Per sempre, presente - Lucio Dalla

"La nostra passione è la gloria umana di Cristo, non semplicemente 'Cristo', che può risultare solo un nome, anzi, che può venire sfuocato secondo la nostra immagine, secondo le nostre aspettative, cioè , in ultima analisi, ridotto. (...) e su una parola astratta si possono fare tutti i discorsi possibili e immaginabili.
Ciò che vince l'astrattezza è solo il presente: il presente è il vero oggetto della conoscenza.
Tutto ciò che in qualche modo non è nel presente sperimentabile non esiste.
Anche Dio, nella sua esistenza, deve essere presente qui, poichè la presenza è la caratteristica di essere di Dio. (...)
Quello che è presente tra noi è Cristo Verbo incarnato, nato da una donna, morto e risorto.
Un uomo di duemila anni fa non può essere presente qui: se è presente qui è Dio.
Questa è la glorificazione di Cristo.
Riconosco un Presente che è dominante, determinante.
Se così non fosse, non sarebbe presente.
Occorre allora aiutarsi a riscoprire  la realtà, a riscoprire ciò che è, aiutarsi a guardare, toccare, vedere, sentire tutto ciò che è, in modo tale da arrivare a dire: 'Egli solo è'.
Questa è la gloria umana di Cristo: il rendersi tangibile, sperimentabile, del suo essere qui ed ora il significato esauriente di tutto.
Se qualcosa restasse fuori da Cristo, Egli non sarebbe niente, perché non ne sarebbe Signore."
 
(da "Generare tracce nella storia del mondo" di Luigi Giussani, a cura di Stefano Alberto e Javier Prades.  Ed. Rizzoli, 1998)

"Credo che l'uomo nei suoi momenti più interessanti, quelli che nascono dal disagio, senta il bisogno di andare oltre. Non è una mia constatazione che la gioia spesso segua il disagio. (...)
Chiedo a Dio, e lo prego con grande piacere, che mi guidi nei momenti più bui, anche quando, in teoria, dovrebbe abbandonarmi.
Mi fido di Lui perché non è solo intelligenza che calcola, è amore senza limiti. Allora è come essere raccolti. E' una richiesta di intervento continuo che inizia con la presa di coscienza di un elemento talmente visibile da essere imbarazzante: è l'amore, il sapersi amati da Dio in maniera misteriosa, imperscrutabile.
La constatazione nasce dal piccolo, dalla cronaca della nostra vita. (...)
Il vertice è Gesù, nel senso del Verbo che si fa carne, la persona visibile che svela quello che mai si sarebbe potuto vedere e toccare."

Era il 2002 e Lucio Dalla dalle pagine dell' "Osservatore Romano", il quotidiano ufficiale della Santa Sede, così rifletteva in un dialogo con don Franco Patruno ( dialogo da cui nacque una grande amicizia)
Una posizione umana, quella del cantautore bolognese, che poi, si riversava nei testi delle sue canzoni.
"I miei personaggi, quindi, sono dei fragili e a volte perdenti. Potrei definirli precari.
Non appartengono solo ai poveri o agli emarginati, ma possono essere dei ricchi che sono colpiti da vuoto esistenziale, che vengono afferrati dalla domanda sul senso della loro vita. (...)
Per il Signore non ci sono estranei: ogni essere ha una sua consistenza e non c'è nessun poveraccio a cui Dio non pensi."

Sulla serietà di questa posizione rispetto all'umanità circostante e al rapporto col trascendente (che si è fatto a sua volta vero uomo) ecco la testimonianza di Alberto Contri, già presidente di Pubblicità Progresso:
"L'impegno sociale di Lucio raggiunse la massima espressione nel 2003, quando Pubblicità Progresso riuscì a fare una delle più commoventi campagne sulla problematica dei down, tutta basata su una canzone scritta da lui per l'occasione. (...)
Chiesi a Lucio se avesse avuto voglia di scrivere una canzone in cui spiegare che la vita è un mistero anche quando si palesa sotto forme sfortunate, come quella della sindrome di down, ispirandosi ai concetti espressi nelle "Lettere sul dolore" di Emmanuel Mounier. (...)
La canzone raccontava la storia di un down che incontrava una persona normale al parco, e le confidava quanto era capace di commuoversi per la bellezza del creato. (...)
Il titolo "Per sempre presente" significava che la misteriosa fiammella della vita ha un significato sempre e comunque. (...)
Riuscii a 'catturarlo' durante un suo viaggio a Milano e gli feci incontrare Lorenzo Crosta, iniziatore della cooperativa "Soolcoop", che nel nord Milano ospitava disabili, minorati psichici, ex drogati e carcerati, e li accoglieva in famiglie facendo ritrovare loro la dignità di essere al mondo, lavorando in officine specializzate in produzioni per terzi.
Lucio fu subito molto colpito da quell'iniziativa (...) addirittura annullò un impegno già preso e rimase a parlare con me e Lorenzo di carità e di Gesù Cristo per ore."

La canzone venne poi inclusa nel cd "Lucio" del 2003.
Come abbiamo scritto in altre "stanze" dedicate a Dalla, la grande ispirazione che lo aveva sorretto per tutti gli anni '70 e '80, andava irrimediabilmente scemando e mancavano ormai le grandi canzoni da inserire nel catalogo dell'immaginario collettivo.
"Per sempre, presente" non è un brano famosissimo, ma l'intento ispirativo, il testo e lo straordinario apporto al sax di un grande del jazz Stefano Di Battista, sono un invito a riscoprirlo, e lo pone indiscutibilmente tra le creazioni più sincere e profondamente cristiane del catalogo musicale del grande Lucio.  




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