Cronaca divina - PGR

"O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
(...)
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato. 
(...)
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
(da La Bibbia, salmo 8)

"Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, il figlio dell'uomo perché te ne curi?'
Nessuna domanda mi ha mai colpito, nella vita, così come questa.
C'è stato solo un Uomo al mondo che mi poteva rispondere, ponendo una nuova domanda:
'Qual vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà se stesso?
O che cosa l'uomo potrà dare in cambio di sé?'
Nessuna domanda mi sono sentito rivolgere così, che mi abbia lasciato il fiato mozzato, come questa di Cristo! (...)
Perché quell'Uomo, l'Ebreo Gesù di Nazareth, è morto per noi ed è risuscitato.
Quell'Uomo risorto è la Realtà da cui dipende tutta la positività dell'esistenza di ogni uomo. (...)
La Pasqua è l'inizio di questo cammino alla Verità eterna di tutto, cammino, quindi, che è già dentro la storia dell'uomo."

Questi sono alcuni passaggi dalla testimonianza di don Luigi Giussani durante l'incontro del Santo Padre Giovanni Paolo II con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità, svolto in Piazza San Pietro, il 30 Maggio 1998. Il testo integrale in "Generare tracce nella storia del mondo" ed. Rizzoli, 1998

"Cronaca divina' è una canzone che volevo scrivere da molti anni, l'avevo iniziata tante volte per scrivere il mio Credo personale, la mia professione di fede.
E' iniziata in tre momenti diversi: era dire in forma di parole tutto quello che è indispensabile per la fede, come nasce il mio Signore, come muore il mio Signore, una forma di fede composta da poche parole. Una parte l'avevo scritta a Natale, la seconda parte a Pasqua.
Due momenti lontani. Poi è venuta la musica.
'Chi sono io se tu ti curi di me' è il presupposto perchè io sia: sto raccontando la storia del Salvatore, questo è il presupposto perché anche io sia.
Il rapporto tra Creatore e Creatura.
Ho un'idea di Dio che è molto familiare, che è cresciuta in me, non teologica.
Questo è il necessario per non essere distrutto, e crescere in una famiglia cattolica ti dà anche la possibilità di avere una familiarità con il Padre eterno.
Io spero che Dio sia contento di questo.
Per lo meno non mi ha ancora fulminato."

Anno domini 2011. Il cronista musicale Walter Gatti chiacchiera con Giovanni Lindo Ferretti (tutto documentato nel libro "La lunga strada del rock",  ed. Lindau, 2012).
Sono appena passati un paio d'anni da quando Ferretti insieme a Gianni Maroccolo e Giorgio Canali componenti del gruppo "Per Grazia Ricevuta" avevano pubblicato l'album "Ultime notizie di cronaca".
Il gruppo è erede di una lunga traiettoria artistica e umana che testimonia una sconvolgente conversione, o per meglio dire un ritorno alla religione della tradizione familiare, proprio di Ferretti, icona, negli anni '80, del punk italiano più radicale pervaso dell'ideologia comunista più intransigente e fondamentalista.
Oggi, Giovanni Lindo Ferretti, vive in un borgo dell'Appennino tosco-emiliano, patria dei suoi avi, lontano dagli echi metropolitani, alla ricerca di un'esperienza religiosa sempre più profonda.
La sua musica, il suo modo di interpretare, di primo acchito risultano ostici all'ascolto distratto, necessitano di una predisposizione non superficiale.
I suoi brani sono un impasto di elettronica fra litanie gregoriane e il canto tradizionale popolare dei secoli passati. Nulla è costruito per il piacere effimero.
Anche "Cronaca divina" non si smentisce nei suoi lunghi otto minuti di tastiere elettroniche e voce salmodiante, senza però concessioni al rassicurante "new age":
"Per me la meraviglia è la voce ed è il legame profondo tra il suono e il senso della parola.
Qualsiasi strumento mi infastidisce perché il canto è una preghiera, una lode al Creatore, dunque il suono mi turba, ma allo stesso tempo accompagna. (...)
Io non reggo i canti sottovoce, perché, per me, la bellezza è il canto che viene dallo stomaco."

E allora, come accostarsi ad una produzione musicale del genere?
Scrive, Walter Gatti, nel libro "Cosa sarà. La ricerca del Mistero nella canzone italiana" (Itaca edizioni, 2009):
"Da dove giunge questa canzone che di colpo brilla come faro in tutta la storia della canzone italiana?
Forse da quel luogo umano e culturale, potremmo chiamarlo cuore di un popolo, in cui tutte le memorie e tutte le esperienze di genti e di secoli riescono ad esprimersi e farsi - nell'opera di un singolo artista - canzone per tutti, come fosse una profezia?
Da dove arriva una canzone così? Qual è la sua origine?
In quale istante della Ferretti-esistenza e in quale atomo del suo cuore si è generata?"





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