I'm a pilgrim - Johnny Cash

"Il pellegrino è un viandante: non pensa di avere una dimora permanente in qualche luogo della terra: non occupa uno spazio, è piuttosto in cammino.
Sa di essere ospite e pellegrino, piuttosto che padrone e signore.
Considera ogni terra una terra in cui si può sostare e insieme sa di essere, in ogni terra, straniero.
Vive, quindi, in una libertà. (...)
Il pellegrino è un viandante ma non è un girovago, non cammina senza meta: obbedisce ad una parola che lo guida senza offrire garanzie, chiedendo solo fiducia. (...)
Il pellegrino è un abitatore del tempo, non dello spazio: sa perchè è partito, sa a quale promessa ha creduto, ma sa che il cammino darà una forma imprevedibile alla sua libertà, ai suoi affetti, alla sua cultura. (...)

Il pellegrino cammina insieme con molti, appartiene ad un popolo, ma sa che nessuno lo può sostituire nel rispondere alla voce che lo chiama. (...)
Il pellegrino continua il suo viaggio, fino alla meta: tutto il suo andare non avrebbe senso se si fermasse prima di giungere là dove lo aspetta il Signore .
Perciò, per lui, quello che incontra lungo il suo andare non è mai una ragione sufficiente per trattenersi:
piuttosto è sempre la grazia di riconoscere un segno, un invito ad andare oltre, una parola che apre gli orizzonti"

(dall'omelia di mons. Mario Del Pini, Santa Messa in memoria di mons. Luigi Giussani.
Milano, Duomo, 1 Marzo 2021) 

"Noi, iniziatori del rock'n roll venivamo più o meno dalla stessa zona.
Siamo stati educati tutti in chiesa e tutti abbiamo subìto l'influsso del gospel.
Era il primo amore di Elvis, e di Jerry e di Carl e mio.
Carl Perkins ha scritto centinaia di canzoni mai incise e metà di quelle canzoni sono gospel.
E' lì che sta la nostra forza. per quanto tu possa esprimere con forza le tue idee sulla religione e la fede, alla fine si riduce tutto al fatto che è una cosa personale fra te e Dio.
Funziona. Per me è da lì che traggo la mia forza"

Nel 1988 a Brighton, il giornalista Steve Turner intervista l'icona del rock Johnny Cash, del quale, dopo la sua morte avvenuta nel 2003, scriverà una bella biografia "Johnny Cash. La vita, l'amore e la fede di una leggenda americana."  Ed. Feltrinelli

Una fede tormentata quella di Cash, piena di tormenti, di cadute e di grandi redenzioni.
Protagonista nel successo del primo rock'n roll, compagno in tourneè di Elvis Presley, sarà vittima dello stress della improvvisa celebrità che lo porteranno alla dipendenza da alcoolici e droghe da cui uscirà grazie all'amore della sua seconda moglie June Carter, celebrata cantante country. 
Faranno coppia per più di trent'anni fino alla morte di entrambi, alla distanza di pochi mesi.
Proveniente dalle terre dell'America profonda, Cash non fece mai mistero della sua fede cristiana, e lo faceva risaltare anche nelle sue canzoni, quelle storie di perdenti ed emarginati, ma anche nel riesumare i gospel e gli inni religiosi ascoltati e cantati in gioventù.

Negli ultimi anni della vita, come a rispondere ad un richiamo familiare dedicherà un intero album alle canzoni che aveva imparato da sua madre, raccolte nel suo 'Libro degli inni', ricordando che proprio sua madre desiderava che insieme al repertorio rock e country, il figlio rockstar si cimentasse anche nell'interpretazione dei gospel e degli inni salmodianti.

Tra quelli scelti, ecco "I'm a pilgrim" scritto da un grande country singer, Merle Travis, valente chitarrista, tra i primi a far conoscere quel modo particolare di suonare la chitarra, denominato "finger picking", che si ottiene pizzicando le corde dello strumento, con effetti a volte funambolici.
Travis (1917 - 1983) è inoltre autore di diversi titoli standard, da "Sixteen tons" a "John Henry" ad appunto "I'm a pilgrim", poi portati al successo da molti artisti, dai Platters ai Byrds a Bruce Springsteen.
"I'm a pilgrim", scritta negli anni '50, si inserisce nel filone degli inni religiosi, che tanto ha formato la prima generazione del rock americano.
Nella versione di Johhny Cash il raccoglimento è palpabile, rispetto all'originale di Travis più mossa e leggera.

IO SONO UN PELLEGRINO

"Io sono un pellegrino e un forestiero
e viaggio in queste terre impervie.
Ho una casa laggiù, buon Signore
e non è fatta da mani d'uomo

Ho una madre, una sorella e un fratello,
mi hanno preceduto
e sono determinato ad andare a vederli, buon Signore
loro, che sono da quella sponda.

Sono qui, lungo il fiume Giordano
giusto per attraversarlo, nelle acque agitate
Se riesco a toccare il lembo della Tua veste, buon Signore,
so che mi porterai a casa."                  




E questa è la versione originale dell'autore, Merle Travis



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