Ave Maria - Davide Van de Sfroos

"- Vergine madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, /
termine fisso d'eterno consiglio - , indicazione ineluttabile di Chi ha fatto in disegno di tutto l'universo, che ne è l'espressione.
Infatti - tu se' colei che l'umana natura / nobilitasti sì, che il suo Fattore / non disdegnò di farsi sua fattura / nel ventre tuo. (...)
- Qui - continua la poesia di Dante - qui se' a noi meridiana face / di caritate - sei il punto sicuro di amore - e giuso, intra i mortali, / se' di speranza fontana vivace.

Fra tutte le genti dell'universo sei fontana vivace di speranza, sei una sorgente continua della speranza come significato del tutto, come luce della luce, come colore del colore, come l'altro dell'altro.
Sei di speranza fontana vivace: la speranza è l'unica stazione in cui il grande treno dell'eterno si ferma un istante.
Sei di speranza fontana vivace.
Senza speranza, infatti non esiste possibilità di vita.
La vita dell'uomo è la speranza, perché è alla speranza che io invito i vostri occhi a guardare. (...)
Tra i mortali Tu sei di speranza fontana vivace.
La figura della Madonna è proprio la figura della speranza, la certezza che dentro i padiglioni - direbbero i medioevali - dell'universo sei la sorgente di acqua che si sente, che va giorno e notte, notte e giorno.
Che questa fontana vivace di speranza abbia ad essere ogni mattina - ogni mattina - il senso della vita immediato più mordace e più tenace che ci possa essere."
(Brani tratti dal messaggio conclusivo di Luigi Giussani al Meeting di Rimini, il 24 agosto 2002)

"Nel 2014 la richiesta della Diocesi ambrosiana fu una piacevole sorpresa per me, stavolta il 'bis' si deve al fatto che lo stesso cardinale Scola ha espresso il desiderio che eseguissi la mia 'Ave Maria', dedicata alla Madonna che guarda a tutti senza distinzioni.
E' una sensazione bellissima per uno come me, che, pur nel fango della propria fragilità, viene chiamato a produrre qualcosa di suo con quella medesima argilla."

Nel 2015, per Milano l'anno epocale dell'Expo, sotto la guida del card. Angelo Scola, la Chiesa ambrosiana organizzò un grande evento di riflessione e spettacolo nella grande piazza del Duomo.
Nell'intervista rilasciata ad "Avvenire" il cantautore lariano Davide Van de Sfroos, raccontò quali erano i suoi sentimenti alla luce dell'invito fattogli dalla curia.
Davide Bernasconi (con il suo nome d'arte Van de Sfroos) è un bell'esempio di come un artista, espressione di una parte precisa di un territorio regionale, con intraprendenza, capacità letteraria nel raccontare storie di popolo reale e di creatività musicale, sfruttando modelli "country" di ispirazione "irish", sia riuscito a conquistare un buon seguito di "aficionados" in giro per l'Italia, scavalcando i confini regionali, nonostante l'uso non immediatamente comprensibile del dialetto "laghée" originario delle terre comasche bagnate dal lago, celebrato dal Manzoni.

Van de Sfroos, oltretutto, è un tipo umanamente interessante, alla perenne ricerca di un senso che trascenda e valorizzi il quotidiano umano fatto di piccole e grandi storie di emarginazione, lavoro e rapporti affettivi.
Proprio nell'intervista citata così risponde a precisa domanda:
"Fin da piccolo, giocando, incappavo ovunque in corone del rosario, santini, madonne fluorescenti, eccetera. Tutti in famiglia facevano abitualmente ricorso a Dio.
Io stesso non ricordo un giorno della mia vita in cui non mi sia confrontato con l'Altrove, perfino nei giorni più difficili.
Col tempo mi sono appassionato alla spiritualità degli uomini. (...)
L'uomo di oggi vive di password, ma non si chiede quale sia quella di Dio.
Anzi il fatto che a Dio non si acceda con password lo rende inaccessibile a quanti preferiscono la via più veloce.
Occorre invece capire che il fatto di esistere è già un miracolo.
Rischiamo, frettolosi come siamo, di essere come pesci in fondo al lago, che discutono se esiste o meno l'acqua, senza accorgersene che vi sono immersi."

"Ave Maria", la cui prima versione (1995) è cantata su una orripilante marcetta "reggae", poi opportunamente trasformata in una distesa ballata acustica, non è l'unica canzone di Van de Sfroos, dedicata alla Madonna, c'è un altro piccolo capolavoro scritto dal cantautore comasco "40 pass", che occupa da tempo una "stanza" di questo blog. 




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