E' bella la strada - Claudio Chieffo

"Credo che i camminatori si possano dividere in due grandi categorie:
quelli che scommettono sulla buona sorte e rischiano, proprio come nella vita fanno gli audaci e gli irresponsabili, e quelli che umilmente hanno il coraggio di tornare sui propri passi, di riprendere la traccia del percorso, scovando l'errore e provando a non ripeterlo. (...)
Serve una meta, dunque. Anche perchè è il frutto di una decisione e perciò ha un significato. (...)

Una cammino è infatti anche un'esperienza intellettuale e talvolta perfino spirituale (...) quasi una visione virtuale ma più profonda, di realtà (...) spesso, invece, nella vita di tutti i giorni ci aggiriamo senza meta.
C'è, insomma, un nesso evidente tra pensare e camminare.
Si vede che avere il capo mobile in cima al tronco fa funzionare il nostro cervello in maniera diversa e migliore.
Guardiamo in avanti, scrutiamo l'orizzonte (...).
Fin dagli albori di 'Homo Sapiens' siamo stati in grado di alzare gli occhi al cielo, invece di trascinarci sulla terra con lo sguardo rivolto al suolo (...)
e quella nostalgia dell'infinito che ci perseguita e ci nobilita fin dalla nascita. (...)

Perchè di una meta abbiamo bisogno.
Si dice di solito che la meta è il cammino stesso (...)
Ma oggi è forse persino più vero e più importante il contrario:
il nostro cammino, per avere un senso, d'ora in poi ha bisogno di una meta (...)
e così procedo ormai da qualche tempo anch'io, senza più certezze, un passo alla volta, proprio in cerca di quel senso che ogni giorno mi si rivela più necessario." 

"Le regole del cammino. In viaggio verso il tempo che ci attende" (Marsilio, 2020) è il libro cronaca di un cammino/pellegrinaggio che l'autore, vicedirettore del Corriere della Sera - Antonio Polito - ha intrapreso nell'estate del 2020, sulle orme dei percorsi benedettini del centro Italia, insieme ad altri compagni di viaggio, cogliendo l'occasione per una serie di riflessioni sui tempi complicati e in che modo affrontarli, cercando la strada più umanamente adeguata.

Claudio Chieffo, è un cantautore "anomalo" nell'orizzonte musicale italiano.
Profondamente immerso dall'esperienza cattolica popolare, fin dalla fine degli anni '60, pur avendo una vena creativa importante e appassionata, non ha mai ceduto alle lusinghe delle sirene dell'industria discografica.
La libertà di esprimere totalmente la sua identità non gli ha però vietato di incontrare e coltivare stima e amicizia anche tra i suoi colleghi cantautori, tra i più grandi, Guccini e Gaber e di farsi produrre da eccellenti arrangiatori come Mark Harris (De Andrè, Jannacci, Bennato) e David Horowitz 
Si è spento nell'estate del 2007, dopo una grave malattia, ma le sue canzoni che hanno valicato i confini italiani, sono ancora cantate e ne rinnovano la sua memoria umana e artistica.

Chieffo, con la sua fede ben piantata nella concretezza quotidiana, aveva ben presente cosa voleva dire affrontare il cammino verso una meta sicura e accogliente.
Lui, la strada, la conosceva:
"Quando abbiamo paura di essere soli, è per la solitudine che compiamo le azioni più disperate nei confronti di sè e degli altri.
E invece se uno si accorge che tutto ha un senso, è un dono che è un di più e non un di meno, e allora , questo dono viene voglia di raccontarlo, di cantarlo.
Questa canzone è dedicata a Giovanni Paolo II, l'ho scritta nell' 80, quando da poco era stato eletto.
E allora, veramente, la strada è diventata bella per chi cammina"









Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri