Don't give up - Peter Gabriel

"L'amicizia mi sembra paragonabile all'ascensione di un alpinista verso un'altra cima.
Un'esperienza unica e affascinante, che lo tiene concentrato per ore sui suoi passi, lo porta a contatto con la roccia o il ghiaccio, nel chiuso di un canalone o con le spalle nel vuoto.
L'imponenza delle pareti che affronta gli toglie a volte ogni altra visuale, spesso il suo sguardo è semplicemente rivolto in alto, verso l'appiglio successivo, verso il cielo.
Tutto il resto, in quei momenti, perde importanza, sembra quasi non esistere.
Arrivato in vetta, però, uno sconfinato panorama si apre di nuovo sotto di lui, la grande catena a cui la cima appartiene. (...)
Su questa terra viviamo in una situazione simile.
Non possiamo vedere chiaramente ciò che connette le nostre vite, i sentieri che portano dall' una all'altra (cima). Eppure, se come se fossimo montagne di uno stesso gruppo, alla radice del nostro essere siamo realmente uniti.
Così che ogni piccolo gesto tocca l'esistenza degli altri.
Oggi non possiamo sapere che effetto ha un piccolo segno di comprensione offerto ad un'altra persona, un cenno di partecipazione al suo dolore o alla sua gioia, un attimo di accoglienza o di semplice pazienza per cercare di ascoltare e capire quello che cerca di dirci.
Non sappiamo precisamente quanto conti la preghiera per l'altro, la nostra offerta silenziosa per lui, apparentemente ignorata da tutti.
Ma quando saremo in Paradiso, le nebbie si diraderanno e vedremo la maestosa catena a cui apparteniamo, immersa nel sole della presenza di Dio."
E' un bellissimo brano sull'amicizia scritto da don Paolo Sottopietra, attuale Superiore generale della "Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borromeo, e pubblicato sul mensile ufficiale della Fraternità stessa, "Fraternità e Missione", nel novembre del 2020.

"E' con un pò di imbarazzo ma anche con orgoglio, vi dico che, dopo l'ascolto della mia canzone sto ricevendo centinaia di lettere di persone che mi ringraziavano per averle aiutate, grazie proprio alle parole di questo brano"
E' Peter Gabriel che confida in una intervista fatta al tempo della pubblicazione di "Don't give up", la reazione degli ascoltatori al tema del brano.
La composizione è ispirata dalla famosa fotografia "Migrant mother" di Dorothea Lange, che ritrae una donna e un bambino durante la Grande Depressione americana.
Scritta da Gabriel all'inizio degli anni '80 è una critica diretta alla politica condotta dall'allora Primo Ministro britannico Margareth Thatcher, colpevole, secondo l'artista, di aver provocato con le politiche del suo governo un aumento della disoccupazione. 
Al netto dei giudizi politici, la canzone rimane un inno universale all'amicizia, che descrive la disperazione di un uomo che si sente isolato e sconfitto nel suo quotidiano e contemporaneamente un grido di sostegno lanciato, dolce e forte insieme in aiuto dell'amico.
Il brano (con la collaborazione vocale di Kate Bush) è inserito nell'album "So", pubblicato nel 1986,  uno dei pilastri musicali che, aprono alla stagione della "world music" (l'altro pilastro, uscito nello stesso anno, è "Graceland" di Paul Simon).
Due capolavori assoluti che simbolicamente chiudono l'epoca creativa del rock iniziata trent'anni prima.

Peter Gabriel, tra i fondatori, all'inizio dei '70, del "progressive rock" inglese, front man dei Genesis, dopo qualche anno di carriera solista, sperimentatore inquieto, apre alle atmosfere e ai musicisti nord africani, realizzando una miscela di ritmi che avrà diversi epigoni in giro per il mondo.
Negli anni fonderà una sua etichetta discografica e organizzerà dei propri studi di registrazione, per valorizzare artisti di diverse etnie che si rifanno alle tradizioni musicali delle loro terre.
Purtroppo, da decenni, non edita più brani di sua composizione (il suo ultimo album - "Up" - è del 2002) 
Rimangono gioielli, come "Don't give up".


NON ARRENDITI

"In questa terra orgogliosa siamo cresciuti forti
Eravamo ricercati da sempre.
Mi hanno insegnato a combattere, a vincere.
Non avrei mai pensato di dover fallire.
Sono un uomo i cu sogni sono stati tutti abbandonati.
Ho cambiato il mio volto, ho cambiato il mio nome,
ma nessuno ti vuole quando perdi. (...)

Non arrenderti, hai ancora noi
Non arrenderti, perchè hai degli amici 
Non arrenderti, non sei ancora sconfitto
Non arrenderti, lo so che puoi farcela.
Non arrenderti, perchè da qualche parte c'è un posto a cui apparteniamo."



 

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