Ovunque proteggi - Vinicio Capossela

"Ascolta, o Dio, mio grido,
sii attento alla mia preghiera.
Dai confini della terra io t'invoco;
mentre il mio cuore viene meno,
guidami su rupe inaccessibile.
Tu sei il mio rifugio,
torre salda davanti all'avversario.

Dimorerò nella tua tenda per sempre,
all'ombra delle tue ali troverò riparo;
perché tu, Dio, hai ascoltato i miei voti,
mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome.
Ai giorni del re aggiungi altri giorni,
per molte generazioni siano i suoi anni.
Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;
grazia e verità lo costudiscano.
Allora canterò inni al tuo nome, sempre,
sciogliendo i miei voti giorno per giorno.
(Salmo 61, Libro dei salmi, La Bibbia)

Ecco il commento di Luigi Giussani, tratto dal libro: "Che cos'è l'uomo perché te ne curi?" ed. San Paolo, 2020:
" 'Dai confini della terra io t'invoco' (dai confini della terra, quasi estraneo a me stesso);
'mentre il mio cuore viene meno, guidami su rupe inaccessibile' (su un punto sicuro)
Ma questo grido è in noi?
Uno può star bene perché è accompagnato dalla certezza di essere posseduto, di essere Suo per l'eternità, e un altro, di fronte a queste cose, può non star bene, essere come fuori di sé, ai confini della terra, col cuore che viene meno;
in ogni caso 'dimorerò nella tua tenda per sempre', io Ti appartengo per sempre:
questa non è la parola di uno stato d'animo, questa è la parola del giudizio e della libertà che decide di aderire alla verità. (...)
Tutte queste parole si riverberano in una cosa che è in noi.
Infatti: 'il mio cuore viene meno'; per questo 'guidami su rupe inaccessibile'.
L'avversario davanti al quale tu sarai 'torre salda' è dentro di me; il nemico di cui ho terrore, da cui Ti prego di preservarmi la vita, è dentro di me, è dentro di noi.
Il problema sta dentro di noi." 

Compositore dalla produzione molto particolare nel panorama cantautorale italiano Vinicio Capossela è difficilmente inquadrabile nel suo tragitto artistico.
Inizia la sua carriera in terra romagnola sotto le attenzioni dell'entorauge di Guccini.
Lui arriva da esperienze nelle balere e nelle feste popolari, nonostante i suoi modelli di riferimento siano Paolo Conte e Fabrizio De André.
Poco alla volta diventa una specie ricercatore delle tradizioni musicali legate alla profonda cultura contadina in bilico tra la religione e i riti superstiziosi.
La sua ricerca lo porta a sperimentare nuove soluzioni creative, rivestendo le sue canzoni di abiti di volta in volta più impegnativi al primo ascolto, allontanandosi dal grande pubblico e coltivando un discreto plotone di aficionados sostenitori.

L'album "Ovunque proteggi" del 2006 è un esempio qualificante della sua discografia.
Soprattutto per quanto riguarda il brano omonimo inserito nella tracklist.
Per questo ci affidiamo alla splendida presentazione del cronista musicale Walter Gatti redatta per il libro "Help. La ricerca del mistero nella canzone italiana" (Ed Itaca, 2012):
"Nelle mille avventure del suo viaggio musicale, ad un certo punto è giunto il momento del riposo, della preghiera.
Già, perché nei mille viaggi di cerca - non importa se sia ricerca di canzoni, persone, fatti, luoghi, riposi, pacificazioni, pienezze, rivoluzioni o tradimenti - prima o poi giungono il luogo e il momento della preghiera. (...)
Nel pianoforte caldo con cui Vinicio s'accompagna, tenero e intenso, in questo racconto di vita e di vita vissuta, c'è un universo di pace, di dolcezza, di ritorno a casa, di figliol prodigo.
Scarpe consumate, percorsi nel sole e nel freddo, cose che non bastano ('Che troppo è per poco / e non basta ancora'), ricchezze e povertà che passano, lutti e amori che spingono.
E' la confessione del viaggiatore, dell'uomo.
Una canzone che si ascolta con orecchie appassionate, che spinge dal cervello al cuore il senso del riposo e che finisce in una richiesta, dolcissima, di protezione: 'Ovunque proteggi'.
Veramente rara questa forza. Veramente rara questa semplicità.
Ovunque. Grazia. Cuore.
Parole da ricordare."
 



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