare la lauda per la prima volta si è commossa.
E' rimasta così colpita, immedesimandosi con l'umanità dolente di questa madre di fronte al figlio morto."

La lauda è un genere poetico-musicale in volgare che si sviluppò soprattutto in Toscana e in Umbria durante il secolo XIII, come espressione della devozione spirituale praticata da confraternite laiche.
Il "Laudario di Cortona" è il testimone più antico della lauda monodica.
La "versione" di Mina è una interpretazione non canonica: una vera interpretazione drammatica, quasi teatrale, una lettura vocale molto "fisica", come si addice ad una cantante pop, con sfumature jazz, grazie all'arrangiamento di uno dei più prestigiosi pianisti italiani del genere, Danilo Rea.
Potrà far storcere la bocca ai "puristi" più esigenti, ma nulla toglie alla passione con cui la grande cantante ha affrontato questo repertorio religioso, e il brivido di commozione che si prova ascoltandola lo testimonia 

E che l'accoppiata con le sequenze del film "La Passione" di Mel Gibson, valorizza.




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