In notte placida - Antonella Ruggiero

"L' attesa non è un vuoto, è un pieno. E' un modo in cui stare nella realtà.
Vivere senza attesa e speranza significa non dare alcun contenuto alla vita.
Bisogna capire cosa mettiamo in questa attesa. Chi e come attendiamo?
La risposta cristiana è chiara: Gesù è l'attesa.
Il cristiano la traduce, poi, nella sua vita ordinaria, in cui questa attesa è già una certezza ed è ciò che dà gusto e sapore alla vita.
Dio si è già fatto carne e ne faccio già esperienza, se non piena e con tante ferite.
Tutto dipende da come il mio cuore si dispone ad attenderLo e a cercarLo.
Quando si attende qualcosa o qualcuno si è vigili, con tutti i sensi in allerta; e appena si vede un segno del suo arrivo, lo nota subito.
Se, invece, si vive addormentati, non si nota quello che accade intorno a noi."

E' un brano dall'intervista al neo Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, pubblicata sul mensile "Tracce", rivista internazionale del movimento di Comunione e Liberazione, nel dicembre 2020.
Bergamasco d'origine, 55 anni, vive a Gerusalemme da trent'anni.
Frate francescano, biblista poliglotta è stato Custode della Terra Santa per una dozzina d'anni.
Ora è Patriarca per i latini, che formano la piccola comunità cattolica a Gerusalemme.
"Se c'è un popolo che vive di attesa, è il popolo ebraico.
L'attesa del Messia, naturalmente, che poi viene declinata, a seconda delle correnti e dei pensatori, in tantissimi modi diversi. (...)
Non è un'attesa vuota, ma piena di vita.
Mi ha insegnato molto, perchè essere sempre in attesa suscita tante domande su ciascun aspetto dell'esistenza. Le loro domande mi hanno aiutato molto a ripensare alla mia lettura di Gesù, del Vangelo e anche delle mie attese."

La galassia del pop rock è sempre stata attratta dall'atmosfera natalizia, forse cosciente della ricerca di una domanda di senso, nella festa più intima dell'anno, spesso sepolta dal fuorviante business commerciale.
Non c'è artista famoso o meno che non si sia confrontato con le Christmas songs, le tradizionali "carole" o le più moderne di stampo "buonista".
Un fenomeno soprattutto anglosassone e americano, che ha radici decennali e che ha coinvolto rockstar  a volte impensabili: ognuno con la propria sensibilità e carisma.
La lista è lunghissima, e se lo richiedete, il titolare di questa "stanza" può dare consigli di ascolto.
In Italia la lista è più contenuta e chi ci ha provato non ha quasi mai raggiunto risultati apprezzabili, tra  proposte banali e scontate.
Con una eccezione: Antonella Ruggiero e il suo cd "Regali di Natale".

"Tutto quello che canto è legato alla mia intimità ed ai miei ricordi: mi rivedo bambina, mi ritornano alla mente dei momenti di gioco o esperienze con i miei genitori.
Ritengo che la musica sia un mezzo straordinario per comunicare la bellezza. (...)
La Verità è la bellezza dell'essere umano, nella sua totalità, ma la bellezza più profonda sta nel bambino che nasce. Quando viene al mondo il bambino è puro. (...)
Canto la musica sacra che rappresenta la vicinanza alla cultura cattolica. (...)
negli ultimi anni ho tenuto oltre duecento concerti di musica sacra di tutte le tradizioni, sperimentando ogni volta un grande scambio di valori, rispetto e preghiera.
Ho vissuto emozioni indimenticabili cantando a Betlemme, nella sinagoga di Berlino oppure in Vaticano davanti a quella straordinaria figura che era Papa Wojtyla.
Dobbiamo recuperare la sacralità dell'esistenza e la capacità di vedere tanti miracoli che avvengono durante la nostre giornate.
Per questo disco, ho scelto le musiche che mi stupiscono e che mi danno qualcosa.
Abbiamo seguito un lavoro filologico, andando a pescare anche nel Medioevo.
Ci sono brani che potrebbero essere stati composti anche al giorno d'oggi, da qualche jazzista, e ce ne sono altre scritte da persone umilissime e dimenticate che invece hanno fatto la storia."

Sono spezzoni di interviste rilasciate da Antonella Ruggiero all'uscita del cd, nel 2010.
Dopo l'esperienza con i Matia Bazar, da diversi anni la cantante ha lasciato il mondo musicale mainstream, per approfondire la ricerca di esperienze artistiche che affondano nelle tradizioni e culture
più genuine e dimenticate.
E "I Regali di Natale" è veramente un lavoro importante e affascinante riguardo la produzione natalizia che percorre secoli e popoli, una miniera sorprendente di melodie e inni, arricchiti da arrangiamenti superbi (a volte modernissimi) curati da Roberto Colombo e Mark Harris, che dirigono il "traffico" di musicisti in maniera straordinaria.
E su tutto svetta l' inconfondibile voce della Ruggiero.

"In notte placida" è una melodia del XVII secolo di Francois Couperin, non eseguita spesso durante il periodo natalizio, ma che si ricollega alle parole iniziali del Patriarca di Gerusalemme, recuperando il senso dell'attesa e ciò che il cuore brama aprendosi al Mistero che nasce.





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