Monologo di Giuda - Claudio Chieffo

"Pilato comparve e disse: 'Ecco l'omo'.
I soldati spinsero avanti un cencio rosso. Pilato soggiunse con sorriso di disgusto: 'Ecco il vostro re'
L'avevan travestito da re, con corona di spine e scettro di canna in mano.
Il sangue girava le occhiaie e colava sulle guance.
La bocca s'apriva appena sull'anelito, gli occhi in tutta la folla guardavano Giuda, lui solo: 
lo guardavano con pietà.
Una mano d'angoscia scendeva nel petto di Giuda, un sospiro gli si formò dentro:
'O Maestro, o Signore, o Amico'.
Ma la voce non uscì.
Venivano meno le gambe, ma non potette cadere.
La folla mugolando e fischiando lo strinse quasi in un pugno, lo sollevò, lo sventolò come un'insegna.
La pietà di Gesù non lo lasciava.
Sulla guancia di Gesù, dove lo aveva baciato, colava uno sputo.

Fra i discepoli, qualcuno era sfuggito, qualcuno assisteva, piangendo, fra le donne.
Giuda, Giuda solo testimoniò per Gesù a viso aperto, a voce alta, nell'ora dell'abbandono.
Solo, senza paura davanti a Caifa, di fronte al Consiglio testimoniò, dicendo:
'Rilasciate l'innocente e riprendete il premio'.
Risposero: 'Tienti la tua borsa e và, ché è ciò a noi?'
'Si, l'innocenza ché è a voi, o giustizieri!'

In mezzo alla folla testimoniò, gridando: 'E' innocente!'.
La folla gridava più di lui. Sì, e ché è alla folla l'innocenza?
La folla aveva gustato il sangue.
Il sangue innocente è buono quanto un altro sangue: si leccava le labbra, la folla.
Giuda corse gesticolando al Tempio dove non c'era nessuno.
Sparse le monete sul pavimento del Tempio.
Testimoniò davanti a nessuno che questo omo era innocente."

Pubblicato in Italia nel 1938 dall'editore 'Laterza', il romanzo "Giuda" dell'italo-belga Lanza del Vasto, viene ripubblicato molti anni dopo ad opera dell'editrice "Jaca Book", che ne conservò la scrittura arcaica, nel 1975. Seguiranno diverse altre ristampe.

Nato in Puglia da famiglia aristocratica nel 1901, filosofo, artista, ha passato buona parte della sua vita impegnandosi in attività non violente, fondando in terra francese le comunità dell'Archè, ordine Patriarcale cristiano, che arriverà a contare migliaia di aderenti in mezzo mondo.
Sarà testimone di accoglienza per i più poveri e di un messaggio mondiale di saggezza e pace, sulla scia dell'esperienza gandhiana.
Morirà in Spagna nel 1981, a ottant'anni, dopo più di trenta di apostolato civile.

Scritto negli anni trenta, il romanzo "Giuda" è un racconto a quel tempo molto coraggioso sulla figura dell'apostolo traditore. L'impeto realista anticipa, molti decenni prima, il film "La passione" di Mel Gibson.
Lo stesso autore, nell'edizione della Jaca Book, scrive:
"Consultai un monaco: conviene pubblicarlo? Lo capiranno? Non turberà la gente?
Mi rispose il buon padre: 'V'è gente che bisogna turbare'
In Francia ebbe varie edizioni. Venna letto da molti.
Capito da quanti, non so.
Fu tradotto in tedesco, spagnolo, polacco ... ma capito da chi?"

"Ero militare a Milano e, di fronte ad un soldato che mi chiedeva se credevo in Dio, mi accorsi che Lo avevo dimenticato.
Sospesi il giro di ispezione e con la provvidenziale chitarra, portatami dai miei amici, cominciò il dialogo tra noi e il monologo di Giuda.
Questa canzone la dedico proprio a me."

Claudio Chieffo scrive "Monologo di Giuda" nel maggio del 1971.
In quegli anni incontra l'esperienza ancora iniziale del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, che stava nascendo all'ombra delle guglie del Duomo di Milano, per opera di un prete brianzolo: don Luigi Giussani.
Chieffo, in poco tempo, diventa un protagonista musicale della schiera di nuovi autori, che incoraggiati dalla nuova stagione della Chiesa Cattolica, porteranno una ventata di creatività per animare le celebrazioni liturgiche e renderle più coinvolgenti per le nuove generazioni.
Una novità, che rischia però di diventare un'arma a doppio taglio, abusando in produzioni banali, diventando veri e propri boomerang nella educazione pastorale della sensibilità religiosa nelle assemblee liturgiche.
Una preoccupazione sempre ben presente in Claudio Chieffo:
"Una canzone religiosa non è religiosa perché c'è Dio, la Madonna, i Santi ...
Una canzone è religiosa se nasce da un'affezione al Mistero e da una vita dentro la Chiesa, se no non può essere cantata nelle celebrazioni.
Per il resto se un cuore è sincero può tentare di esprimere come vuole la grandezza di quel Mistero che ha incontrato.
A me è capitato di esprimerlo così"

Così, come accade nel "Monologo di Giuda".




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