Dio è morto - Francesco Guccini & I Nomadi

"Possiamo chiederci oggi: qual è il volto vero di Dio?
Di solito noi proiettiamo in Lui quello che siamo, alla massima potenza: il nostro successo, il nostro senso di giustizia, e anche il nostro sdegno.
Però il Vangelo ci dice che Dio non è così.
E' diverso e non potevamo conoscerlo con le nostre forze.
Per questo si è fatto vicino, ci è venuto incontro e proprio a Pasqua si è rivelato completamente.
E dove si è rivelato completamente?
Sulla croce.
Lì impariamo i tratti del volto di Dio.
Non dimentichiamo, fratelli e sorelle, che la croce è 'la cattedra di Dio'.
Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore. (...)

Tu potresti obiettare: 'Che me ne faccio di un Dio così debole che muore?
Preferirei un dio forte, un Dio potente!'
Ma sai, il potere di questo mondo passa, mentre l'amore resta.
Solo l'amore custodisce la vita che abbiamo, perchè abbraccia le nostre fragilità e le trasforma. (...)
La Pasqua ci dice che Dio può volgere tutto in bene. (...)
E questa non è un'illusione, perché la morte e la risurrezione di Gesù non è un'illusione: è una verità! (...) E le angoscianti domande sul male non svaniscono di colpo, ma trovano nel Risorto il fondamento solido che ci permette di non naufragare.
Cari fratelli e sorelle, Gesù ha cambiato la storia facendosi vicino a noi e l'ha resa, per quanto ancora segnata dal male, storia di salvezza.
Offrendo la sua vita sulla croce, Gesù ha vinto anche la morte.
Dal cuore aperto del Crocifisso, l'amore di Dio raggiunge ognuno di noi."

(Papa Francesco, udienza generale, Biblioteca del palazzo Apostolico, Mercoledì 8 aprile 2020)

"Nella canzone 'Dio è morto' il mio era un Dio laico, era il Dio 'dentro di noi' insomma.
Era una canzone generazionale, anzitutto, nata in un ragazzo di 25 anni o giù di lì.
Ed era una specie di rivolta: iniziavano gli anni Sessanta, quindi gli anni del grande sconvolgimento mondiale, chiamarla rivoluzione è un pò troppo, che aveva i giovani come protagonisti.
La canzone doveva rispecchiare proprio una specie di presa di coscienza per cui scelsi di utilizzare questa immagine forte di Dio, per dire che Dio, e quindi la tradizione e il passato era morto, ma allo stesso tempo poteva risorgere, perchè come narra il Vangelo, dopo tre giorni Cristo è risorto. (...)
Bando alle ipocrisie, bando alle tradizioni, dobbiamo accettare le cose nuove con più forza: ecco il nostro slogan e il senso della canzone. 
'Dio è morto' va inserita in quel periodo storico.
La cantarono i Nomadi (...) ci voleva coraggio, sempre relativo, ad incidere questa canzone e i Nomadi lo ebbero"

Così Francesco Guccini introduce la genesi di uno dei suoi primi brani composti rispondendo alle domande di Giampaolo Mattei, giornalista dell'Osservatore Romano, nel libro da lui curato "Anima mia", ed. Piemme, nel 1998. 
Anche in questa narrazione la proverbiale scorza anarchica del Maestrone non viene scalfita da approcci sentimental - clericali, ma viene però leggermente smentita dal racconto che ne fa Beppe Carletti, tra i fondatori dei Nomadi, sempre nel libro di Mattei:
"Mi ricordo bene quella scelta. Quando leggemmo il testo rimanemmo subito colpiti: alla prima lettura poteva sembrare blasfema, invece, poi si capisce bene che è una canzone religiosa.
E' un testo sacro. Non lasciamoci ingannare dal titolo: Dio muore per tre giorni e poi risorge, è la vita che riprende. C'è tanta speranza nella canzone.
E' comunque una canzone coraggiosa che parla di Dio.
Sapevamo benissimo che saremmo stati esclusi dalle televisioni nazionali.
Infatti venne trasmessa solo dalla Radio Vaticana (...)
In quel periodo Guccini non era ancora conosciuto, così la facemmo nostra, ce la sentivamo addosso.
Ci riconosciamo ancora oggi in quella canzone, crediamo a quelle parole, è una canzone che non ti lascia indifferente."

A questo punto dell'intervista Carletti svela un fatto, che Guccini, forse per darsi ulteriormente un 'tono', liquiderà come 'leggenda' :
"Proprio ai tempi dell'uscita della canzone (1967) fummo ricevuti da Paolo VI a Castel Gandolfo.
Gli regalammo il disco e lui ci salutò con molta cordialità dopo aver osservato la copertina."

Insomma, due visioni diverse sullo stesso brano, dall'autore e da chi lo ha originalmente interpretato,
... anche se, Guccini, sempre nell'intervista citata, confessa:
"Continuo a cantarla e avverto che è ancora capace di comunicare. Con il cambiare dei tempi è mutato anche il significato della canzone: tutto dipende forse dal fatto che sono un vecchio agnostico inquieto.
Ho la sorpresa e la gratificazione di vedere, nel corso degli anni, che tanti gruppi cattolici hanno preso sul serio le mie canzoni e le hanno approfondite portandole laddove io non avrei mai pensato."

Infatti, come dice Papa Francesco:
"Quando Gesù muore, il centurione romano che non era credente, non era ebreo, ma era pagano, che lo aveva visto soffrire in croce e lo aveva sentito perdonare tutti, che aveva toccato con mano il suo amore senza misura, confessa: 'Davvero quest'uomo era Figlio di Dio' (Mc 15,39).
Dice che lì c'è Dio, che è Dio davvero."

La versione di "Dio è morto" è quella registrata live nel concerto realizzato nel 1979 (da cui l'LP "Album concerto") dai Nomadi insieme a Guccini. 




Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri