E' stata tua la colpa - Edoardo Bennato

"Nella raffigurazione degli uomini come burattini senza fili visibili, la parabola raggiunge uno dei vertici della sua eloquenza e ci chiede un ascolto particolarmente attento.
La pertinenza del raffronto uomo-burattino pare oggi imporsi senza contrasti alla coscienza comune: la cultura contemporanea è tutta tesa a squarciare il velo sottile di un'apparente umanità per denudare il pupazzo senz'anima, che sarebbe la nostra verità soggiacente. (...)

E' sempre più largamente accolta l'ipotesi antropologica che spiega ogni atto e ogni risoluzione come il prodotto ineluttabile delle forze economiche, dell'istinto sessuale, della cieca volontà di potenza, dei mezzi occulti di persuasione: i 'fili invisibili'; e, poiché fatalmente si diventa quello che si è convinti di essere, l'uomo si assimila progressivamente a una marionetta appena rivestita di una illusoria apparenza di libertà. (...)
La convinzione più semplice e più diffusa asserisce che la condizione di burattino è conseguenza dell'esistenza dei burattinai, sicché basta eliminare questi prepotenti personaggi perché alle marionette subentrino gli uomini. (...)
Persuasioni simili hanno ispirato e sorretto le molte rivoluzioni e le molte insurrezioni, delle quali è insanguinata la storia del mondo. (...)

Pinocchio che balza dentro il teatrino, si mescola alle marionette intente alla recita della commedia e vi porta scompiglio, è del tutto uguale ai suoi fratelli di legno.
Eppure il seguito della favola ne documenta la radicale eterogeneità. (...)
Che cosa lo rende irriducibilmente diverso e gli impedisce di assimilarsi alla compagnia delle teste di legno?
La differenza sta tutta nel fatto che Pinocchio ha un padre (...) se ha un padre, ha un destino filiale; se ha un destino filiale, è designato, pur avendo ancora una struttura legnosa, ad una condizione di sostanziale libertà. (...)
Un burattino che ha un padre, è chiamato ad essere uomo;
un uomo che ha rifiutato il padre, presto o tardi si conforma ai burattini.

Quando ascoltiamo qualcuno che fieramente e protervamente dichiara: 'Né Dio né padroni', non possiamo nascondere l'ammirazione per tanta chiarezza di propositi e tanto candore di sentimenti.
Ma ci stringe il cuore anche l'immancabile previsione: chi enuncia questo programma diventa presto o tardi intollerante adoratore di qualche idolo, e senza volerlo, invoca l'avvento di qualche burattinaio, che non tarderà a comparire.
Dagli idoli ci si libera in modo definitivo solo innamorandosi dell'unico vero Dio;
i fili invisibili che ci costringono sono tagliati unicamente dall'affetto del Padre. (...)

E anche se c'è chi crede di averci in maniera irrimediabilmente intruppati tra le marionette, in effetti noi restiamo creature radunate all'insegna della libertà; 
un'insegna che è molto simile a quella degli anarchici e dei radicali, coi quali - quasi - ci troviamo d'accordo:
né Dio né padroni, né verità eterne, all'infuori dell'unico Dio, dell'unico Signore, dell'unica verità"

Spettacolare, ironicamente umano e ancora attualissimo brano tratto da "Contro Maestro Ciliegia", un commento teologico a "Le avventure di Pinocchio" che l'allora vescovo ausiliare alla cultura della diocesi di Milano mons. Giacomo Biffi, pubblicò nel 1977 per l'editrice Jaca Book.
Grande teologo e puntuto indagatore dell'attualità sociale, con una verve irraggiungibile, sorprese la curiosità di molti piegando le vicende del burattino inventato da Collodi paragonandolo alla 'sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo'

Per una incredibile coincidenza, in quegli stessi mesi, un cantautore, da qualche anno icona del movimento studentesco italiano erede dei moti sessantottini, Edoardo Bennato, volle affrontare con altrettanta sagacia la sfida della contemporaneità di Pinocchio.
Ed anche in questo caso sorprendendo il suo pubblico, anzi, allargandolo ancora di più.
L'album "Burattino senza fili" risulterà una delle vette creative del cantautore napoletano.
Un lavoro nel quale infonderà tutta la sua pungente ironia sulla società (che rimane molto attuale) e la capacità di sfornare brani rimasti nell'immaginario collettivo.
Capacità che con gli anni, (quelli d'oro vanno dal 1973 al 1980), purtroppo, si è poi andata affievolendo irrimediabilmente.

In maniera curiosa in diverse "tappe" del "concept album" l'analisi del rocker anarchico e radicale si interseca con quella del vescovo cattolico, così come lo stesso accennava nel brano del suo libro, proposto all'inizio.
Nella canzone che apre l'album, "E' stata tua la colpa", è evidente un percorso comune che però non arriva alla stessa conclusione.
Ma questo basta per incuriosirci.
Scrive Bennato nel libretto di presentazione del cd che celebra i quarant'anni del suo gioiellino musicale:
"E' stata tua la colpa' rappresenta l'apice del ribaltamento della morale.
Al burattino che è voluto diventare un bambino in carne ed ossa si dice: 'E' stata tua la colpa, tu l'hai voluto, e solo ora che sei diventato uno di noi ti accorgerai di tutti i fili che hai."
Una sincera ammissione di impotenza nella ricerca di senso nell'affrontare la vita, finalmente da uomo libero.


   



Commenti

I più letti

La costruzione di un amore - Ivano Fossati

Il Carmelo di Echt - Giuni Russo

Alessandro - Enrico Ruggeri