La sua figura - Giuni Russo & Franco Battiato

da "C'è speranza? Il fascino della scoperta" di Juliàn Carròn
(Editrice Nuovo Mondo, 2021)

"Abbiamo trovato il Messia. E' la notizia che attraversa la storia: ciò che il nostro cuore attende si è reso presente. (...)
Noi, che siamo stati raggiunti da questa notizia, ci troviamo davanti al problema della sua attendibilità: Gesù di Nazareth è veramente quello che dice di essere?
E' veramente Dio fatto uomo?
Che il termine incognito della nostra attesa, l'infinito che il nostro cuore brama, il 'senza confine', è diventato un uomo, si è reso presente: 'Il Verbo si è fatto carne'. (...)
Cominciano col dire che, poiché è accaduto nella storia come fatto, deve essere intercettabile come fatto anche oggi per essere riconosciuto come il compimento della nostra attesa. (...)

Se duemila anni fa è stato un fatto a compiere l'aspirazione infinita dell'uomo, oggi non possono essere dei discorsi o delle regole; neppure ci può bastare leggerne il racconto in un libro, per quanto importante.
Il cuore dell'uomo non è cambiato, l'esigenza di pienezza è rimasta identica e solo un fatto può corrispondervi. (...)
Quel 'fatto' di duemila anni fa deve essere dunque intercettabile da noi, oggi, come lo fu peri primi che incontrarono Gesù. Ma come questa presenza può essere incontrata da te e da me, dall'uomo di oggi?
(...) Noi possiamo riconoscere la verità della notizia che ci raggiunge oggi solo imbattendoci in un avvenimento di umanità nuova e sperimentando il cambiamento che esso genera in noi."

E' un altro brano dal libro che don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha messo a disposizione nell'estate del 2021, come riflessione sul senso dell'avvenimento cristiano dopo i mesi drammatici della pandemia.

"Non so cosa voglia Teresa da me (Santa Teresa D'Avila  n.d.r.), però so che quella donna dice la verità.
Ho trovato in Teresa la chiave per aprire le porte.
Credo di aver capito che Teresa, come dice lei, ci aiuta a conoscere Cristo."

Giuseppa Romeo, in arte Giuni Russo, nata a Palermo nel 1951, così affermava in una intervista al Movimento Ecclesiale Carmelitano.
Interprete dalla inconfondibile potente voce, trovò grande successo di pubblico, agli inizi degli anni ottanta, grazie alla produzione di Franco Battiato.
Dopo qualche anno in bilico tra canzonette popolari (che lei non abiurerà mai) e sperimentazioni  canore, Giuni Russo, decise di rompere il cordone del mainstream radiofonico e 'commerciale' per dedicarsi alla ricerca di nuove espressioni artistiche, ispirandosi ad una produzione più colta, con tratti fortemente mistici.
Il suo cammino personale l'aveva ormai portata ad abbracciare una fede cristiana segnata dalla devozione verso figure importanti della storia della Chiesa, come Teresa D'Avila e san Giovanni della Croce ed Edith Stein, ebrea convertita, martire dell'odio criminale nazista. 
Una fede che, una volta scoperto di essere stata colpita da una forma grave di tumore, le diede una serenità nell'accettazione della malattia.
In una della sue ultime interviste, nel 2004  l'anno della sua morte, raccontò:
"Ho fatto pace con il mio male.
Ma nonostante la fede ho avuto paura. Ho urlato, pianto, litigato con il Crocifisso.
Alla fine, però, ho accettato la malattia. In ginocchio."

Già segnata dalla malattia, nel 2003, partecipa al Festival di Sanremo, con il brano "Morirò d'amore per te.", ispirato a Santa Teresa, in collaborazione con la sua compagna di vita Maria Antonietta Sisina.
Intanto è sempre più legata alla vita monastica del Carmelo, tanto che per suo desiderio, verrà sepolta tra le mura del convento.
Nel 1994, incide un suo brano, "La sua figura", in cui cita le parole di San Giovanni della Croce:
"Una citazione di san Giovanni della Croce dice: Scopri la tua presenza, mi uccida la Tua vista e la Tua bellezza. Sai che la sofferenza d'amore non si cura, se non con la presenza e la figura."

Questo brano, sarà anche cantato in coppia con Franco Battiato, che rimarrà per Giuni Russo un grande amico e compagno nella ricerca del senso dell'Assoluto.

(Grazie a Donatella, per la segnalazione)





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